Monacus Marinus
(vedi anche in Altri Cola)

Il naturalista Steenstrup, nella seconda metà dell'ottocento esaminò con attenzione e spirito critico la leggenda del «monaci marini» o «pesci monaci», i cui racconti risalivano a tre secoli prima. In quel tempo il francese Pierre Belon aveva riportato la notizia che nelle acque della Norvegia era stato catturato un curioso mostro marino lungo circa 2,5 m che rassomigliava ad un monaco!

«Il mostro aveva un volto umano, ma rozzo e malgrazioso, la testa rasata e liscia. Sulle spalle aveva una sorta di cappuccio - come hanno i monaci appunto - due lunghe pinne al posto delle braccia, mentre l'estremità del corpo finiva con una larga coda. La parte centrale del corpo era molto più corpulenta, e aveva le forme di una casacca di tipo militare».

 

Steenstrup nel 1856 si convinse che doveva trattarsi di un calamaro gigante privato ad arte dei tentacoli e, poiché era il primo a descrivere scientificamente questo animale, lo battezzò Architeuthis monachus.

L'ipotesi sembrava confermata da un altro autore, Adam Olearius, che aveva descritto un «monachus marinus» tra i pezzi del Gabinetto di Curiosità di Gottdorf del Duca Federico di Holstein e ne aveva dato una raffigurazione dalla quale si evinceva senza dubbio alcuno che il preteso monaco marino altro non era che un calamaro contraffatto e privato dei tentacoli.
Heuvelmans, come altri criptozoologi e biologi marini, è convinto che s tratti d'un giovane tricheco, ancor privo delle zanne, ferito o malato, giunto chissà come lungo le coste norvegesi.
Finalmente nel 1861 la nave da guerra francese Alecton, nelle acque delle Canarie, catturò un calamaro lungo 7 m, di cui 2 m di tentacoli.
La cattura però non fu portata a termine perché l'animale, a causa del suo enorme peso, fu tranciato dal cavo che lo stava salpando e i resti finirono in mare, dove scomparvero lentamente sotto lo sguardo dell'equipaggio.
Prima di questa data esistevano vecchie notizie di esemplari arenati, come quella di Thingore in Islanda, risalente al lontano 1639, o quella più recente di Scheveningen nel 1961, ma si trattava di notizie piuttosto vaghe sul ritrovamento di carcasse in avanzato stato di decomposizione arenate sulle spiagge, i cui resti erano stati attribuiti a parti di altri animali.

Nel 1878 un altro calamaro si era arenato a Timble Tickle sulla costa settentrionale di Terranova. Tre pescatori al lavoro vicino alla costa avevano notato una massa non identificabile che poteva sembrare un relitto. Avvicinatisi, si erano accorti che si trattava di un calamaro gigante ancora vivo, ma certamente malato o moribondo, che si era arenato.
Usando le ancore delle loro imbarcazioni avevano agganciato l'animale e lo avevano assicurato ad un albero, così quando era giunta la bassa marea il calamaro era rimasto a secco ed era morto. Allora era stato misurato: il corpo era lungo 7 m ed i tentacoli più lunghi, del diametro di 85 cm, quasi 12 m con ventose da 10 cm.

 

Mostri del mare
Giancarlo Costa e Maurizio Mosca
Mursia
 

  

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