Un giorno Nicola, il fratello di
Peppuccio, mi disse: - Nel pomeriggio variamo a
costardelle; se é interessato, ci vediamo alla torre per
le cinque. Nicola era un appassionato di quel tipo di pesca, ed
era considerato "uno che ci sapeva fare". Ed allora
decisi di non farmi sfuggire l'occasione. Ci sarebbe
stato anche Salvatore "il banchiere", amico mio e cugino
di Nicola.
La pesca delle costardelle non é facile, e richiede
molta esperienza sia nell'avvistare il branco, sia nel
calare la rete. La dinamica assomiglia molto a quella
della pesca delle alalunghe, ma si fa andando per mare
in cerca del branco e senza l'ausilio della feluca. Si
usano due barche, e una delle due può essere il "buzzettu".
Comunque deve essere una barca grande, che possa
contenere agevolmente la grande rete
ravastina(raustina in
altre località), e veloce che possa
raggiungere il branco e superarlo.
La costardella é un pesce azzurro che si
pesca in poche zone d'Italia. Oltre che da noi, credo
che sia pescato ed apprezzato in Liguria. La tradizione
vuole che la sua "morte" sia la frittura, accompagnata
magari con cipolla cruda, tagliata a strisce ed immersa
in acqua ed aceto. Però, se si tratta di esemplari di
taglia un po’ più grossa, li si può spinare e farne
degli involtini da cucinare alla ghiotta o alla brace.
Ai bimbi piace molto spinato, infarinato e fritto a mo'
di cotoletta. Insomma, si può giostrare con la fantasia.
A quel tempo i branchi erano molto generosi, per cui la
pesca alla costardella era di sicuro guadagno per chi la
praticava. Il suo prezzo era di giornata, e dipendeva
solo dalla quantità del pescato nella zona.
La prima difficoltà, che per me risultò
insormontabile, é quella di avvistare il branco in
lontananza. Nicola stava in piedi sulla prora, mentre la
grande barca, sulla quale c'ero a bordo anch'io, batteva
un piccolo tratto di mare invertendo la rotta con
frequenza. Ah, a proposito: la direzione Nord,
convenzionalmente é intesa "susu",
cioé sopra, quella Sud invece "iusu",
cioé sotto. Per le altre due direzioni ortogonali si
usa indicare "fora",
cioé verso fuori, e "terra",
cioé verso terra. Questo é il modo con cui, chi dirige
gli inseguimenti, comunica con chi manovra la barca.
Questo almeno nella zona di Ganzirri. Per tutte le
direzioni intermedie, una volta che la barca inizia la
manovra, si usa la fantasia. La direzione si blocca
dando l'ordine: "tuttu paru
cosi", nel senso che la virata é stata
sufficiente e che la barca può ora proseguire la sua
corsa mantenendo la rotta.
Il tempo era ottimo e molti equipaggi
avevano già fatto delle buone cale. Sicché l'entusiasmo
non mancava. Tuttavia Nicola non riusciva ancora ad
individuare un branco di pesci. Ogni tanto gli si
avvicinava qualche altro pescatore amico ed insieme
commentavano la disdetta.
Poi, quando gli uomini cominciavano già a dare segni di
sconforto, Nicola attirò su di sé l'attenzione di tutti.
Scrutava il mare nella direzione fora", verso la
Calabria, e dovette usare la mano a mo' di visiera per
riparare gli occhi dal sole. Scrutava attentamente, non
era sicuro. Due uomini vicini a lui scuotevano la testa,
cercando di dissuaderlo. Ma Nicola insistette e ad un
certo punto trattenne il respiro. Poi, come morso da una
tarantola, indicando con la mano un punto del mare non
lontano dalla barca, cominciò ad urlare: - Rizzòmita, rizzòmita Questo é un modo in cui può presentarsi il
branco di costardelle: decisamente il più difficile da
individuare. In questa particolare condizione, le
costardelle si portano con le spadine a lambire la
superficie del mare, tenendo il corpo in verticale.
Cosicché l'acqua si increspa leggermente. Per la
maggior parte dell'equipaggio é davvero un atto di
fede; ma la pesca é tutto un atto di fede!
- Va' fora, fora, fora
- gridava Nicola, mentre nella barca ognuno si
preparava al grande evento della cala -
Va' susu, va' susu
-Nicola ora faceva
virare la barca perché affiancasse il branco e lo
inseguisse, fino a raggiungerne la testa.
Ma la serata non era delle più fortunate, ed il branco
si sfrangiava perdendo la sua compattezza. Allora
bisognava inseguire la frangia più consistente e Nicola
dovette dare un nuovo ordine, gridando a più non posso:
-Va 'nterra, va 'nterra.
Era un cambio di rotta necessario e dopo poco un nuovo
ordine: - tuttu paru cosi, tuttu paru,
tuttu paru, tuttu paru - e
finalmente -
modda ora, modda,
modda. L'ordine era rivolto agli addetti alla "ravastina",
che cominciarono a gettare in acqua la rete,
mentre una cima veniva tenuta dalla barca di scorta.
- Tuttu paru, tuttu paru-;
la rete lambiva il branco nella direzione della sua
corsa. Poi d'un tratto: - va
fora, fora fora.
Cominciava la manovra avvolgente. Il branco era stato
superato e bisognava circondarlo. Tutti attendevano
l'ordine di virare ancora per chiudere la rete. Ma
Nicola voleva allargare di più per imprigionare una
maggiore quantità di pesce. E finalmente l'ordine venne.
Un ordine convulso, allarmato. Le cose non andavano come
Nicola voleva. C'era il rischio di perdere il pesce se
non si procedeva velocemente. - Va' iusu, forza, forza.
Il motore mandava il suo fumo nero dal piccolo tubo di
scarico e tutta la barca tremava. C'era il presentimento
che quella cala non si sarebbe conclusa con il pesce in
barca. Ormai la rete si era consumata e non rimaneva che
tirare. Le due barche si avvicinavano per chiudere la
via di scampo alle costardelle. Si tirava con frenesia,
ma ancora del pesce nessuna traccia. La gente guardava
Nicola, che appariva tranquillo mentre aiutava a tirare.
D'un tratto le prime costardelle
apparvero in
superficie e saltarono fuori dalla rete. Poco male, ma
ora c'era la coscienza che la cala era andata a buon
fine. Chi era libero da impegni, batteva il mare con
ogni oggetto disponibile, per fare allontanare il pesce
dalla rete e dalla porta, che ancora non si era chiusa.
Ed ora, descrivere lo spettacolo di tante
lamelle d'argento puro che guizzavano da ogni parte, é
davvero un’impresa impossibile. I più abili cominciarono
la raccolta delle costardelle con i coppi o direttamente
con le cassette. Il tratto di mare racchiuso dalla rete,
ribolliva e schiumava. La soddisfazione cominciava ad
apparire nei volti dei pescatori, man mano che venivano
ammucchiate le cassette ricolme di pesce.
Alla fine, a detta di tutti, non fu una
gran cala, ma di sicuro una bella impresa.