Ora che corrode
Mi guardo dentro
e sento te, vento
della nudità
che insapona santità
accogliente il tuo amare
nella chiave
che in toppa al contrario vuol girare.
Respiro grido
di alto imbarazzo
come gas di scarico,
remissivo:
opterò per stradine abbandonate
da sole, dove sagome
non lasciano piede bagnato
perché pozzanghera
assorbe la tua ora
che, tatuata, mi corrode il polso.
Belfagor
Paolo Facchin
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