Nato e non veduto

Al pari del padre egiziano del Principe Predestinato, un certo re era
molto dolente di non aver figliuoli.
Egli regnava sul Portogallo, ma non sapeva allietarsi
nel suo bel paese, ed era sempre triste nell'aspetto. Finalmente gli fu concesso un
figlio, ma non poté averlo neppure per un'ora nella sua reggia, perché era tanto bello
che le sirene del mare jonio lo rapirono subito, per portarlo in uno dei loro splendidi
palazzi di cristallo.
Il bimbo che fu da quel momento detto
"Nato
e non veduto" rimase colle bionde sirene nella dimora incantata, e crebbe e
divenne un giovine bellissimo. Egli sarebbe stato felice sotto le onde, ma non gli veniva
mai permesso dalle sue guardiane di risalire sulla terra, per vedere i suoi genitori, e
questo gli dava molto dispiacere.
Una giovanetta bella e povera andava un giorno raccogliendo erbe
in riva al mare jonio; ella vide una grossa pianta marina e si provò a sradicarla; appena
questa si staccò e le rimase in mano, il mare si aprì, ed ella cadde nel palazzo delle
sirene; proprio accanto al Principe Nato e non veduto. Questi si rallegrò molto, vedendo
quella bella figlia della terra, e volle subito sposarla.
Per qualche tempo vissero
insieme felici nella parte del palazzo abitata dal Principe, il quale seppe nascondere la
fanciulla, tenuta da lui come un tesoro.
.jpg)
Un
giorno il Principe Nato e non veduto fu costretto ad allontanarsi dal palazzo; egli
raccomandò alla sposa di non uscire dalle sue stanze, e di non lasciarsi vedere dalle
sirene, che le si sarebbero mostrate neanche conoscendola. La giovane promise, ma, appena
lo sposo si allontanò, prese a visitare il palazzo compiacendosi nel vedere tante cose
meravigliose, mentre passava nelle sale di corallo e di madreperla, fra le piante bizzarre
ed i fiori stupendi; fra le perle, l'oro ed i cristalli.
Ella non incontrò in nessuna sala le sirene, di cui le aveva
parlato lo sposo, e giunta che fu in un salone splendidissimo vide molte gattine intente a
lavorare all'ago.
La
giovane disse:
- O belle gattine, per chi lavorate voi?
Le
gattine risposero:
- Lavoriamo pel figlio tuo
La
domanda della giovane avea turbato assai le gattine, le quali erano le belle sirene
trasformate in quel modo, e non volevano che altri le chiamasse gattine. La giovane si
avvide del loro sdegno, e, meditando dolorosamente sulle conseguenze della propria
imprudenza, ritornò nelle sue camere ad aspettare il Principe, al quale narrò, appena
egli giunse, quanto era accaduto.
Nato
e non veduto fu molto inquieto nel sentire il racconto della sposa; egli pensò che doveva
allontanarla dalle sirene, le quali avrebbero cercato di vendicarsi; e dolendosi assai
della sua sventura le disse ch'ella doveva ritornare subito sulla terra, portando seco un
gomitolo, il quale avrebbe cominciato a svolgersi innanzi a lei sulla spiaggia. Era forza
ch'ella lo seguisse, e si fermasse solo nel luogo ove l'avrebbe preceduta il misterioso
filo. Fra breve tempo egli l'avrebbe raggiunta.
La giovane partì e fece quanto le aveva detto lo sposo.
Seguendo
sempre il gomitolo, che aveva cominciato a svolgersi avanti a lei, giunse nel
palazzo ove dimoravano i genitori di Nato e non veduto, i quali erano sempre desolati, e
chiese loro aiuto e protezione. La madre del Principe l'accolse benignamente, senza sapere
che fosse la moglie di colui che desiderava così ardentemente di rivedere, e le diede
alloggio nel suo palazzo.
Dopo
breve tempo nacque un figlio alla sposa del Principe, e di notte, quando tutti riposavano
nel palazzo del re Nato e non veduto sfuggiva all'assidua sorveglianza delle sirene,
entrava dalla finestra nella camera della sposa, e prendeva a cullare il bambino, cantando
le seguenti parole:
Fai lo sonno
ninno mio,
se
lo sapesse mamma che tu sei figlio mio,
In fasce d'oro te fasceria
in
cuna d'oro tu dormirria.
Benché
il Principe cantasse sommessamente, la sua voce fu udita di notte nel palazzo, ed il re e
la regina vollero sapere chi fosse colui che mostrava tanto amore per il bimbo ed osava
entrare di nascosto nella reggia.
Nato
e non veduto si fece conoscere dai suoi genitori, e si può immaginare la gioia di tutti;
ma questa non durò a lungo, perché il Principe non poteva rimanere coi suoi oltre la
mezzanotte, senza esporsi alla vendetta delle sirene, e non si trovava il mezzo di
liberarlo. Finalmente non volle più ubbidire alle sirene, ed una volta, quando sonò la
mezzanotte, non si mosse dalla sua camera.
Dopo
breve tempo le sirene vennero nella via e cominciarono a chiamarlo dicendo:
- Vieni, vieni
Egli rispose:
-
Sono prigioniero, non posso uscire
- Apri il portone - dissero ancora le sirene
-
E' chiuso con grosse sbarre di ferro
-
Salta nella via
- E' selciata con rasoi
Le
sirene s'indispettirono e fecero divenire idiota il povero Principe!

Tratto
da Le Sirene in
Leggende del Mare
Maria Savi-Lopez

www.colapisci.it
|