Le donne di Tagore
hanno caviglie leggere
e un tremito fugace
nelle pupille cerbiatte.
Le donne di Tagore si cingono i fianchi
con fiori di mango e d’ibisco
e adornano i loro lobi rosati
con la luce di fuggenti mattini
Camminano lungo i sentieri
con le palpebre socchiuse
celando il loro cristallino
più nero delle nubi in tempesta.
Non lasciano mai il loro mantello
sulle rive di fiumi sconosciuti,
o il loro velo ai bordi della notte misteriosa.
Camminano come sospese,
facendo tintinnare i loro monili,
ma non fanno troppo caso
alla rosa che col respiro
si schiude sopra il seno.
Sono avvezze alla luce della lampada,
riparano il loro incarnato d’avorio
dal sole dei meriggi.
Ma, alla fine del giorno
non hanno vergogna a mostrare
l’incantato giardino
al loro giardiniere
che gentilmente
l’uscio bramato sospinge
con nocche di dita leggere…