In morte di Paolo Borsellino:
Cronaca
Ore 17,16
“Il primo dispaccio di Agenzia”
si abbatte come la sciabolata di un lampo:
“attentato.”
A Palermo, le pareti
murarie
tremano, l’asfalto si liquefa,
gli oleandri s’impiccano
alle guglie dei cancelli.
Ore 17,40
“Sul luogo
dell’attentato
le ambulanze hanno raccolto
decine di feriti”
Uno, mille, centomila
uomini
i vivi e i morti accorrono
a vedere il terrore
bellico,
le rovine improvvise
di una nuova Gerico,
sotto il sole di un luglio
tramortito.
Ore 17,50
“Nell’attentato è
rimasto ferito
un magistrato: una mano
è stata raccolta da
terra”
quella mano che prima
attendeva
l’abbraccio materno (anche
i martiri, sai
hanno una madre)
recisa dal corpo, come
foglia volata
chissà dove, tra le ultime
rose
addormentate, tra le dalie
col capo reclinato dalla
sete,
tra i campanelli dei
gelsomini
silenziosi per la consegna
del silenzio
post-prandiale.
Ore 18,01
“Periti 4 agenti della
scorta
nelle loro auto
blindate”
Eufemismo di:
“bruciati come
topi
nelle loro
trappole”.
I loro cuori sono
inceneriti,
i loro corpi aderiscono
alla finta pelle dei
sedili.
Ardono.
Non fu permesso loro
di gridare all’appello
improvviso: - Mio Dio,
Eccoci! -
Ore 18,15: la conferma
dell'uccisione
E’ “certamente lui”,
il Giudice Borsellino.
Il suo corpo
carbonizzato,
con il braccio destro
troncato di netto è nel
cortile
del palazzo”
Come un improvviso
nubifragio
che ci coglie ignudi,
ecco il tempo della nuova
Apocalisse.
Come una rapida sassaiola
di granate i media
ce ne inviano
le immagini.
“I morti sono 5. Tra di
essi
una giovane donna.”
Una donna
con la sua storia,
il suo paese,
il suo amore,
il suo nome,
EMANUELA LOI.
La prima vittima
di quel sesso gentile
che volle fare l’agente di
scorta,
imparando a contenere
il cespuglio di capelli
nella guardina di un
berretto
militare,
per diventare scudo
di un uomo,
la sua guardia,
la sua inconsapevole
vittima.
Ore 18,22
“Il corpo di Emanuela
Loi
è stato ritrovato in un
giardino”
Tra le bocche di
clorofilla
ci furono grida concitate:
Accorrete! Venite a vedere
anche voi; Qui nel
giardino
è nato un nuovo fiore!
Senza seme né trapianto.
Un fiore di carne
che un attimo prima
palpitava, respirava,
spargeva il profumo
delle sue risa.
Ora,
ha un
cespuglio di capelli
per
corolla,
e un
ibiscus di sangue
sulla
bocca.
Anna Marinelli
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