Commedia
in quattro atti, rappresentata la
prima volta in Napoli
dalla Real–Compagnia Fabbrichesi sul teatro Fiorentini,
la sera del 23 Ottobre 1818
Ai Lettori
Regnante Carlo I. di Angiò dai Cavalieri Napolitani si eresse il Sedile di Porto
, come dai Gigli sostenuti da Leoni, divisa del cennato Re, tuttora vi si
osserva. Lo emblema di quello era un uomo di mare coverto di peli avente un
pugnale nella destra.
Pretendesi che questi raffiguri Orione o Nume Onnipossente , adorato in
particolar modo dai naviganti Eubei: avea nei porti il suo tempio. Hassi per
antica tradizione che cavandosi i fondamenti di detto edificio si trovasse tal
Dio scolpito in marmo bruno. Onde i nobili di quel Sedile servendosene di Stemma
lo collocarono alla sommità dell'Arco dove al presente si vede.
Il tempo che tutto distrugge e cangia di nome fé chiamare questo simulacro il
Pesce Niccolò sull’analogia di quanto siegue:
Narrasi da P. Kirker nel suo Mondo sotterraneo Lib XI c: 1 – esservi
stato ai tempi di Federigo d’Aragona un celebre Nuotatore o come altri un
insigne ed unico Palombaro per la pesca de coralli chiamato Niccolò, e per
soprannome l'uomo-Pesce, il quale nuotando per lo stretto di Messina portava e
riportava le lettere da Sicilia in Calabria in un sacco di cuojo appeso al
collo. Si vuole che più volte si trattenesse in mare de' giorni interi cibandosi
di pesci crudi.
Federico in Messina fè buttare in mare un vaso d ' oro e l'uomo Pesce ne andò in
cerca , stando tre ore sott'acqua. Informò quindi il Re nell' uscire degli
Scogli e delle Correnti che vi erano. Il Re volle essere meglio informato, onde
fè gittarvi un sacchetto di monete ma l'uomo-Pesce più non si vide.
Alla singolarità di quest’uomo riunendo l’alleanza seguita a 19 Agosto 1302 tra
l’anzidetto Re e Carlo II Re di Napoli ne formai la mia favola.
Scopo ne fu mostrare un uomo che più volte avventura la sua vita per la gloria e
per salvare il proprio onore; meta del come i traditori di questo sacro nome
vengo no avvolti e distrutti dal tradimento istesso.
Onore! Fosti tu dell’antichità personificato in bronzo, in marmo? Poiché ti
credette ognuno sito nel cuore dell'uomo!! ma fatalmente nella società!!! agli
Antipodi dell’onore sembrerà insipida questa mia commedia.
C.
Cosenza
Personaggi e attori |
|
Niccolò Pesce - De Marini
Rosalia – Tessari
Rainulfo – Tessari
Bazrtolomeo di Capua – Visetti
Ildovaldo – Bellisario |
Guiscardo – Appelli
Geltrude – Tessari . figlia
Giulio – Branchi, figlia
Marinari, Popolo,
Soldati |
NICCOLÒ PESCE
L’azione è in
Messina nel principio del secolo XIV
Atto
primo
Camera negli
appartamenti di Rainulfo
due porte laterali – una in fondo – una porta segreta a muro
Scena Prima
Rainulfo concentrato ne’ suoi pensieri istantaneamente si scuote esclamando.
RAINULFO:
-
Ambizione, amor
proprio oltraggiato voi mi apriste le barriere della vendetta! io non mi rimarrò
tranquillo finchè non ne giunga alla tanta sospirata meta. Delitti, misfatti
orrendi , la morte istessa non ritrarrà il mio piede dal già calcato
sentiere!... Federico, mentre tu immagini darmi un
successore al comando della Sicilia essa sarà ceduta ai Veneziani per opra mia!
Rosalia, tu meco ostentando virtù ti feci perdere lo sposo, se non ti arrenderai
alle mie voglie sacrificherò anche i tuoi figli…. Titubai al primo gradino de’
delitti... i rimorsi volevano farmene discendere: ebbi il coraggio di
superarli, nulla più mi spaventa, e senza tema affronterò… vien gente… è
Guiscardo.
Scena seconda
Guiscardo, e detto
GUISCARDO:
- Il capitano
della flotta Veneziana è giunto alla solita porta segreta: brama di parlarvi
all’istante
RAINULFO:
- Quale
imprudenza! L’alba è vicina: potrebb’essere conosciuto e compromettermi i
Messinesi che mi odiano
GUISCARDO:
- Mi disse che
l’affare è di somma urgenza; egli è ammantato al solito…
RAINULFO:
- Ora l '
aprirò io ... rimanti nella gran sala, ed a nessuno sia permesso avvicinarsi a '
miei
appartamenti ,
se tu medesimo non m’arrechi l’imbasciata.
GUISCARDO:
- Fidate su di
me che ben lo potete (parte).
RAINULFO, aprendo la porta segreta a muro:
- Questa
visita non mi garba.
Scena terza
Ildovaldo
ammantato, e detto
RAINULFO, con caricata effusione di cuore va ad
abbracciarlo:
- Mio ottimo
amico
ILDOVALDO, lo evita con dignità:
- Non siamo
ancora divenuti tali
RAINULFO:
- Lo diverremo
a momenti. Intanto la vostra venuta ad un’ora…
ILDOVALDO:
- Insolita, vi
sorprende? Ma l’oggetto ne’è troppo interessante
RAINULFO:
- Voi mi fate
palpitare
ILDOVALDO:
- Il palpito è
fatto pel delinquente: l’uomo onesto cammina tranquillo nella sicurezza del suo
ben
operare
RAINULFO:
- Al solito
moralizzate
ILDOVALDO:
- Giusto
rimprovero! La morale è fuor di moda: piacciavi intanto di ascoltarmi
compitamente
RAINULFO:
- Dite pure
ILDOVALDO:
- Conoscerete
voi bene che il mio generale in capo sazio non mai di conquiste per il veneto
Leone, propose al nostro senato la conquista della Sicilia.
