Scorpaenodes arenai Torchio, 1962
Simile al genere Scorpaena, da cui
differisce per la mancanza di denti
palatini e per avere sempre 13 raggi spiniformi alla pinna dorsale.
Ha corpo moderatamente compresso,
ricoperto da
scaglie
tranne che sulla gola, sulle guance e alla base delle parti a raggi
molli della dorsale e dell'anale, nonché alla base delle pettorali dove sono in
parte cicloidi. Lungo la linea laterale, insieme a 22 tubuli, se ne contano da 49 a 51.
La
testa ha muso
appuntito con mandibola prominente. L'occhio
è grosso e lo spazio interorbitale è concavo, con le
creste coronali poco accentuate e prive di spine. Mancano le spine del preorbitale.
Sotto la regione nasale,
si notano 1 o 2 piccole spine.
Nella bocca, in ambedue
le mascelle e sul vomere, si trovano fasce di denti sottili subgranulari. Mancano
i denti palatini. La lingua è sottile e libera.
La pinna dorsale ha 13 raggi spinosi,
l'ultimo dei quali si trova,
dopo una indentatura pronunciata, a contatto con i 9-10
raggi molli che seguono. L'anale
ha 3 raggi spinosi, di cui il
secondo è il più lungo,
e 5 raggi molli,
che ripiegati all'indietro raggiungono la base della caudale. Quest'ultima ha 20
raggi e il margine posteriore arrotondato. Le pettorali
(17-19 raggi) sono alquanto sviluppate. Le ventrali (1 raggio spinoso forte e 5
raggi molli) sono più piccole delle pettorali e ripiegate all'indietro non
raggiungono per poco l'apertura anale.
La colorazione è rosso
viva con fasce trasversali rossastre più scure, la prima sotto la parte
anteriore della dorsale spinosa, la seconda sotto quella posteriore, la terza
sotto la dorsale a raggi molli e l'ultima sul peduncolo e alla base della
caudale. Una macchia nerastra nella parte posteriore della dorsale spinosa, 5 o 6 bande radiali
più scure si irraggiano dall'occhio.
E' una specie
costiera vivente in acque poco profonde
(si pensa non oltre i 100 m di profondità) su fondi rocciosi. Sconosciuto il
ciclo riproduttivo
L'alimentazione è carnivora.
Raggiunge al massimo i 10 cm di lunghezza totale.
Eventuali catture
potrebbero essere fatte con con
tramagli e reti da posta;
in questo caso, pur avendo carni commestibili, sarebbe consigliabile inoltrare
l'esemplare ad Istituti di ricerca.
Si tratta
di
una forma molto rara,
ritrovata in una zona ristretta dello
Stretto di Messina, tra Capo Peloro e
Cannitello e a Punta Pezzo e Ganzirri.
Nuovi ritrovamenti si sono avuti nello Stretto di Sicilia e nel Golfo di Napoli.
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Nuovi ritrovamenti
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