Non sono stato
Sono stato uomo
e lo sarò fino a quando
l'urna mi incenerirà lo sguardo.
Sono stato sale
buttato su ferite
di cicatrizzato mare.
Sono stato perso
svuotando di verità il mio pasto
che non ha il tuo tatto nutrito.
Sono stato nome,
cognome, città, via
ed impronta tua digitale.
Sono stato decente,
indecente, sceso al tuo ginocchio
e salito d’angoscia di chi perde.
Sono stato perdente
spegnendomi come sterpaglia indifferente
a brace d’occhio che mi aizzava.
Sono stato fuga
che non sa scappare
perché d’amplesso tuo si vuole liberare.
Sono stato numero
e mi contavi,
lettera e mi scrivevi.
Sono stato volto con barba
e senza
e sfera da vederci dentro senza capirci nulla.
Non sono stato piuma
che d’angelo aleggiava
sul tuo paradiso preferito: l’esistenza.
Belfagor
Paolo Facchin
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