Si va in apnea, ogni anno,
lungo la linea di orizzonte
del prima e del
dopo di noi.
Perché s’intende, senza scorciatoie,
che tramonti e albe
siano doverosi incroci
per non perdere l’immagine,
la voce, la presenza,
il senso.
Ed è in questa rientranza del Tempo
che è giusto prenderti per mano;
lo
so che ci sei,
sei lí a dondolare le mie giornate
e ad aprire varchi
lungo il cammino dei miei figli.
Ci sei come sei riuscita ad essere;
e a volte anche a non essere.
E del tuo incessante sguardo,
io prendo ritmi e capriole,
mi somiglio e
mi allontano,
e te ne sono grata.