Ha lasciato la sua scia di abbondanza, riempendo le otri dei nostri cuori.
Tutti ci siamo affogati delle sue risate, mimiche incontrovertibili di
spazi da colmare.
Ha cercato nelle mie case oggetti, bomboniere,
ritagli di cianfrusaglie, curtigghiu, drammi e commedie.
Il cibo è stato un alleato e l’ha tradita alla fine, scoperchiando le
sue ossa rimpicciolite e stanche.
Non è riuscita più a scambiare le carte di un gioco a Natale o a rotolare tra i cavalloni di Gioiosa,
ma per fortuna lo ha fatto in un passato che ha il sapore di un sempre.
Ed è nel sempre che sprofondo nella sua infantile capacità di esserci,
vellutata dirompenza familiare che ha incollato i silenzi con le sue domande disarmanti e il suo obbligo di vitalità