Naturalis Historia
Liber IX
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Plurima autem et maxima animalia in Indico mari, ex quibus ballaenae quaternum
iugerum, pristes docenum cubitorum, quippe ubi locustae quaterna cubita impleant,
anguillae quoque in Gange amne tricenos pedes
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sed in mari belvae circa solstitia maxime visuntur tunc illic ruunt
turbines, tunc imbres, tunc deiectae montium iugis procellae ab imo vertunt
maria pulsatasque ex profundo belvas cum fluctibus volvunt tanta, ut alias
thynnorum, multitudine, ut Magni Alexandri classis haut alio modo quam hostium
acie obvia contrarium agmen adversa fronte derexerit: aliter sparsis non erat
evadere non voce, non sonitu, non ictu, sed fragore terrentur nec nisi ruina turbantur
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Cadara appellatur Rubri maris paeninsula ingens; huius obiectu vastus efficitur
sinus, XII dierum et noctium remigio enavigatus Ptolemaeo regi, quando nullius
aurae recipit afflatum huius loci quiete praecipue ad inmobilem
magnitudinem belvae adolescunt
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Gedrosos, qui Arabim amnem accolunt, Alexandri Magni classium praefecti
prodiderunt in domibus fores maxillis belvarum facere, ossibus tecta contignare,
ex quibus multa quadragenum cubitorum longitudinis reperta exeunt et pecori similes belvae ibi in terram
pastaeque radices fruticum remeant et quaedam equorum, asinorum, taurorum
capitibus, quae depascuntur sata
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Maximum animal in Indico mari pristis et ballaena est, in Gallico oceano
physeter, ingentis columnae modo se attollens altiorque navium velis diluviem
quandam eructans, in Gaditano oceano arbor, in tantum vastis dispansa ramis, ut
ex ea causa fretum numquam intrasse credatur apparent et rotae appellatae a similitudine, quaternis distinctae hae radiis,
modiolos earum oculis duobus utrimque claudentibus
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Tiberio principi nuntiavit Olisiponensium legatio ob id
missa visum auditumque in quodam specu concha canentem Tritonem qua noscitur
forma et Nereidum falsa non est, squamis modo hispido corpore etiam qua humanam
effigiem habent; namque haec in eodem spectata litore est, cuius morientis etiam
cantum tristem accolae audivere longe; et divo Augusto legatus Galliae complures
in litore apparere examines Nereidas scripsit.
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Auctores habeo in equestri ordine splendentes visum ab his in
Gaditano oceano marinum hominem toto corpore absoluta similitudine; ascendere
eum navigia nocturnis temporibus statimque degravari quas insederit partes et,
si diutius permaneat, etiam mergi.
Tiberio principe contra Lugdunensis
provinciae litus in insula simul trecentas amplius belvas reciprocans destituit
oceanus, mirae varietatis et magnitudinis, nec pauciores in Santonum litore
interque reliquas elephantos et arietes candore tantum cornibus adsimulatis, Nereidas vero multas.
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Turranius prodidit expulsam belvam in Gaditana litora, cuius
inter duas pinnas ultimae caudae cubita sedecim fuissent, dentes eiusdem CXX,
maximi dodrantium mensura, minimi semipedum. Belvae, cui dicebatur exposita
fuisse Andromeda, ossa Romae apportata ex oppido Iudaeae Iope ostendit inter
reliqua miracula in aedilitate sua M. Scaurus longitudine pedum XL, altitudine
costarum Indicos elephantos excedente, spinae crassitudine sesquipedali.
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Gaius Plinius Secundus
77-78 ~
Naturalis Historia
Liber IX
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Nell'oceano Indiano poi la maggior parte degli animali più grandi, fra cui
balene di quattro iugeri, pesci sega di duecento cubiti, certamente dove la
aragoste riempiono quattro cubiti, anche le anguille nel fiume Gange trenta
piedi
5
Ma nel mare si vedono mostri soprattutto verso i solstizi. Allora lì irrompono turbini,
poi le piogge, poi
tempeste scese dalle catene montuose sconvolgono in profondità i mari e strappano
dall'abisso le belve spinte con le onde in così tanta moltitudine, come altrove
quella dei tonni, che la flotta di Alessandro Magno si schierò di fronte non in
modo diverso che contro una schiera di nemici: diversamente per quelli che erano
sparsi non c'era modo da scappare. Non sono spaventati né con la voce, né col
rumore, né con un colpo, ma furono spaventate dal fragore e furono sopraffatte
solo uccidendole.
6
E' chiamata Cadara una grande penisola del mar Rosso; dal protendersi di
questa è formato un grande golfo, attraversato a remi con una navigazione di 12
giorni e notti dal re Tolomeo, dal momento che non riceve il soffio di nessun
vento. Per la caratteristica tranquillità di questo
luogo le belve crescono fino ad una grandezza che rende immobili.
7
I comandanti delle flotte di Alessandro Magno tramandarono che i Gedrosi,
che abitano il fiume Arabico, costruirono nelle case le porte con le mascelle
degli animali, ricoprirono i tetti con ossa, fra cui trovate molte della
lunghezza di quaranta cubiti. Qui le bestie escono anche simili alla mandria e,
dopo aver mangiato sul terreno radici di arbusti, ritornano e alcuni con teste di
cavalli, asini, tori, che pascolano i seminati
8
Nell'oceano Indiano gli animali più grande sono il pesce sega e la balena, nel
mare Gallico il capodoglio, che s'innalza come una grande colonna e soffia un
grande diluvio sopra le vele delle navi, nel mare di Cadice il
pesce albero, esteso con ampie fronde, tanto che si crede per questo motivo che
non sia mai entrato nello stretto, si mostra con pinne, denominate ruote per
somiglianza, divise in quattro raggi e con due occhietti chiusi su entrambi i lati.
9
Un'ambasceria di abitanti di Lisbona mandata per questo, annunciò al
principe Tiberio che era stato visto e udito in una certa grotta un Tritone con
quella forma con cui è conosciuto che cantava con una conchiglia.
E non è falsa quella delle Nereidi, col
corpo ispido come squame anche dove hanno aspetto umano; infatti questa fu vista
sullo stesso litorale, gli abitanti sentirono da lontano anche il canto triste
di questa morente; e un ambasciatore della Gallia scrisse al divino
Augusto che sul litorale apparivano molte Nereidi esanimi
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Degli autori eccelsi dell'orine equestre dicono d'aver visto, nel mare di Cadice, esseri marini, dal corpo in tutto simile a quello degli uomini, che
di notte abbordavano le barche appesantendole immediatamente e, se restavano aggrappati a lungo, le facevano affondare.
Mentre era principe Tiberio in un'isola di fronte al litorale della provincia di
Lione l'oceano rifluendo lasciò contemporaneamente più di trecento animali, di straordinaria varietà e grandezza, e non meno sul litorale dei Santoni e fra le
altre elefanti e arieti con corna riprodotte solo di bianco,
poi molte Nereidi
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Turannio tramandò che sul litorale di Cadice fu gettato un animale, fra le
cui due pinne dell'estremità della coda c'erano sedici cubiti, i cui denti 120,
i più grandi con la misura di tre quarti di piede, i più piccoli di mezzo piede.
Scauro durante la sua edilità esibì a Roma, tra
le altre meraviglie, le ossa portate dalla città di Giaffa in Giudea di una
belva, a cui si diceva essere stata esposta Andromeda, della lunghezza di 40
piedi, con l'altezza delle costole che superava gli elefanti indiani, con una
grandezza della spina dorsale di un piede e mezzo.
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