Anna, la raccontastorie


Tesori di fondali

 

 

1
E mi sono armata
di un bisturi affilatissimo
per liberarti dalle schegge
di un dolore
che ti faceva urlare
come lupo ferito a morte.



2

Penelope reincarnata,
di un novello odisseo
ho tessuto bende–sudari
per le quotidiane delusioni
che mi devastavano i sogni.



3
Mi ribellavo all’idea
che la rediviva conchiglia
non potesse custodire
tesori di fondali.



4

Rivelami, rivelami, o mare
cosa nascondi
tra le tue pagine d’acqua!
(ma tu, spietato,custodisci bene
il tuo segreto)



5

Mi mutai nella rosa di gerico 
per sopravvivere al deserto
nel quale un dio crudele
dallo scettro acquitrinoso,
mi aveva trapiantato.
Ecco, sono la rosa damascena;
tesso fazzoletti damascati:
morbidi scrigni
per custodire lacrime iridate.
Sono la rosa recisa
che anela calici di rugiada.



6

Divenni per te
la rosa tardiva
sbocciata su uno stelo
al limite del cielo.
Un vento sensuale
la scompigliava
in mille petali odorosi.



7

Con mani esperte
mi mettesti a dimora
nel tuo giardino.
Complice,
la stagione dei poeti,
mutasti il mio roveto
in un roseto



8

Nel tuo limbo di dolore,
crescono
alghe policrome di poesia.
garofani rossi di sangue,
prati d’invertebrati,
dove galoppano giovani ippocampi,
danzano meduse come farfalle d’acqua



9

Ti piaceva accarezzarmi
con dita di sofferta poesia.
Lievi dita,
lievi, come petali di luna:
luminosi atomi fluorescenti.



10

Con te ho scoperto
d’avere nuova vita..
Con un nuovo nome
tornerò bambina
e diverrò adulta
attendendoti ogni notte.



11

Divenni
volontaria prigioniera
di un amore
che involontariamente
mi rendeva schiava di sé



12

Mi ammalai della noia dei poeti,
e mi misi a scandagliare
gli anfratti marini
dove fiorivano lussureggianti gorgonie,
restando abbagliata dalla loro malia.



13

Un treno impazzito
ci travolse,
lasciando, su storie parallele,
gli atomi omologati
delle nostre anime
che si cercavano da sempre.



14

Sei il farmaco necessario
per guarirmi da un virus
che tu stesso mi hai trasmesso.
E guarirò solo vivendo
di te.



15

Devo a te, al tuo martello pneumatico,
se le mura merlate di silenzio
sono state disintegrate.
Con te, ne uscivo ogni giorno più viva,
io, sepolta viva.



16

Una primavera ruffiana
ti fa esplodere nella mia mente:
ho chiamato col tuo nome
il primo papavero spuntato
sul tratturo dell'anima mia.



17

Sopra una concava mezzaluna
mi dondolavo,quando ,
come un guerriero macedone
avanzasti, frangendo cortine di tristezza:
porgendomi altalene di musica e di sole.



18
Per te, poi, ripresi a germogliare di versi
solo per sfiorare i tuoi capelli
imbiancati di polvere di stelle.



19

Ieri, ho incontrato
la bambina che è in me;
affondava i suoi piedini
nel fondo del tuo mare
a raccogliere piccole conchiglie
rosa-perla.
Nella sua bocca fioriva
la perla più bella!



20

Ho inventato lucciole di parole
da custodire sotto un cuscino
di solitudine:
lampade magiche
per sconfiggere le ombre della notte.



21

Una pagina dopo l’altra,
una, dieci,mille pagine d’acqua
per un libro d’amore
scritto solo per noi.
- inedito per sempre -



22

Sono invaghita del mare,
di quel mare che m’impaùra,
che mi plagia,
che mi feconda di poesia.
Se nascessi
in un’altra vita
vorrei essere rosamarina.



23

Ho spezzato le corde
alla tua voce.
Ma è quando sei afono
che gridi più forte
il tuo essere uomo.



24

Sono una preda.
Mi dibatto nel tuo carniere.
Puoi fare di me quel che vuoi.
Finirmi,
o ridarmi indietro
la mia vita.



