Sai
Sai ascoltare?
Sai diradare il vento con un pensiero?
Sai leggere i miei sogni accanto ad un cuscino? Ed inventarmi una
scusa per quando sono stato malandrino?
Per quando di te volevo solo respirare e tu giá del mio respiro piú
sapevi che fare?
Sai discernere da lacrima mia il tuo gesticolare che, solo lui,
sapeva farmi indossare l'altezza d'un orgasmo solare?
Sai ridere, piangere?
Sai che di te la cancellatura del volto mi devo inventare per non
inveire piú contro me stesso. E anche ritrovare Iddio fa male.
Perché Egli parla altri linguaggi, ride con altri occhi, e solo mi
ha lasciato con la tavola imbandita, piena di vita
eppur in me sfinita perché, a quella seggiola, tu, non
sbocconcelli piú il mio avvamparti.
E con un soffio di pianto ti cerco fra le dita e m’accorgo che quel
che mi resta è solo risalita.
Mia rosa oggi mi sfuggi dai pensieri e mi
attecchisci, con una spina, il cuore.
Sanguino di te.
Belfagor
Paolo Facchin
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