Mi
sono ritrovato a parlare di una delle zone più importanti e più ricche di
leggende e di storia, la cosiddetta “zona falcata”.
Da lei hanno preso nome la città ed i cittadini che con il loro difetto
maggiore, l’immobilismo, hanno permesso che diventasse la zona, forse, col
più alto indice di degrado urbano.
Partiamo da lontano;
quando attorno al 4000 a.C. esistevano gli Dei, capitò che Crono, poi
Saturno per i latini, invidioso del padre Urano e desideroso di succedergli
al governo del mondo, prese una falce di selce ed evirò il padre buttando
poi in mare la falce fallicida.
(Se Saturno ha dovuto usare una falce grande
quanto una penisola si suppone verosimilmente che Urano fosse superdotato.)
Fu così che nacque Zancla
o Zancle.
Fontana di Orione del
Montorsoli
La
leggenda vuole che successivamente il bellissimo Orione, figlio del dio del
mare Nettuno e della dea Terra, con l’aiuto di giganti o di ciclopi
restaurasse il porto e fondasse la città. Per riconoscenza qualche mezzo astrologo dedicò ad Orione una intera
costellazione e la sua stella più luminosa al suo fedele cane Sirio;
Montorsoli poi fu incaricato di scolpirgli una fontana che ancora oggi fa
sfoggio di sé in Piazza Duomo.
Il fatto che Orione avesse avuto l’aiuto dei giganti imbastardì le leggende
a tal punto che il popolino attribuì la fondazione di Messina a Mata e
Grifone, 5000 anni dopo del fattaccio di Urano.
Mata e Grifone
Piazza San Raineri e
Lanterna (da Cartolina)
Molto dopo la zona venne
chiamata penisola di S. Raineri, ed un motivo c’è.
Difatti dovete sapere che S. Raineri prima di fare il Santo faceva il ladro
e così capitò che durante una sua operazione fu colto in flagrante da alcuni
energumeni, fra cui pure qualche cieco, ed il povero Raineri prese tante di
quelle botte da orbi che ne uscì malconcio e con un braccio rotto che gli
rimase poi storto a forma di falce per tutta la vita.
A parte le leggende, questo braccio storto di terra diventò famoso in tutto
il piccolo mondo antico.
In un primo momento, oltre al faro di segnalazione ai naviganti, vi erano
saline, vari monasteri poi trasformati in fortini, un cimitero francese ed
uno inglese ed un lazzaretto isolato dalla terraferma dove si ospitavano i
numerosi sfortunati colpiti dalle varie pestilenze che afflissero la
popolazione.
Porta Grazia
Il momento di maggiore
importanza per la zona si ebbe attorno al 1700 quando, sotto il dominio
spagnolo, su progetto di Carlo Grunenbergh (?) fu edificata la cosiddetta
Cittadella.
Fu chiamata così perché vi si potevano ospitare fino a 8000 persone ed aveva
una capacità di fuoco di 300 pezzi di artiglieria, vera roccaforte
strategica per la difesa della città e dell’intera isola.
Fu considerata una delle più belle costruzioni fortificate del mondo; aveva
forma pentagonale e poteva essere completamente isolata dalla terraferma per
mezzo di un ingegnoso sistema di canali artificiali.
Se ne possono immaginare le bellezze osservando le vecchie stampe poste in
moltissime sale d’attesa di studi professionali ed in tantissime case
private, quasi a testimonianza del malinconico rimpianto cittadino per un
antico splendido passato.
Terremoti, maremoti e guerre ne hanno distrutto le mura, ma incuria,
disinteresse ed abbandono ne hanno distrutto anche il ricordo.
Le esigenze della vita
moderna hanno voluto che proprio dentro i resti di questa antica gloria
era stato costruito il deposito di tre quarti della
spazzatura prodotta nel Comune ed il relativo inceneritore che
distribuiva gratuitamente diossina a tutta la
cittadinanza, dato che lo scirocco è una delle nostre specialità.Tutt’intorno poi una miriade di depositi di ferro vecchio, “sfasci”
per macchine e “baracche” dove zoccole e “zocculùni”
operano indisturbati.
Completano il quadro grappoli di cani randagi,
qualche maiale allo stato brado, preservativi, siringhe e corse mattutine di
cavalli che, con scommessa messa, non saranno autorizzate. Come se non
bastasse si pensò di fare dell’adiacente Maregrosso una discarica
autorizzata dove con frenesia si scaricarono tutti i reperti storici che
uscivano dal sottosuolo, tanto che si improvvisarono schiere di cercatori
d’oro, in monete o altri oggetti antichi.
Finalmente si fece finire questo sconcio e si pensò bene di spianare la
discarica creandovi sopra un variopinto campo per i nomadi, che prima
girovagavano nella stessa zona senza un insediamento fisso.
Se si considera poi che la
zona comprende anche una moderna stazione di degasifica che produce rifiuti
molto speciali, allora non si può fare altro che pensare che tutta la
penisola, che dovrebbe chiamarsi Repubblica di San Raineri, sia oggetto
della maledizione di Urano che sicuramente, dopo il fattaccio, si sarà
incazzato, anche se in questo caso solo metaforicamente.