Canto di
Colapesce
Introduzione
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Un manoscritto viene
ritrovato dentro ad una conchiglia nelle acque del Mediterraneo a
Xacca, nel mare che fronteggia la Rocca di Cammordino sotto la Coda
della Volpe.
Nel prologo, la voce di una donna – Calipso – che dà
appuntamento al poeta alla Valle dei Templi e gli consegna il
manoscritto ritrovato. Dal testo emergono diversi io narranti tra
cui, inizialmente, nel proemio, la voce del Mare che chiede alla
Musa Formica di narrare, in un algoritmo di ottimizzazione della
colonia delle formiche, il comportamento della formica e come
avviene la conservazione della memoria e la possibilità di nuovi
percorsi euristici e di scoperta.
In questo caso proprio nell’isola
di Sicilia, crocevia del Mediterraneo per cultura e storia,
intrecciate al paesaggio straordinario e naturale ricco di profumi,
colori, sapori ed odori, dove inizia il viaggio singolare di
Colapesce
Subito dopo emerge nel testo
la voce di Colapesce il quale, in un dialogo a più voci, racconta la
sua storia che si trasforma in leggenda.
Il coro dei pescatori con
le loro donne dentro le barche conclude il racconto.
La leggenda siciliana di
Colapesce inizia attraverso l’episodio cruciale dal suo incontro
letale con Medusa e il successivo strazio e pianto di una Madre che
perde un figlio.
Dal monologo della Madre, Colapesce prende
consapevolezza del dolore di sua madre che diventa un dolore
universale. Da questa presa di coscienza
nasce la sua ribellione di fronte ad uno schema di vita
precostituito dove c’è la droga del consumismo, del facile denaro,
dell’ipocrisia dei rapporti, della superbia e della presunzione,
dell’avidità del potere.
Simile a Pietro il Pescatore inizia a
camminare sulle acque della verità e della riscoperta attraverso una
fede interiore nel cambiamento e nel rinnovamento. Colapesce si
toglie il vestito, re Pescatore alla ricerca del Graal.
Mezzo uomo e
mezzo pesce, nella propria nudità e solitudine, nuota nelle acque
profonde del Mediterraneo alla ricerca di nuovi percorsi di scoperta
e di conoscenza.
Colapesce incontra Myrmex, una ninfa dell’Attica,
la quale era favorita da Atena, ma, poiché Myrmex si era vantata di
avere inventato l’aratro, viene dalla Dea poi trasformata in formica
e poi, secondo un mito naturalistico, in una piccola isola.
Nel suo
viaggio Colapesce incontra tante donne e Colapesce si innamora di
Europa, e si invaghisce delle sacerdotesse di
Astarte ad Erice.
Il viaggio di Colapesce
continua ed egli arriva condotto prima dalla Dea Madre in Sardegna e
dopo dalle fate, le Janas, al Nuraghe di Barumini al fine di
intraprendere un percorso iniziatico nel mare Mediterraneo.
All’isola di sant’Antioco conoscerà ed amerà la
Sacerdotessa del
bisso marino, patrimonio dell’umanità e continuerà il suo viaggio
per finire ad un convento.
Continuando il suo viaggio prima alla
tonnara di Xacca, poi alla tonnara di Bonagia dove il Raïs andava a
pregare e poi alla tonnara di Favignana, dove assisterà alla
mattanza dei tonni, si innamorerà delle sirene, tra cui la
Sirenetta
figlia di Tritone.
Nel suo viaggio nelle acque del Mediterraneo,
all’altezza dell’isola di Lampedusa, incontrerà la
Venere nera che
arriva dall’Africa su un barcone insieme ai clandestini all’isola
dei Conigli. Insieme a lei riscoprirà l’amore per l’infinito e il
mare.
Insieme alla ricerca interiore, attraverso le Confessioni di
sant’Agostino e del rapporto instauratosi tra il filosofo e sua
madre Monica, Colapesce si ricorda di sua madre e ripercorre il
proprio passato, la sua memoria ed il suo pellegrinaggio.
Così che Colapesce decide di
battersi per l’impegno al fine di costruire una Sicilia migliore
dalle fondamenta sacrificandosi per sostenere una delle tre colonne
della Sicilia, erosa dalla lava sotterranea del vulcano Etna.
Per
questo motivo avrà luogo lo scontro di Achab contro
Moby Dick, lo
scontro finale di Colapesce contro il Leviatano.
Il poemetto
narrativo si conclude con il credo di Colapesce e con il coro delle
donne e dei pescatori dentro le barche che narrano e rievocano la
leggenda di Colapesce come nella tragedia greca ripetendo il verso
delle conchiglie.
Oggi Colapesce è un ragazzo
dei tempi moderni che lotta e combatte contro il male universale. E
scopre che questa battaglia è dura ma può essere vinta, dopo tante
sconfitte e rivincite.
Come tutte le conquiste, tutto ciò può
avvenire solo attraverso la distruzione del male, dalla morte alla
rinascita mediante la propria trasformazione, conquista interiore e
il riscatto morale, per costruire una Sicilia e un mondo migliori
fondati sul valore dell’impegno, della solidarietà e del bene
comune.
Evelina Maffey
Vertigo
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