RAINULFO:
- Operazione in
vero ben difficile…
ILDOVALDO:
- Sia a lui
rispose il Consesso di quei prudenti padri, ma egli tutto si ripromise da suo
valore. Ciò non ostante severamente gli venne imposto, che la sua vita
risponderebbe della perdita dell’armata, se capricciosamente avventurata si
fosse in sì ardua impresa: ma egli intrepido l’accetta e l’ancora salpa con la
flotta. Varii emissarii furono spediti in Sicilia onde conoscere l'indole di
questi popoli che conquistar si volevano; allorchè una notte con abiti mentiti
vi portaste sulla Galera- Padrona a tener su di ciò ragionamento col mio
Generale.
RAINULFO:
- Io che figlio
di un defunto Venziano…
ILDOVALDO, in tono rimprovero:
- Ma ora al
servizio di Federico…
RAINULFO:
- Bolliva nel
mio petto l’amore del mio paese…
ILDOVALDO:
- E vi si era
gelato quello de’ vostri doveri.
RAINULFO, fremendo di rabbia diverte il discorso
fingendo non intendero di lui sarcasmi:
- Molto più che
mercé la pace conchiusa a 19 Agosto dello scorso 1302 fra Carlo II Re di Napoli
e Federico d’Aragona…
ILDOVALDO, con enfasi e mistero:
- Vostro
sovrano…
RAINULFO:
- Che avendo
sposato Lionora terzogenita del Re Carlo gli è rimasta la Sicilia durante la sua
vita. La salute di Federico è cagionevole…
ILDOVALDO, con dignitoso rimprovero:
- Oggetto pel
quale ritiratosi nelle Spagne credette ben affidare in voi il comando e il
regimento della Sicilia
RAINULFO, più freme, e più diverte il discorso:
- Morto
Federico la Sicilia ritorna a Carlo; dunque ora io dandola in mano a' Veneziani,
che per la sublimità de' loro principii meritano di essere i padroni del mare,
non fo che seguire il pendio di un figlio che cerca render più gloriosa sua
madre...
ILDOVALDO, con ironia decente:
- A discapito
dell’onore
RAINULFO, non potendo altrimenti nascondere il suo
furore si mette in gravità dicendo: - Credo infine che il mio grado esiga
rispetto…
ILDOVALDO, sempre con dignità:
- Ed altamente
io rispetto i principii e le opinioni di chicchessia…
RAINULFO:
- Il vostro
Generale però meco parlando usa tutto altro linguaggio...
ILDOVALDO:
- Perchè egli è
il Generale in capo che comanda, ed io con tutta la possibile esattezza eseguo i
di lui ordini: ma egualmente che a voi seco ragiono co' miei medesimi principii,
non ledendo la sua autorità, e la mia subordinazione. Intanto siamo usciti di
quistione ed il giorno facendosi più chiaro m'impedirebbe di rendermi all'
armata senza compromettere il vicendevole decoro. Prometteste adunque al mio
Generale fargli cedere Messina senza spargimento di sangue
RAINULFO:
- E l’avrà
ILDOVALDO:
-
Compromettendosi egli di farvi dare per onorato guiderdone il comando di
Negroponte. Fidando in voi bordeggiava la nostra armata, allorchè qui giunse il
famoso Generale Bartolomeo di Capua in qualità d' inviato di Carlo, che avendo
sospettato le nostre mire sulla Sicilia mandava ad offrirvi la sua armata
navale, di gran lunga superiore alla nostra...
RAINULFO:
- Che perciò
appena qui giunto Bartolomeo di Capua , e conoscendo che decisamente volevate
assalir la Sicilia, spicca un corriere a Ruggiero dell'Oria comandante l'armata
navale di Carlo che sta ancorata alla punta di Pentimele onde venisse a
soccorrerci. La mia vigilanza fece sorprendere il corriere, ed è tuttora in un
fondo di carcere senza che alcuno il sappia; quindi venni di notte ad avvisarvi
che al momento bloccaste Messina per terra e per mare....
ILDOVALDO:
- Noi
l’eseguimmo… ma intanto…
RAINULFO:
- Nessun
timore, Bartolomeo di Capua non può mandare altro avviso alla suddetta armata
per lo stretto blocco che da voi si tiene; mercè la mia previdenza la città è
ridotta a fame, ed in breve vi sarà ceduta; quindi io medesimo vi sarò di scorta
onde conquistare l’intera Sicilia.
ILDOVALDO:
- Questo sarò è
un futuro: ora l'oggetto della mia missione è basato su di un avviso presente,
giunto questa notte all'orecchio del mio Generale; dal quale ebbi la
soddisfazione essermi detto che i miei principii di severa morale purtroppo si
avverano.
RAINULFO, con furore represso:
- Ma
quale è insomma questo avviso?
IlDOVALDO:
- Non esser voi
Veneziano, ma bensì un estero avventuriere che seppe illudere il nobile ed
ingenuo cuore di Federico per accordarvi in partendo il comando della Sicilia:
Ma che ora il giusto Federico riscosso dal suo inganno per le angarie usate su
de' Siciliani vi ha destinato un successore al comando: voi per vendetta volete
fargli perdere la Sicilia. Foste mal fido al vostro Sovrano che sì
generosaménte vi ha trattato, sarete poi fedele con noi? Tremate Rainulfo, ecco
le parole del mio Generale. “se io promisi al Veneto senato di trionfare o
morire tal sarà di Rainulfo se osasse tradirci e far pericolare la mia armata;
giacchè è tanto estesa la forza dell’Adrio Leone, che ovunque egli si Asconda
non isfuggirà dalla notra vendetta”. Ho adempiuta la mia commissione
RAINULFO, che durante il discorso d'Ildovaldo
è apparso sul di lui volto, la vendetta, il dispetto, il rimorso, alla fine
superando se stesso asconde tutto sotto un generoso disprezzo, dicendo con
forzata placidezza:
- Rispondere a
tai insultanti detti, ora che nelle ospitali mie mura vi accolgo in segreto,
sarebhe disdicevole a Rainulfo. Tempo verrà… anzi non giungerà al tramonto il
nuovo Sole che farò ricreder tutti…
lLDOVALDO, guardando verso dentro:
- Guiscardo
frettoloso....
