Il
fuoco di Sant'Elmo

Durante
le tempeste, nell'oscurità della notte, o di giorno quando il cielo
è plumbeo, sull'alberatura della nave possono apparire talvolta una o
più luci sinistre: si tratta del famoso fuoco di Sant'Elmo, la luce
più antica e conosciuta, temuta e amata dai marinai di tutto il
mondo.
L'origine
della leggenda è antica e già il poeta
greco Alceo, intorno al 630 a.C.
scriveva:
... Castore e Polluce,
voi che su velocissimi cavalli
l'ampía terra correte e tutto il mare,
voi che salvate dalla tetra morte i naviganti,
balzando sulle cime delle navi
di lontano, correndo per le sartie
nella triste
notte alla nera nave portando luce.
Nel
viaggio degli Argonauti, la nave di Giasone si trovò in mezzo a una
bufera. A bordo c'era il fior fiore degli eroi greci e
persino alcune divinità, tra le quali Orfeo, Ercole, Castore e
Polluce.
Gli Argonauti, preparati a imprese difficili,
si trovarono in difficoltà nel domare la tempesta,
tanto da temere il naufragio.
Allora Orfeo, tratta fuori la lira, cominciò a cantare: era un canto
dolcissimo e al tempo stesso una preghiera agli dei di Samotracía.
Improvvisamente dal cielo scesero due luci che si posarono sulla
fronte dei divini gemelli, Castore e Polluce, fratelli della bella
Elena e figli di Leda, concepiti da Zeus stesso sotto le sembianze di
un cigno.
Il mare si placò quasi subito e da allora i naviganti in
pericolo quando vedono accendersi quelle luci in testa d'albero, si
rassicurano perché la tempesta sta per finire.
Plutarco
dice che due stelle si posarono sulla nave di Lisandro quando usci dal
porto per andare a battersi contro la flotta ateniese.
Probabilmente si
tratta di un mito ancora più antico, perché la mitologia indiana
parla di due gemelli, i divini Asvín, conquistatori delle
tenebre, divenuti signori della luce e profondamente sapienti,
fratelli di Sarama, la rugiada.

Oggi
si sa che le luci o fuochi di Sant'Elmo sono una scarica
elettrica del tutto simile a quella prodotta tra i due poli di un
condensatore, a causa della differenza di potenziale, e può
verificarsi durante le tempeste quando l'aria è carica di
elettricità positiva che si scarica sugli alberi e sulle attrezzature
della nave che fungono da polo negativo.
Questo
fenomeno elettrico è detto di Sant'Elmo perché la leggenda di questo
santo, mediterraneo, vuole che, ammalatosi durante un
viaggio in mare, sia morto durante una tempesta, e negli ultimi
istanti di vita avrebbe promesso all'equipaggio che sarebbe tornato e
si sarebbe fatto riconoscere in modo misterioso se la nave fosse stata
destinata a salvarsi. Poco dopo la sua morte una strana luce apparve
sull'alberatura, e fu subito ritenuta il messaggio misterioso del
santo.
La spiegazione data da Metrodoro di Chío nel IV secolo a.C
consisteva in «scintille uscite dagli occhi
di coloro che li guardavano con paura e sorpresa»!
Il
fenomeno non è però interpretato da tutti nello stesso modo: se un
solo fuoco è visibile sulle attrezzature è detto «Elena», ed è di
cattivo auspicio; se invece sono due si parla di Castore e Polluce, ed
è rassicurante; se sono tre porta male, da quattro in su va bene
perché si crede Sant'Elmo in persona con dei ceri in mano, giunto
sulla nave per rassicurare i marinai e dir loro che il peggio è
passato.
Se però la luce illumina in modo particolare la testa di un
marinaio, questo è presagio di morte per lo sventurato.
Per i marinai
greci è sempre di cattivo auspicio, forse perché questa luce è
effettivamente impressionante e probabilmente si ricollega all'idea
dei fuochi fatui e degli spiriti folletti, antiche fonti di terrore
per le popolazioni.
Nel
Medio Evo tali luci erano ritenute demoni dell'aria che impedivano
alle anime di salire in cielo e c'è persino chi crede che il fuoco di
Sant'Elmo possa incendiare le navi e, quando esso compare, si fa un
gran rumore a bordo per farlo andar via arrivando persino a tirare
fucilate sulle attrezzature.
Colombo e Magellano si imbatterono nel fenomeno, e gli attribuirono
buon auspicio, anzi Colombo ne fece uno degli argomenti per convincere
i suoi terrorizzati equipaggi.
Le luci di Sant'Elmo non stanno fisse
in un punto dell'alberatura, ma tendono a muoversi. Se si spostano
verso l'alto, cioè se salgono, si dice che il tempo tende al buono,
se invece scendono verso il basso, si teme un aumento della forza
della tempesta, e un proverbio francese dice:
Fuoco
di Sant'Elmo sul mare
la morte insegue un marinaio;
fuoco di Sant'Elmo sulle gabbie
aiuta il buon marinaio.
Conosciuto in tutto il
mondo è detto
Saz'nt-Elme o Saint-Telme dai francesi, St. Elmo's light
dagli inglesi, Corpus Santo dai portoghesi, Luz o Fuego
de San Telmo dagli spagnoli, Helmenfeuer dai tedeschi e Es
Sari (il viaggiatore notturno) dagli arabi.
E’
stato anche chiamato fuoco di Sant'Anna, di Santa Barbara, di
Sant'Anselmo, di San Pietro, di San Nicola, di Santa Chiara, e di Sant'Elena.


www.colapisci.it
|