www.colapisci.itL'uomo che diventa pesce per necessità o per scelta


Francesco, il tuffatore dello Stretto

Mentre Cola perde un fratello, Scilla gliene trova un altro.
Il primo era fratello di sangue e di silenzi pieni di attese; il secondo, Francesco, è fratello di mare; lo stesso mare che Cola respira.
Francesco ha cuore e anima pervasi dalla malia dello stretto.
Si sente
egli stesso mare e silenzioso turbamento blu.
Soggiace con sapido piacere all'attrazione incondizionata di andare verso un mondo denso, fatto d'acqua e di sale e sprofondato nella notte.  Pure lui, si tuffa verso l'ignoto, dove l'attesa diventa sovrana, ma ha l'occhio attento e pronto ad accogliere nuove meraviglie.
Come un paladino, perdutosi nelle tradizioni di queste terre assolate e ingrate, combatte contro i predoni dello stretto e sogna. Sogna, come ogni amico di Cola, che venga un giorno in cui l'uomo ritrovi il mare e che ritrovandolo lo consideri  vera fonte di rigogliosa biodiversità.
Vuole con determinazione che i suoi figli e figli dei suoi figli e i figli di tutti possano vivere, ancora, la struggente e intima bellezza dello Stretto, godendo delle emozioni che gli incredibili suoi abitatori regalano a chi sa veramente amare il mare.
Ogni volta che si tuffa, attende
con fiducia le creature marine e si affratella ad esse con umiltà, facendosi portavoce di loro tra gli umani.

 

   

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