Scena IV
Guiscardo frettoloso e detti
GUISCARDO:
- Bartolomeo di
Capua con istanza domanda parlarvi
ILDOVALDO:
- Dunque…
RAINULFO:
- Partite
tranquillo Ildovaldo. Rassicurate il vostro Generale sulla mia parola di onore,
che tutto si effettuerà a norma delle mie promesse. Intanto, questa mattina
all'ora media voi vi presenterete in qualità di Messaggio intimando ai Messinesi
o di ceder subito Messina, o che si darà da voi l’assalto, ed i vinti saran
passati a fil di spada.
ILDOVALDO:
- Ma ciò
facendo…
RAINULFO:
- Serve per
metter timore alla plebe.
ILDOVALDO:
- Io vado:
pregovi di obbliare i miei principii di nojosa morale, rammentare in vece le
promesse date al mio Generale, e che mi sarò sempre ligio agli ordini di lui:
addio (parte per la porta segreta per dove è entrato)
RAINULFO, chiudendo la porta:
- Vi è chi lo
scorta in sicurezza al campo?
GUISCARDO:
- Al mio zelo
ed amicizia è inutile il domandarlo.
RAINULFO:
- Introduci or
dunque Bartolomeo; inventa un ripiego del perchè si è fatto attendere.
GUISCARDO:
- Dirò ch'e
stavate dormendo (entra )
RAINULFO:
- Ma chi, chi
mai avrà palesata la mia storia al General veneziano?... Sia chiunque; per
domani gli sarà ceduta Messina, io andrò a comandare in Negroponte: ma Ildovaldo
pagherà il fio di aver in tal modo insultante meco moralizzato… Bartolomeo, che
anche odio mortalmente…
Scena V
Guiscardo, introducendo con sommo rispetto Bartolomeo di Capua,
cui va incontro Rainulfo con affettata amicizia
BARTOLOMEO, con franchezza e così sempre:
- Rainulfo;
venni così per tempo sulla fiducia che nel frangente in cui siamo, un buon
Generale non dessi far sorprendere dal sole in letto.
RAINULFO:
- Nè mi vi
sorprende giammai. Io era chiuso nelle mie stanze a meditare sul nostro
terribile Stato…
GUISCARDO:
- Fu mio, vel
dissi, l'equivoco, che non picchiai credendo…
BARTOLOMEO, fissando Rainulfo con mistero:
- Rainulfo…
RAINULFO, con affettata bonomia:
- Generale.
BARTOLOMEO:
- Son già
scorsi otto giorni, da che inviai un corriere a Ruggiero dell'Oria onde con la
sua armata venisse a darne soccorso. La distanza da qui alla punta di Pentemele,
ove sta ancorata l'armata, non è che di quattro miglia circa…
RAINULFO, con ipocrisia:
- Anch' io
rimango sorpreso come nessun soccorso finora sia giunto
BARTOLOMEO, sempreppiù fissandolo con rabbia
repressa:
- Il mio
corriere partì di notte, su di un agile legno: allora non eravamo stretti
d'assedio.
RAINULFO: - Chi sa se il nemico non abbia
sorpreso ed arrestato il corriere…
BARTOLOMEO, con enfasi e
mistero:
- E di quanti
nemici non si ha da temere!
RAINULFO:
- E convalida.
maggiormente il mio sospetto di essersi intercettata la lettera, dal perchè il
giorno seguente fummo stretti di assedio per mare e per terra…
BARTOLOMEO, con rabbia e mistero lo interrompe:
- Ma
io non intendo poi il perchè fummo stesso tempo stretti anche dalla fame.
Messina mancante di cereali.
RAINULFO:
- Una pessima
raccolta…
BARTOLOMEO:
- E non
potevate…
RAINULFO:
- Attendevamo a
momenti due convogli di grano da Napoli
BARTOLOMEO, con amara ironia:
- Intendo,
Rainulfo, intendo.
RAINULFO, da sè titubante:
- Egli è in
sospetto di me.
BARTOLOMEO, fremendo:
- Intanto?
RAINULFO:
- Il nostro
caso è disperato
BARTOLOMEO, con furore fissando Rainulfo:
- Un perfido
traditore ha dovuto ridurci in tale stato…
RAINULFO, con enfasi:
- Ma egli fu
scoverto e punito
BARTOLOMEO:
- E chi fu
questo...
RAINULFO, guardando verso dentro:
- Quai gridi!!
Accorri Guiscardo. Se bramassero giustizia, e grazia per anco, vengano avanti,
che la mia porta è sempre aperta agl’infelici
GUISCARDO:
- E’ la moglie
di Niccolò Pesce…
BARTOLOMEO, guardando verso dentro:
- Quella
giovine che lutta con le sentinelle perché le impediscono di entrare
RAINULFO:
- E’ la moglie
appunto di Niccolò Pesce, di colui che io già vi dicea aver tradito sì
spietatamente il suo paese
Scena VI
Rosalia gridando da dentro, e detti
ROSALIA, gridando:
- Voglio pane
per i miei figli, per i miei figli, crudeli.
BARTOLOMEO:
- Rainulfo fate
che venghi avanti. Quei fanciulli debbono pur essere suoi figli. Qual colpa
hanno essi a’ delitti di suo padre, se pur sia vero che l’abbia commessi
GUISCARDO, che ricevuto l’ordine da Rainulfo dice
verso dentro:
- Lasciate che
entrino
RAINULFO, da sé agitato:
- Non vorrei
che Rosalia dovesse…
Scena VII
Rosalia menando per mano Geltrude e Giulio e detti
ROSALIA, col tono della disperazione:
- E’ nuovo
questo genere di morte che hai tu immaginato per la famiglia Pesce?
