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Un fenomeno sempre piú frequente. Che dire ad un figlio confuso che si confida? Questa poesia vuole essere soltanto un punto di vista. Sarei curioso di conoscere il vostro.
L'amuri chi non gígghia
Mamma, cu tia pozzu parrári:
L’amore che non germoglia
- Mamma, con te posso parlare: non sento alcun trasporto verso la femmina; se penso alla stagione dell’amore, spunta fuori l’immagine di Salvatore. Eppure sono maschio esteriormente! Che mi succede, mamma, in questa testa? Nello specchio faccio la mia figura, ma non faccio festa alle mie belle forme.
Ho
la sensazione che ci sia stato un errore in paradiso, e
che mi hanno attaccato uno strumento che non mi toccava
e che mi fa solo peso, perché non é consono al mio modo
di sentire. Magari c’é una femmina, poverina, che si
dispera e piange come me. Potessimo scambiarci gli
strumenti e ritrovare cosí la pace e l’armonia! - Figlio caro, non ti esterno il mio dolore, perché giá il tuo destino é doloroso e amaro: non c’é stato sbaglio nella casa del Signore, quello che ti toccava ti hanno attaccato. Ma non basta questo strumento naturale per diventare un buon suonatore, come al mare non basta il sale per dare sapore al pesce! Tuttavia non ti angustiare figlio caro, nel mondo trovi buona compagnia, perché oggi questo strumento é poco usato: non fa piú parte della melodia. Se questo Salvatore della tua vita ti apre il cuore e dissolve la nebbia, corri, figlio mio, perché il tempo ti insegue: si tratta pur sempre di amore, anche se non germoglierá mai.
Walter Ignazio Preitano
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