Fiammiferi nella
tormenta
Convincimi
che sul volto mio piú
specchio di te c’é.
Perché
m’alzo
ma ancor non t’oltrepasso.
Mi impegno,
ma di te ancor non mi spengo.
Eppure i fiammiferi ho gettato nella tormenta
e detto di correre alla mia impotenza
prima che il buio la sorprenda
a giocare a nascondino da sola
liberando mai la tua aurora.
Sbattimi
la coscienza contro il letto
ed illudimi che non era amore quello,
imperfetto.
E poi strappami con forza il cerotto,
che il mio Io senta
e piú
bruci
nella tua rotolante zolla d’incandescenza.
Belfagor
Paolo Facchin
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