RAINULFO:
- Olà,
rispetto…
ROSALIA:
- Chi vuoi che
rispetti una infelice madre, che dopo averla orbata di sposo, ora hai deciso
farla perire di fame assieme co' suoi figli?
RAINULFO:
- Taci, o che
io ti farò…
ROSALIA:
- Oseresti tu
d'imporre alle leggi, a' dritti inalterabili di natura, quanto quelli di
procurarsi la sussistenza a fronte di qualunque barbarie? Comadare che alla
dispensa del pane ne fosse esclusa la sola famiglia Pesce?
BARTOLOMEO, fissando con mutero Rainulfo:
- Questo
debb'essere un male inteso; Rainulfo era incapace di tale ingiustizia.
RAINULFO, frenando il furore:
- Ordinai che
prima a' soldati ed a coloro che espongono la vita per la difesa dello stato si
dasse il pane, e poi…
ROSALlA:
- E poi se 'ne
mancasse, o con istudiata perfidia si facesse mancare, in quel caso perir
dovessero madre, figli… e tutto perché…
RAINULFO:
- Guiscardo,
fuori questa petulante…
ROSALIA:
- Tu a me
petulante…
BARTOLOMEO:
- Buona giovine venite meco che io stesso…
RAINULFO:
- Generale,
osereste comparire in pubblico…
BARTOLOMEO, con enfasi somma:
- Col più
augusto quadro della natura, di quello di una madre che chiede pane per i suoi
figli…
RAINULFO:
- Ripeto con la
moglie di un ribelle dello stato...
ROSALIA, con sommo furore:
- Mio marito…
BARTOLOMEO, frenando il furore di Rosalia:
- Possibile
che tanto rinomato Niccolò Pesce…
RAINULFO:
- Inebriato da’
ciechi favori di Federico pretendeva che rendendosi il Sovrano in patria lo
avesse seco condotto qual comandante della flotta.
ROSALIA, con furore:
- Al
contrario…
BARTOLOMEO, calmandola con piacevolezza:
- Chetatevi:
Rainulfo comanda ...
RAINULFO:
- E perchè
Federico lo trascurò a buon dritto, egli per vendicarsene combinò con l
Veneziani di dar loro in mano la Sicilia…
ROSALIA:
- Bartolomeo di
Capùa, se voi siete quel cavaliere qual vi decanta la fama giusto, generoso,
ascoltate la voce della innocenza conculcata…
RAINULFO:
- Ma questo
delitto fu pienamente conosciuto dall'intero Consesso de' Consiglieri, percui
Niccolò fu condannato a morte; e perchè la notte precedente alla condanna evase
dalle carceri con la sentinella, vi è la taglia di 500 Augustali di oro per chi
lo prendesse vivo o morto: e dopo che io ho avuto la clemenza di non fare
imprigionare la moglie, che da indizii sicuri è penetrato essere stata complice
dell'orribile trama di Suo marito, ora si ardisce chiamarmi crudele per essere
stato pietoso oltre il dovere?
BARTOLOMEO:
- Scusatela
Rainulfo: è donna, è madre non educata civilmente...
RQSALIA, che non sapendo più reprimere il suo
furore prorompe dicendo:
- Ma puramente
edacata, con quei principii che l'onore… Signori civilizzati intendete bene
questo sacrosanto nome dell'onore? che per conservarlo intatto da chi veramente
lo conosce espone la vita, la vita Rainulfo, (fissando con impeto e terrore
Rainulfo) m’intendi? Osar di chiamar ribelle mio marito che con la sua vita non
con la vita altrui ha conservato il regno al suo benefattore. Non si deve a
lui per ben due volte la salvezza della flotta di Federico, ov'egli giunse fino
sott’acqua a forare una Galera? Nella battaglia contro degli Almocavari non
salvò egli la Galera-Padrona ove tutti gli uffiziali v'erano morti? Le carte
che
racchiudevano i dritti di Federico sulla Sicilia chiuse in un vaso di oro, e che
dal tradimento si gittarono in mare non fu raccolto da mio marito rimanendo tre
ore sotto-acqua, in modo che tutti credevano esser morto? E tu Rainulfo potrai
negarmi che nel conchiudersi la pace fra Carlo e Federico mio ' marito in un
sol giorno col mare in burrasca tragittò 'due volte a nuoto il faro da Messina
a Pentimele, onde recare ' al più presto possibile què' trattati di pace che
rendevano la tranquillità a' suo concittadini? E dopo tante ripruove di gloriosa
fedeltà che in tutti i cuori sta gratamente scolpita, tu ardisci … Rainulfo
mirami, se pur lo puoi, senza cangiar di colore, ed apprendi che la moglie di un
rozzo nuotatore tace ora per prudenza ed orrore' ciocchè un giorno la Suprema
giustizia farà sfavillare agli occhi di tutti.
GIULIO, piangendo:
- Pane mamma
...
GELTRUDE:
- Noi moriamo
della fame…
ROSALIA, cieca di furore contro di Rainulfo:
- Spietato,
'pane ti chieggono questi 'infelici, e tu…
BARTOLOMEO:
- Venite meco…
ROSALlA, fuori senno:
- I
figli Signore...
BARTOLOMEO, calmandola:
-
Essi saranno salvi…
ROSALIA:
- Ma Rainulfo
ne vuole tutti, tutti estinti.
RAINULFO, furente:
- Io....
BARTOLOMEO, frapponendosi:
- Compatitela:
è la madre che…
ROSALIA, gridando:
- Che vede
perire i figli…
BARTOLOMEO, con dignità li conduce seco:
- Venite meco e
sarete tutti salvi.