25

Alla dolce morsa
del cappio
nel quale mi dibatto
posso soltanto
Arrendermi:
alzo le braccia
al tuo dominio d’amore.



26

La tua mano ladra
mi deruba nottetempo
grappoli di versi:
come bimbo affamato
te ne nutri.
E ancora, ancora, me ne chiedi.



27

Quando temo di annegare
mi aggrappo alla vita
con la stessa disperazione dei naufraghi.
Tu mi lanci liane di parole
e mi attiri nel tuo approdo.



28

Mi ascoltavi, rapito,
quando ti raccontavo di me;
come bimbo mai sazio di fiabe,
dalle labbra mi strappavi racconti..



28

Quando mi mancavi,
- a tratti ti nascondevi -
gli occhi si colmavano di lacrime
che asciugavo col dorso della mano,
furtiva, come una bambina.



29

Le faville dei miei ti amo
arrossavano il volto
di una Luna anemica.
I tuoi tremori improvvisi
alimentavano bracieri di desiderio.



30

Aprimi le tue porte,
azzurro guardiano dei molteplici mari.
Infrangi col tocco delle tue mani
i mille chiavistelli di nebbia
che mi rabbuiano l’anima.



31

In calici di mani
ti porgevo da bere,
acqua di sorgiva:
custodivo una cascatella segreta
nel cavo del mio seno cristallino
per rimuovere dalle tue labbra
l’amaro del salino.



32

Tu sei la parola di fiordaliso
spuntata sull’arenile dimenticato
dai Tritoni:
il canto azzurro delle Sirene
quando delirano di solitudine



33

Desiderai diventare
sussurro d’acqua fiumana
per scendere alle radici:
piuma d’amore
per carezzare la terra:
nascondermi con te
sotto una coltre di vita.



34

Suonami, suonami ancora
la tua struggente melodia,
suonami un “notturno” di Chopin,
musicista dalle mani di alabastro;
la tua musica racconta di amanti infelici,
condannati a non fondersi d'abbraccio...
la tua musica è il leit motiv
di un viatico di solitudine...



35

Marinaio, che riveli sul volto
l’impronta del mare,
raccogli sul tuo messale turchino
il salmodiare della marea.



36

Avanzando, su passatoie di rugiada,
m’inoltrai nel giardino segreto
della tua infanzia,
per raccogliere in turiboli di mani
fragranze mai sopite di aranceti.



37

I miei ti amo, come bianche colombe
si annidavano
sulle cupole d’oro di cattedrali
baciate dagli sguardi dei tramonti.
- Invidiosa, la Luna, si copriva il volto
con dita tremolanti.



38

Il sentiero,
il sentiero,
il sentiero:
additami, o sogno, dove conduce il sentiero
che con mani rosate mi segni d’indicibile luce
sulla trama intricata del vivere.



39

Affamata di te,
tendo anelante le mie mani:
sazia la mia brama,
deponi sulla bocca dell’anima
bacche vermiglie di corallo.



40

Senza avvederti,
sei passato
veloce e travolgente,
come vento di libeccio
sulle rose che non colsi,
sulle spine delle delusioni...
sui petali appassiti delle attese....
sui palloncini rossi degli incontri
sfuggitici di mano...



41

Urlo mille ti amo.
che ricadono
come atomi di illusioni sul mare,
Mare, mare e ancora mare
icona di te,
bara di te,
braccia di te,
Sogno di te"



42

Le tue parole, come posso dimenticarle,
sono fuochi d'artificio
che mi esplodono nella mente:
sono rivoli di musica
che mi cullano dolcemente.
Torna, dal tuo esilio di silenzio,
se tu non parli chi tesserà lenzuoli
azzurri agli ultimi gabbiani?
chi coglierà l'ultima rosa
nella serra del mare?
Il mio cuore, lo sai,
è un nido di rondine,
un'attesa di primavera.



43

Perché, perché, mi chiedo,
frantumarsi l’anima nel dubbio.
Perché piangere lacrime di madreperla,
quando so che esisti,
sei vicino,
che sei mio, anima mia?


Anna Marinelli

   

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