A proposito del gallo voglio far notare una cosa che non molti messinesi sanno, e cioè il motivo
per cui esso non può mancare nel menù di ogni casa, anche la meno abbiente,
il giorno di Mezzagosto che costituisce la festa più popolare dedicata alla
Madonna, alla Vara ed ai Giganti.
Quando i galletti si crescevano in proprio, per tutte le campagne messinesi
fino al 14 di agosto i loro canti facevano da sveglia mattutina; all’alba
del 15 non ne cantava più neanche uno.
Perchè questa strana improvvisa strage di polli?
Oggi solo pochi mangiano polli ruspanti, quelli veri, perchè adesso i polli
sono quasi di plastica, tutti uguali e vengono prodotti in apposite
fabbriche; dicono anche che fanno crescere il seno poichè sono imbottiti di
estrogeni, mentre una volta si imbottivano con mollica, formaggio, fegatini
e tritato(?).
I tempi cambiano, ma il gallo a Ferragosto è un rito messinese per cui chi
ha conoscenze in campagna se lo prenota per tempo.
Si continua a tirare il collo al gallo perchè questo rappresenta il simbolo
della Francia.
La rituale pratica continua dall’agosto successivo al 1282 quando, durante
il Vespro Siciliano i cittadini tutti, uomini e donne, sotto l’immancabile
tradizionale protezione della Dama Bianca, abbandonate momentaneamente le
caratteristiche di buddàci, diedero luogo ad uno dei più epici
movimenti di insurrezione popolare della storia non solo siciliana,
sconfiggendo senza pietà la “mala razza” degli Angioini che per dodici
lunghi anni li aveva dissanguati economicamente ed umiliati umanamente.
Ancora oggi, a distanza di oltre settecento anni, l’atavico odio verso i
francesi lo scarichiamo, inconsciamente, sulle cosce del povero gallo a
ricordo della liberazione da oppressione, angherie e soprusi di un governo
che non teneva in minima considerazione la personalità del cittadino, e Dina
e Clarenza ce lo ricordano ogni quarto d’ora (?) col suono delle campane del
Duomo.