Chauliodus sloani
Bloch
& Schneider, 1801
Corpo
snello, allungato e compresso, ricoperto
da muco gelatinoso. Ha
5 serie di scaglie grandi e caduche;
ogni scaglia porta al centro dei minuscoli organi
luminosi.
La testa, moderatamente grande, è lievemente più lunga che alta
e
sul profilo ha creste ossee. Gli occhi sono circolari
e non molto grandi. Le narici sono poste
dietro agli
occhi. L'opercolo è piccolo e sul primo arco branchiale
vi sono dei dentini.
I fotofori appaiono con l'ultimo accrescimento.
Al margine anteriore dell'orbita vi è un fotoforo incapsulato
nella pelle e uno post-oculare. La serie ventrale dei fotofori
varia da 63 a 70 elementi.
La bocca è
molto ampia e dotata di
denti a
sciabola
(fra i più evidenti 4 sono sul premascellare e sulla mandibola.
Altri denti si trovano sui palatini. I giovani
hanno un barbiglio che sparisce nell'adulto.
La pinna dorsale (6 raggi molli) ha il primo raggio molto lungo
e indipendente.
L'anale, posta molto indietro
e 10-13 raggi molli, è breve e termina all'inizio del peduncolo
caudale.
Vicino a questo, sul dorso, vi è una pinna adiposa quasi
trasparente. Un'altra pinna adiposa si trova prima dell'anale.
La caudale ha 19 raggi ed è forcuta. Le pettorali
(11-14 raggi) sono inserite in basso e le ventrali
(7raggi) si inserisce quasi a metà lunghezza del corpo e in
posizione inferiore, su ogni lato.
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La colorazione, più scura
sul dorso, va da bruno scuro dorato a bruno nero;
fianchi argentei; pinne trasparenti.
E' una specie batipelagica che vive tra i
300 e i 600 m. di
profondità, ma che si spinge anche a oltre 1000 m, come
pure può risalire in superficie
nello stretto di Messina, dove si cattura viva anche
all'interno del porto o si
trova spiaggiata nel litorale nord, ma con meno frequenza anche in quello sud.
Lo sviluppo è soggetto a forti metamorfosi, aumentando e diminuendo di
dimensioni. Il raggio filamentoso
mobile della dorsale forse serve per
attirare le prede. Si nutre di mictofidi
o altri stomiatoidei. Può raggiungere i 35 cm. Ha carni
pessime.
Presente nei mari italiani. Più frequente nello stretto di Messina, nel mar
Ligure e nel Tirreno centrale. Più raro in Adriatico
meridionale
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www.mnhn.fr/iccanam
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