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Zio Nicola era un prestito ad oltranza di terra di Dasà. Una lacerazione nella tela della vita che elargiva follia e genialità di sogno e sostanza, al di là di ogni schema. Ogni suo gesto, ogni suo discorso ha dato rispetto, affetto, attenzione. Ha inondato i nostri legami di famiglia con anarchica autorità e disarmante sensibilità. Non c'è nessuno di noi che non abbia imparato qualcosa dalle sue illogiche verità assolute e che non abbia condiviso il suo sorriso. Tutti abbiamo assimilato la sua forza invettiva, la sua teoria du lippu, la forza taumaturgica del peperoncino, l'arte di pescare e cacciare preparando tutto a casa, le sue gite 'nto chiumm, le sue perenni vittorie a tressette.
Ora, noi, eredi della sua pienezza di vita, lo immaginiamo lassù: sta
già organizzando una partita a carte con mia madre e zio Cesare e domani
avrà già chi ascolterà le sue storie e chi non potrà se non volergli
bene.
Daniela
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