ROSALIA, mentre che assieme co' figli parte con
Bartolomeo lancia un’ occhiata di furore contra di Rainulfo esclamando:
- Dio
vendicatore! ( entrano ).
RAINULFO, assicuratosi della partenza di tutti dice
con furore e riserva quanto siegue a Guiscardo:
- Guiscardo…
GUISCARDO:
- Signore…
RAINULFO:
- Qui fa d'uopo
perdere assolutamente e subito questa donna…
GUISCARDO:
- O ella ne
perderà ambidue con palesare a Bartolomeo, che per le sue ripulse al vostro
amore voi le calunniaste il marito.
RAINULFO,il seguente dialogo debbe essere
caloroso ed in fretta:
- Osserva ...
indaga…
GUISCARDO: -
- Tutto metterò
in opera per…
RAINULFO:
- Tosto che
Rosalia sia resa in casa tu dei rapirla co' figli…
GUISCARDO:
- Ella non
aprirà la porta…
RAINULFO:
- Con due de'
tuoi più fidi scala la picciola finestra che sporge in quel giardino: quindi
chiudi loro la bocca, e conducili nel sotterraneo di questo palazzo…
GUISCARDO:
- Ma il giorno
è chiaro…
RAINULFO:
- La strada è
solinga, il caso è disperato; se Rosalia parla…
GUISCARDO:
- La vostra
fama perduta…
RAINULFO:
- Tutto dunque
si avventuri…
GUISCARDO:
- Spero farvi
contento ...
RAINULFO:
- Fedeltà
Guiscardo.
GUISCARDO:
- Tradirei me
stesso (parte in fretta)
RAINULFO:
- Morire se vi
ha bisogno, ma vendicato
(Si bassi la tenda)
FINE
ATTO PRIMO
ATTO II
Casa di Niccolò
Pesce: su' i muri vi saranno istoriate col carbone le sue battaglie ed il valore
del .suo nuotare da Messina a Pentimele: vi sarà un vecchio acquedotto, una
picciola finestra da un lato: due porte, una che mena alla strada, la seconda
nelle altre camere - Vi sarà una lunga fune sospesa al muro.
Scena I
Geltrude e Giulio che terminano di mangiare su di una tavola,
mentre Rosalia da quella discosta, piange dirottamente.
GIULIO:
- Geltrude,
questa mattina hai più fame di me.
GELTRUDE:
- Perchè tu
jeri, ti mangiasti un biscotto…
GIULIO:
- E com'era
duro…
GELTRUDE:
- Ed io nulla,
Si diede a te un arancio, ed a me nulla: perchè dice la mamma che essendo tu
più' piccino tolleri la fame meno di me. Lo sia pure: ma ora che quel buon
signore ne ha fatto dare tanto pane da farci mangiare a sazietà anche domani,
lascia che mi rinfranchi
de' passati
digiuni...
GIULIO:
- Mamma, e tu
in vece di mangiare piangi.
ROSALIA:
- Che mi resta
nel mio stato altro del pianto?
GIULIO:
- Piangi mamma
che fai bene…
GELTRUDE:
- E perchè
fratello vuoi farla piangere ..
GIULIO:
- Perchè quando
jeri al giorno io piansi tanto tanto ebbi il biscotto…
ROSALIA, abbraccia ambidue piangendo:
- Figli
infelici! privi del più buono de’ padri.
GELTRUDE:
- Eppure il
cuore mi dice che lo rivedremo.
ROSALIA:
- Ma come, come
rivederlo!
GELTRUDE:
- Coll'aiuto
del Cielo, che tu mamma sovvente mi dici che sta in difesa degli innocenti; dove
un innocente qual mio padre?
ROSALIA:
- Ma è circa un
mese da che fuggì dalle prigioni e mai più si ebbe di lui contezza: chi sa che
l'empio Rainulfo per vendetta non l'abbia fatto perire assieme alla sentinella
segretamente, e poi sparger voce che sia fuggito.
GELTRUDE:
- Ma tutti
vogliono che sia fuggito a nuoto. Egli unico in quest’arte.
ROSALIA:
- Ma di
nascosto sarebbe ritornato ad abbracciarci
GELTRUDE:
- Non è
venuto,forse perchè la taglia per chi lo prende o vivo o morto.
ROSALIA:
- Ma tu non
conosci l'amore di un tenero e virtuoso padre che per rivedere i suoi figli non
cura pericoli, vita… e poi a lui erano ben noti tutti gli acquedotti di questa
città, potea per uno di questi introdursi di notte, e…
no, no… mio marito è morto noi più nol rivedremo.
(ingozzata dal pianto si mette alla finestra onde non attristare i figli)
GIULIO, di soppiatto a Geltrude e così in seguito:
- Si
è messa alla finestra.
G ELTRUDE:
- Per
Non attristarci colle sue lacrime.
GIULIO:
- Tu anche
piangi ...
GELTRUDE:
- Perchè ho un
cuore ...
GIULIO:
- Ed io mangio
perchè ho ancora appetito.
GELTRUDE, che udendo un rumore sotterraneo si
scuote e con sorpresa dice a Giulio:
- Giulio…
GIULIO:
- Sorella...
GELTRUDE:
- Odi tu questo
rumore?
GIULIO:
- Mi par si.
GELTRUDE:
- Ma non
saprei io medesima d’onde viene…
GIULIO, intimorito alquanto:
- E si avanza
se non mi sbaglio…
GELTRUDE, che tendendo l'orecchio d'intorno si
ferma sul parapetto dell'acquedotto:
- Mi pare
... si certo il rumore viene da questo vecchio acquedotto ove da tanto tempo non
vi è più acqua… parmi anche udire una voce...
GIULIO, atterrito:
- Fossero
spiriti.
GELTRUDE:
- Ho timore che
non siano ladri
GIULIO, con più spavento abbraccia Geltrude:
- Sorella ci
uccideranno ...
GELTRUDE, chiama tremando:
-
Mamma, mamma …
GIULIO:
- Ci uccidono…
GELTRUDE:
- I ladri...
