Quando, tra l’ultima doglia ed il primo vagito, la vita lo accoglie, Cicciu
comprende subito la volubilità del suo essere.
La luna piena, che annegava di luce le sponde dell’antico Stretto, gli aveva
offerto i suoi raggi ora che si affacciava alla vita.
Cicciu cresce frastornato, tra lo sferragliare di un treno e le righe di un
compito troppo difficile.
Sempre un passo dietro la sua sottile ironia, affronta il mondo con piglio e
distrazione riuscendo a portare il peso delle sue idee spesso troppo grandi
per la saccoccia che gli fu consegnata appena fuori dal canale della vita.
Ancora oggi, se guardate la luna appena sorge dietro le montagne calabre,
scorgerete il volto rubicondo di quel bambino che è rimasto a contare i
sassolini colorati sulla spiaggia, mentre il mondo gli passa accanto, per
sua fortuna scansandolo.