potrei perdermi
in questo spazio
di cattedrale
trapassata dalla luce.”
Grido forte
nel mutismo labiale,
nell’ora della sera che spaura,
chiamo tutti per nome.
Parlo allo specchio
e mi rispondo
per pietà di me stessa,
smarrita in un dedalo di pensieri
più che nell'ingresso della casa,
amplissimo.
Sfoglio l’album
dei mille volti
e dai mille nomi,
caleidoscopio
delle voci perdute.
“Potessero le mie mani
sfogliare la luna” mentre intorno
è desertica pianura
e le voci , talismani di musica,
risuonano lontane.
Dove siete bambini
dalle gaie risate.
Chi vi canta ora
la serie dei numeri,
e la ninna-nanna di Brahms,
le sole capaci
di convincere il sonno
a dimorare nei vostri occhi.