ROSALIA, accorrendo:
- Figli
miei non temete se da, questa finestra credete che possono venir de ladri:
sebbene sia a pian terreno, essa mena ad un giardino in cui non può penetrarvi
alcuno.
GIULIO:
- I ladri
vengono per di là.
ROSALIA:
- Dove?
GELTRUDE:
- Là dentro...
ROSALIA:
- E quasi
impossibile giacchè mio marito diceva che questo acquedotto è si stretto e
profondo in modo che vi vorrebbe un uomo ben magro a potervi penetrare.
GELTRUDE:
- E che i ladri
son forse grassi ?
GIULIO, con più paura:
- Odo anche una
voce.
ROSALIA, che avendo messo l'orecchio nel parapetto
dell' acquedotto incomincia la gioia a palesarsi nel volto:
- Dio! . . .
che fosse mai possibile!
GELTRUDE, con sollecitudine:
- Che cosa?
ROSALIA, presa da un tanto entusiasmo fa mettere i
figli ginocchio a terra con le mani alzate al Cielo quindi esclama:
- Dio operator
di prodigii… figli miei, pregate con fervore il Cielo che vi renda il padre.
GIULIO:
- Dio mio…
GELTRUDE:
- Ritorna il
padre a questi figli
ROSALIA, che maniaca di gioia parla
nell'acquedotto:
- Sposo, son
io… son Rosalia,... qui non vi son altri che i tuoi figli…
GELTRUDE, oltremodo allegra:
- Papà che
viene?...
ROSALIA:
- Stancate il
Cielo con le vostre pure preghiere …
SCENA II.
Niccolò dal fondo dell'acquedotto con voce fioca
e detti in somma agitazione di gioia e timore insieme.
NICCOLÒ:
- Rosalia...
son io…
ROSALIA, fuori senno abbrarcia i figli, ringrazia
il Cielo, ritorna all’acquedotto, e tutto nello stesso momento ed in confuso:
- Si… si
figli miei… è desso… ci è restituito…, il Cielo… egli solo…
NICCOLÒ:
- Dammi… dammi
un soccorso… il cammino è angusto… mi manca il fiato.
ROSALIA, angustiata al sommo:
- E che posso
darti … coraggio.
NICCOLÒ,
dà un grido, indi li ode un gran fracasso come di cosa precipitata al fondo:
- Oh Dio!...
soccorretemi.
ROSALIA, disperata ai strappa i capelli:
- Dio! ... è
piombato al fondo… ora l'ho perduto per sempre.
GELTRUDE, col dolore dell'ingenuità si rivolge con
impeto al Cielo:
- Ma Dio, Dio!
sei sordo alle lagrime de' figli.
GIULIO, piangendo:
- Che mal
faremo senza padre…
ROSALIA, rincorandosi guardando nell'acquedotto
incoraggia i figli:
- No ... non
temete… è vivo, si arrampica di nuovo .
NICCOLÒ:
-
Rosalia… una fune.
ROSALIA, con la rapidità di una folgore prende la
lunga fune che sta sospesa ad una parete la svolge, la gitta nell' acquedotto,
quindi con i figli si affaticano a tutto potere onde tirar su' Niccolò:
- Eccola… si…
presto attaccati a questa: noi ti estrarremo... Iddio ne infonde la forza…
tirate figli miei.
GELTRUDE:
- Tira Giulio
...
GIULIO:
- Mi bruggiano
le mani.
ROSALIA:
- Si tratta
della vita di vostro padre
GIULIO:
- Non mi
bruggiano più…
GELTRUDE:
- Coraggio…
ROSALIA:
- Un altro poco
e giungeremo a salvarlo… Eccolo…
Scena III
NICCOLÒ,
di cui appena vedutone un braccio fuori tutti a tre a norma delle loro forze si
affaticano con soprannaturale entusiasmo ad estrarlo dal cammino da cui appena
uscito a terra:
- Mi… manca…
il fiato… Dio… (code a terra senza moto)
GERTRUDE, manda un grido:
- È morto?
ROSALIA:
- No…
soccorriamolo… vino… pane…
GELTRUDE, a gara con Rosalia e Giulio offrendo a
Niccolò del pane, del vino a gradi a gradi lo ristorano:
- Subito…
ROSALIA:
- Bevi, bevi…
GIULIO:-
Mangia…
NICCOLÒ,
che gradi a gradi riprende le forze prorompe in un pianto di tenerezza
abbracciando or la moglie ed ora i figli, quindi alzando le mani al Cielo
esclama:
- Sommo Fattor dell' universo tu salvasti in un punto…
ROSALIA:
- Sollevati
amico mio: il Cielo alla fine ti ridona alle lacrime della tua amorosa famiglia…
GELTRUDE:
- E quante, e
quante ne' abbiamo versate.
ROSALIA:
- Ma tu sei
cosi mal ridotto…
GELTRUDE:
- Vado io a
prendere gli abiti…
GIlJLI0: - Io
pure….
NICCOLÒ:
- Vengo con voi
esseri innocenti, pe' quali il Cielo mi ha conservato in vita… mi adagierò
alcun poco…
ROSALIA:
- E ne
racconterai…
NICCOLÒ:
-
Cose grandi… prodigii della Provvidenza… io qui penetrai per salvare la mia
famiglia, il mio decoro ... cause così giuste son tutelate dal Cielo, e con la
sua assistenza di che hassi a temere ? (abbracciato, con Rosalia ed i figli
entrano ).
