Madonna della Lettera -
Campanile meccanico - Messina
Checché se ne dica il
siciliano è generalmente molto religioso, lo dimostra il fatto che in dialetto
una persona qualsiasi, anche non praticante, viene chiamata
cristiànu, mentre gli atei, i non credenti,
vengono chiamati tucchi o, più
pittorescamente, incredìbbili di Diu.
Una delle esclamazioni che caratterizzano il siciliano al di fuori dell’Isola è
Bedda Matri!, che è solo una
semplice, istintiva invocazione alla Madonna.
Nel 42 d.C. San Paolo, dopo
aver convertito i cittadini dello Stretto, organizzò una gita in Galilea dalla
quale i messi messinesi tornarono con un plico indirizzato all’intera città,
legato coi santi capelli della Madonna, che
recitava testualmente così: - Maria Vergine, figlia di
Gioacchino, umilissima serva di Dio, madre di Gesù Cristo Crocifisso, della
tribù di Giuda, della stirpe di Davide, ai messinesi tutti salute e Benedizione
di Dio Padre Onnipotente.Consta per pubblico strumento che voi ci
avete mandato legati (perché
li avessero legati non si sa, forse perché non arrecassero danno)
e nunzi e che già per le prediche di Paolo Apostolo
vi è nata la via della verità, e che il Figlio nostro, generato da Dio, si è
fatto Uomo e dopo la Sua resurrezione è salito in cielo.E perciò benediciamo Voi e la Vostra città
della quale vogliamo essere perpetua protettrice.
Da quel momento Messina, oltre
ad avere avuto la fortuna di ritrovarsi in uno dei posti più belli del mondo, si
ritrovò anche quella di essere sotto la protezione della figura femminile più
importante del cristianesimo; nacque così quel filiale
culto mariano che è ancora oggi
fervidamente vivo a distanza di duemila anni.
Ma la fortuna di un uomo, di una città o di un popolo funziona sempre a corrente
alternata, come afferma il vecchio proverbio: - Bon tempu e malutèmpu non dura sempri un tempu!.
Nel corso dei secoli la città fu tartassata da Dio e dagli uomini come
pochissime altre.
Dall’ira di Dio neanche la Madonna riuscì a salvarla, ma da quella degli uomini
lo fece quasi (“quasi” perché, durante l’ultima
guerra, la Protettrice si è un po’ distratta, forse anche perché c’era mezzo
mondo che le chiedeva aiuto) sempre, ed ebbe pure un gran da fare!
Cominciò così una incredibile serie di eventi prodigiosi che alimentò quel culto
senza confini.
Per intercessione di Maria il
conte Ruggero di Altavilla poté occupare
Messina nel 1060, entrandovi trionfalmente e platealmente a
cavallo di un cammello, dopo averla liberata
dai saraceni e dai suoi leggendari e
giganteschi dominatori Mata
e Grifone.
Ma il primo, vero, grande miracolo si verificò quando la Madonna trasformò una
città di Buddàci in una città di
eroi, dove uomini, donne, vecchi e bambini lottarono come leoni per difendere e
liberare il loro territorio dai soprusi dei galletti
francesi che per 12 lunghi anni avevano umiliato ed offeso i
siciliani, tentando di sopraffarne il carattere e di calpestarne i sentimenti.
Una splendida e terrificante Dama Bianca
combatté a fianco della città, proteggendone le mura sotto il suo candido velo e
seminando il terrore fra gli avversari; invisibili arcieri scagliavano i loro
dardi sul nemico che attaccava da mare e da terra.
Durante tutti gli assedi la pesca fu sempre miracolosamente più abbondante del
solito.
Dina e Clarenza - Campanile
meccanico - Messina
Con l’aiuto della
Regina delle Vittorie i messinesi scrissero
la pagina più gloriosa di tutta la loro storia, specialmente sul colle della
Caperrina (che in arabo significa
terreno scosceso), dove
Dina e Clarenza passarono alla leggenda per
avere sventato un attacco nemico
(la
stessa cosa era capitata in precedenza alle oche del Campidoglio, che però non
finirono mai immortalate su un fantastico campanile).
Sullo stesso colle, la Madonna volle che si costruisse il suo santuario; apparve
ad un eremita e gli ordinò di radunare la cittadinanza perché una colomba
bianca(pure
questa andò a finire sul campanile del Duomo a dispetto delle oche di prima)avrebbe tracciato col suo volo i confini della chiesa che poi si
chiamò di S. Maria dell’Alto o
Montalto.
