CHRONICON
CAP. XLVIII
De Nicolao Pisce
Nicolaus Piscis hoc etiam tempore [1239] in regno Siciliae natus est.
Hic enim, dum puer esset, delestabatur esse in aquis assiduus:
cujus mater ob hoc indignata, maleditionem illi imprecata est, ut scilicet semper esse
delectaretur in aquis, et extra eas non posset vivere; quod siquidem contigit, nam semper
ex tunc in aquis maris vixit, nautis apparebat, et cum eis in navibus aliquandiu erat,
maris aestus illis praedicens, et secreta quae viderat in profundo.
Anguillam maximum pisci'um esse dixit, et inter Siciliam et
Calabriam pelagus profundissimum esse.
Imperator Fridericus cum eo sermonem habuit, et
projecto in fundo vase argenteo, institit illi, ut descenderet in profundum, ac vas illud
afferret.
Ille vero ait:
Si descendero in profundum, non revertar.
Experiri tandem
promisit; at quum descendisset, ultra non comparuit hominum visui. Reminiscor quod, dum
puer essem, audire consuevi matres, dum puerulis vagientibus terrorem vellent incutere,
tunc eis Nicolaum ad memoriam reducebant.
Francisci Papini
1322 ~
De
Nicolao Pisce
In quel tempo (1239) nacque nel regno di
Sicilia Nicola Pesce.
Questi infatti, fin da quando era bambino amava stare sempre in
acqua e sua madre, arrabbiata per questo, gli
lanciò contro una maledizione: che preferisse stare soprattutto
nell’acqua e non potesse vivere fuori di essa; il che accadde;
infatti egli da allora visse sempre nelle acque del mare, si
mostrava ai marinai e stava con loro per qualche tempo sulle navi,
preannunciando loro le maree e descrivendo le cose sconosciute che
aveva visto nelle profondità marine.
Egli disse che c’era una anguilla più grande
di tutti i pesci e che, fra la Sicilia e la Calabria, il mare era
profondissimo.
L’imperatore Federico parlò con lui e, gettato sul fondo del mare un
vaso d’argento, insistette affinché discendesse nelle profondità e
gli riportasse quel vaso.
Egli, in verità, rispose
- Se discenderò sul fondo del mare, non
ritornerò
Tuttavia promise che ci avrebbe provato, ma dopo essersi immerso, non comparve mai più alla
vista degli uomini.
Ricordo che quando ero bambino ero solito sentir dire che le madri
quando volevano incutere paura ai fanciulli che piangevano,
ricordavano loro Nicola.
Francisci Papini
1322 ~
Altra traduzione
Colapesce di
Benintende
In
quel tempo [1239] nacque nel regno di Sicilia anche Nicola Pesce.
Questo senza dubbio quand’era bambino si dilettava a stare a lungo
in acqua. Sua madre, indignata per questo, gli scagliò una
maledizione: cioè che rimanesse sempre in acqua per dilettarsi, e
fuori di essa non potesse vivere.
Il che davvero si realizzò, infatti da allora visse sempre
nell’acqua del mare come un pesce. Non poteva stare a lungo fuori
dall’acqua.
Appariva ai marinai e stava con loro per un po’ sulle navi
predicendo loro il ribollire dei flutti e le cose nascoste che aveva
visto negli abissi.
Disse che il pesce più grande era l’anguilla, e che fra Sicilia e
Calabria il mare era profondissimo.
L’imperatore Federico gli andò a parlare e, gettato sul fondo un
vaso d’argento, insistette affinché quello scendesse nell’abisso e
glielo riportasse.
Ma quello disse:
- Se scenderò
sul fondo non farò ritorno.
Tuttavia promise di provarci; ed essendovi disceso non riapparse più
alla vista dell’uomo.
Ricordo che quando ero piccolo ero solito udire le madri che
volevano spaventare i bimbi che piangevano ricordare loro questo
Nicola.
Francisci Papini
1322 ~
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