SCENA IV
Si vedrà per la finestra entrare guardingo Guiscardo
GUISCARDO, parlando verso fuori per dove è
entrato:
- Zitto… non
fate rumore… vi chiamerò quando farà bisogno. Qui non vi è alcuno… io
medesimo la vidi rendersi in casa… sarà nell'altra stanza… guarderò, per il
buco della toppa (guarda pel buco della toppa; indi non credendo a se stesso
guarda di nuovo, infine altamente si sorprende). Che!... m'inganno!... non è
quegli Niccolò… si… che Rosalia ed i figli son occupati a vestirlo… come
qui!... qual fortuna di averlo tra le mani!... ma noi siamo in due, senz'
armi… Niccolò possiede una forza eccessiva… si vadi da Rainulfo, indi con i
soldati publicamente condurremo la famiglia in carcere, e Niccolò alla
decretata morte ( parte in fretta per la finestra ).
SCENA V
Rosalia frettolosa gira per la scena
ROSALIA, agitata:
- Non vi è
alcuno ... ma io potrei giurare di aver udito un calpestio...
SCENA VI
Vien picchiata la porta di strada da Bartolomeo di Capua
ROSALIA:
- Ecco il
rumore che udii… Chi è?
BARTOLOMEO:
- Apri buona
Rosalia.
ROSALIA, allegra:
- M’ inganno?
BARTOLOMEO:
- No, son
Bartolomeo di Capua che debbo ....
SCENA VII
Rosalia apre
la porta introducendo Bartolomeo di Capua
ROSALIA:
- Signore;
quale onore impensato riceve il mio umile tugurio...
BARTOLOMEO:
- Questa è la
reggia dell'onore, ed ognuno grande che fosse, dee in questa entrarvi con
rispetto… Chiudi la porta, giacchè io vengo palesarti un arcano…
ROSALIA, allegra, dopo di aver chiusa la porta,
dice:
- Ma io,
signore fidando a quella nobiltà di azioni che tanto v'innalza sulla gran massa
degli scellerati debbo palesarvi... a voi come salvatore della mia famiglia
nulla posso, nulla debbo nascondérvi... mio marito è qui…
BARTOLOMEO, con indicibile sorpresa:
- Qui!
ROSALIA:
- Non ha
guari giunto per... per un prodigio del Cielo;
giacchè nol potea altrimenti senza che alcuno il vedesse
BARTOLOMEO:
- Presto che io
lo vegga, che io le parli...
ROSALIA:
- Vieni sposo,
venite tutti a' piedi del nostro Nume tutelare.
SCENA VIII
Niccolò con dignità a norma del suo carattere, conducendo i Figli per mano.
Egli sarà vestito altrimenti e detti.
NICCOLÒ,
per gittarsi a piedi di Bartolomeo con i figli:
- Signore…
BARTOLOMEO, abbracciandolo:
- Fra queste
braccia vieni, fra queste braccia… Uomo perseguitato da tuoi simili ma altamente
protetto dal Cielo, perchè vero custode dell'onore...
NICCOLÒ:
- Rosalia mi
raccontò quanto già poco per la mia famiglia vi adoperaste ...
BARTOLOMEO:
- Spero
rendermi degno della vostra amicizia e non altro. Pria che io vi palesi
l’oggetto della mia venuta in casa vostra, fate che io conosca l’oggetto della
tua condanna, il modo con cui fuggisti, e del come sei qui ritornato onde
poter conoscere la trama che vi ha tessuta lo scellerato… parlate e
conoscerete che son cavaliere…
ROSALIA, con enfasi:
- Ma di quei
cavalieri che agiscono per principii di sacrosanto onore, non già per prepotenza
e capriccio.
NICCOLÒ:
-
Chetati moglie mia'…
BARTOLOMEO:
- Ed
ascoltiamolo.
NICCOLÒ:
- Riandare
ciocchè io feci pel mio paese, pel mio Sovrano…
BARTOLOMEO:
- Sarebbe
sprecare inutilmente il tempo per noi troppo prezioso, giacchè tutti lo
conosciamo.
NICCOLÒ:
- Ingannato il
buon Federico credette potere affidare il comando di questo popolo a Ruinulfo,
ed egli ingratamente tradendo tutti i vincoli più sacri di gratitudine
ROSALIA, con sommo entusiasmo:
- E di
onore... al Sig. Generale bisogna dire tutto… l'empio Rainulfo tentò più e
più volte di sedurmi, ed alle mie giuste, doverose ripulse quel ribaldo
vendicativo calunniò mio marito di un delitto che io credo, anzi ora vi giuro,
che Rainulfo istesso abbia commesso: ed alla fuga di mio marito perciò fece
mettere la taglia di 500 Augustali di oro per chi lo prendesse vivo o morto:
ma non conosce l'empio che su di lui vi è la taglia dello sdegno divino, e lo
scellerato non può da quello sfuggire.
NICCOLÒ:
- La notte adunque precedente alla esecuzione della mia morte io parlava a
voce alta col Cielo come ora parlo con voi “Tu sei giusto,
dicevo, ed io fermamente lo credo, ma tu conoscendo che io sono innocente
come mai puoi permettere che vada a morte un onesto padre di famiglia che non ha
commesso alcun delitto, che le tue sante leggi ha sempre scrupolosamente
adempiuto, e che ora… or negate se potete la suprema Provvidenza.”
La sentinella che mi guardava a vista mi dice “Amico, Iddio m'ispira
di salvarti. Questa prigione è poco distante dal mare, tu sei un egregio
nuotatore, la notte è oscura, gittati in mare e salva la tua vita nelle
Calabrie…”
“E tu rimani qui, rispondo io stupefatto di sì magnanima azione, e
tu rimani qui a morire in mia vece, avendomi fatto fuggire: se Iddio a tanto ti
ha ispirato, Iddio ne salverà entrambi”, ed in men che il dico
fu eseguito il gran progetto.
ROSALIA:
- Tu che sei
l'uomo prodigioso pel nuoto…
NICCOLÒ:
-
Pria di un' ora fummo salvi alla punta di Pen timele.
ROSALIA:
- Portando un
uomo sul tuo dosso?
NICCOLÒ:
- Ma portava
benanche meco l’innato desio di scampar dalla morte.
BARTOLOMEO:
- Là giunto ti
nascondesti...
