Tomaso Fazello

Cola  Pesce


Colapisci - Disegno di Oscar Damian

Secondo la memoria dei nostri padri, ci fu a Messina, ma era nato a Catania, un uomo degno di ammirazione in tutti i tempi, che, abbandonato il consorzio umano trascorse quasi tutta la sua vita da solo, nello stretto di Messina, fra i pesci, al punto tale che poiché non appariva chiaramente quanto a lungo vivesse fuori dalle acque del mare, prese il soprannome di Pesce.
Egli fece conoscere, di quello stesso stretto, agli uomini parecchie cose nascoste e misteriose della natura.
Come
un animale marino, nonostante il mare in tempesta e le acque agitate, ne esplorava, nuotando i più profondi ed immensi spazi: ed è chiaro che queste cose sono state da me accuratamente verificate.
Pertanto, ammirandolo i Messinesi per molti anni, come fosse un prodigio, in un importante e solenne giorno di festa sullo stretto, mentre il popolo assisteva, presente Cola, una coppa d’oro fu gettata in mare da Federico II, re di Sicilia, che dà a Cola il compito di recuperarla.
Quando, immersosi per la terza volta (dopo che la ebbe recuperata una prima volta e poi una seconda dal profondissimo stretto) cerca la coppa scagliata dal re negli abissi del mare, atteso a lungo dal re e dal resto della folla, non tornò più tra i vivi.
Si sospettò che egli fosse morto, essendo caduto nelle caverne del profondo stretto e schiacciato dalle onde che lo sommergevano da ogni lato.


Colas Piscis


Premio Colapesce

Fuit Messanae patrum nostrorum memoria Cola piscis, sed Catanae ortus; vir cunctis seculis admirandus, qui omnem fere vitam relicta humana societate, solitariam in freto Messanensi, inter pisces peregit, adeo ut quod diu extra maris aquas esse non pateretur Piscis cognomentum adeptus sit. Is plura hominibus naturae abdita atque ignota, de ipso illo freto aperuit: cum veluti marinum animal, maxima eius profunda spaciaque immensa, etiam foeda tempestate, reluctantibus aquis, natata peragraret: quae a me licet diligenter perquisita.
Cum itaque hunc multos annos tamquam prodigium quoddam
Messanenses miraretur, praecipuo quodam, solennique festo die in fretum, spectante populo, patera aurea a Frederico Siciliae tum rege eo praesente in mare deijcitur, quam Colae inquirendam commendat. Ille cum tertio (postquam semel atque iterum eam e profondissimo vado eruisset) a Rege proiectam in mare mersus per imam fundi aream indagat, diu a rege, caeteraque moltitudine expectatus ad vivos nunq am emersit.
Suspicatum est, in concavi
freti cavernas prolapsum, atque inundantibus undique aquis oppressum interisse.

 

 F. T. Fazello
 De rebus Siculis Decades duae, II
Palermo 1560

Buddaci, pisci missinisi

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