Seguì un altro prodigio: nel 1300 un quadro orientale
con l’effigie della Vergine arrivò su una
nave il cui proprietario voleva donarla alla Cattedrale, ma quando andarono per
prenderlo quel quadro divenne così pesante da non farsi nemmeno spostare.
Su suggerimento celeste fu possibile trasportarlo
solo al santuario di Montalto.
Anche il quadro, nella prima metà del 1500, compì il suo miracolo; dopo una
lunghissima siccità fu portato in processione ed appena uscito dal santuario vi
fu una pioggia così abbondante che i fedeli dovettero riparare in chiesa con gli
occhi bagnati dalla commozione.
Molte altre guerre avevano seguito il Vespro
e, durante uno dei tanti assedi, riapparve la Dama
Bianca, sempre su quel benedetto colle che sovrasta la città; uno
spregiudicato francese tentò di colpirla con una freccia che però gli rimbalzò
in un occhio accecandolo.
Vascelli - Museo - Messina
Lo stesso lungo assedio stava
avvilendo la cittadinanza che si rivolse a S. Alberto
da Trapani, di stanza a Messina, il quale con la preghiera ottenne un
altro miracoloso prodigio. Tre navi cariche di frumento arrivarono in
porto da provenienza ignota, scaricarono in silenzio e ripartirono per chissà
dove; dopo quattro giorni altre quattro navi fecero la stessa cosa.
Erano state sicuramente mandate dalla Madonna della
Lettera! Il Vasciddùzzu, un piccolo
naviglio seicentesco posto su una bellissima varètta,
il tutto in argento massiccio, simboleggia questo avvenimento; se ne fa ancora
oggi la processione il giorno del Corpus Domini
adornandolo di spighe di grano benedette che vengono poi distribuite ai
fedeli.
Sul Vasciddùzzu c’è un involucro di
cristallo contenente un capello della Madonna,
che viene portato in processione anche giorno 3 giugno,
festa della Patrona.
Santuario di Montalto
Da quando la regina
Costanza, madre di Federico III°, ne buttò
personalmente la prima pietra nel 1286 o 1294, Montalto fu destinato a divenire
un simbolo storico della città.
Divenne un santuario mariano destinatario di
indulgenze e privilegi pontifici, fu considerata basilica reale, meta di culto e
donazioni di molti sovrani, per ultimi i Savoia.
Dopo oltre sei secoli, l’orrenda alba del 28 dicembre
1908 vide crollare il santuario assieme alla sua città, ma dalla
chiesa baracca della Caperrina, già nel giugno del 1909, suonarono nuovamente,
per prime, quelle campane che risvegliarono nei sopravvissuti la voglia e la
speranza della ricostruzione.
Santuario di Montalto
Il 12 giugno 1910 si ributtò
la prima pietra (di cemento), ed il 12
giugno 1911 davanti a circa 20.000 cristiani
fu consacrata la prima chiesa in muratura risorta dalle macerie.
Negli anni successivi il tempio della Regina di Messina
fu abbellito ed ampliato; internamente fu dotato di un organo di 565 canne.
Dopo la 1ª guerra mondiale, l’arcivescovo monsignor Paino ricevette in dono dal
governo parecchi cannoni di bronzo tolti al nemico dai quali fece ricavare un
concerto di 25 campane, capaci di suonare
qualsiasi melodia, che donò al santuario.Dalla più
grande alla più piccola il diametro varia da 1,5 m. a 36 cm. ed il peso da 1,9
t. a 23 Kg.
La 2ª terribile guerra mondiale risparmiò Montalto, forse per caso o per
miracolo, dato che diverse bombe caddero nei paraggi; sarebbe stato troppo
buttare per la terza volta la prima pietra!
Madonna della Letta - Stele
del porto di Messina
Dal
1934
la statua dorata di una Madonnina, che
benedice la città dall’alto di una bella colonna, domina lo stupendo porto
falcato.
Ma il culto mariano non si esaurisce con la Madonna
della Lettera.
Il Venerdì Santo, durante la seguitissima processione delle Varètte, la statua,
dietro cui si affolla il più gran numero di fedeli, è
sempre quella dell’Addolorata.
La Vara
Con la
Vara, poi, si raggiunge il massimo della devozione, rasentando
quasi il fanatismo.
L’Assunzione(ultimamente
a Messina di “Assunzione” c’è solo quella di Maria Vergine al Cielo; per i
messinesi non se ne parla nemmeno, anzi, si parla sempre più spesso di
licenziamenti)
viene rappresentata da quella enorme macchina
piramidale trascinata dal popolo, dove il personaggio posto più in
alto è proprio la Madonna, innalzata al Cielo dal
Redentore.