NICCOLÒ:
- In casa di un
mio antico amico, ove dopo tempo appresi che il perfido Rainulfo vendeva il mio
paese a' Veneziani, e che ingannando i miei concittadini con la mancanza de'
viveri era per cedersi Messina.
BARTOLOMEO:
- Perchè nol
facesti noto a Ruggiero dell'Oria comandante della Flotta di Carlo, ivi ancorata
per accorrere, bisognando, in nostro soccorso
NICCOLÒ:
- Perchè anche
in Calabria si era pubblicata la taglia sul mio capo: e la verità dell'uomo
onesto colla sembianza di reo…
BARTOLOMEO:
- Ti avrebbe
procurata la morte? Ben pensasti.
NICCOLÒ:
- Senza dir
nulla al mio amico, che forse si sarebbe opposto al progetto, la notte scorsa mi
gitto in mare, e mercè la conoscenza degli acquedotti m'introduco in questa mia
casa, ove a costo della vita vi penetrai per far trionfare l'onore ed abbattere
gli scellerati traditori.
BARTOLOMEO:
- Uop' è mio
buon amico di prudenza. Or che la forza di un sì spietato tradimento, che ora
pienamente ravviso, ne circonda ed avvince. Io venni qui ad avvertir Rosalia
che fosse cauta giacchè riseppi, in confuso però, che Guiscardo attentava
contro di lei. Rainulfo qui comanda: la forza è nelle sue mani, e noi come
opporci potremo…
NICCOLÒ:
- Con
altrettanta forza.
BARTOLOMEO:
- In qual modo?
NICCOLÒ:
- lo quivi
rimarrò nascosto sino alla notte? Voi intanto mi farete un plico per Ruggiero
dell'Oria Comandante dell' armata navale. Fatta sera mi gitterò a nuoto, e
domani pria che spunti il Sole saranno fugati nemici, smascherati gli empii, e
gl’innocenti godranno all'ombra della giustizia e dell'onore.
BARTOLOMEO, abbracciandolo con trasporto:
-
Abbracciami, uomo raro, amico del tuo simile, essere in cui dovrebbero
specchiarsi tutti coloro…
ROSALIA:
- Generale...
fuori della porta parmi udire… io non m’inganno … un ammutinamento...
GELTRUDE, che a' primi detti di Rosalia sarà
velocemente andata a guardare pel buco della toppa ne riede spaventata
dicendo:
- Uh mamma!
quanti soldati!
GIULIO, atterrito si rifugia tra le braccia di
Niccolò:
- Papà mio…
ROSALIA, agitata:
- Che avessero'
scoverto…
NICCOLÒ,
con furore:
- Essere io qui
giunto, e bramassero la mia morte? Sangue per sangue scellerati…
BARTOLOMEO, chiamandolo con amorevolezza:
- Calmati buon
amico… do la mia vita per la tua garante: retribuisci la mia amicizia; entra
nelle tue stanze e lascia…
NICCOLÒ:
- Che quegli
empii su di voi ardissero…
BARTOLOMEO, con dignità:
- Troppo
dovranno rispettare l'Inviato di Carlo che…
ROSALIA, atterrita a’ replicati ed immensi colpi
che ai danno contro la porta:
-
Fracassano la porta, e voi Signore…
BARTOLOMEO, con autorità a Niccolò:
- Entra,
ubbidiscimi…
NICCOLÒ,
con furore represso fa travedere che vuol vendicarsi:
- Ma per poco
(entra).
SCENA IX
Fracassata la porta, entra in un subito Guiscardo seguito
da molti ma rimane in vedervi Bartolomeo di Capua, che in sussiego è fermo
come di barriera innanzi a Rosalia e i suoi figli, i quali palpitanti invocano
il Cielo.
GUISCARDO, a' soldati:
- Qui, qui deve stare...
BARTOLOMEO, con dignità:
- E qui starà
mai sempre l'onore, la virtù, e la ragione; qui deve rispettarsi il diritto
delle genti. E qui fine la perfidia non saprà conculcare l'innocenza.
GUISCARDO, sorpreso:
- Signore…
BARTOLOMEO:
- Perchè si
ardisce fracassar la porta di una famiglia virtuosa bersagliata dalla
calunnia...
GUISCARDO, facendosi coraggio:
- Perchè si
riseppe esservi giunto il ribelle Niccolò contro la Giustizia ha vibrato il
fulmine della legge ad esterminio de' traditori…
BARTOLOMEO, con entusiasmo:
- E tu esisti
ancora…
GUlSCARDO, confuso ed avvilito:
- Come!
BARTOLOMEO:
- Dir volli che
sacrosanta è la legge, ma gl'interpreti fanno in alcune volte esistere i
traditori sulla ruina degli innocenti.
GUISCARDO, riunendo tutte le forze del suo spirito
dice con enfasi:
- Potrà dunque
Bartolomeo di Capua giurare che in questa casa non siavi nascosto Niccolò Pesce…
SCENA X
Niccolò' con impeto e dignità si slancia fuori,
ed al momento lo circonda la moglie i figli e detti.
NICCOLÒ:
- Si,
che vi sono, a terrore de' malvagi
ROSALIA:
- Che facesti.
NICCOLÒ:
- Il mio dovere
GUlSCARDO, a soldati:
- Vedeste se
v'ingannai?
BARTOLOMEO, con furore a' soldati:
- Ciechi tropo
vi hanno ingannati: e la vostra credulità vi ha schiuso l'abisso di mali
irreparabili: (con somma dignità) Soldati, a voi come sedotti e non perversi
mi rivolgo. Quest'uomo tanto dal vostro Sovrano pregiato vien creduto un
ribelle? Ebbene, chieggo rivedersi in pubblico la sua causa; che le accuse e
le discolpe facciano brillare la Giustizia, nel suo Augusto Trono. lo di lui
rispondo; la mia casa gli sarà di custodia sino alla decisione della causa.
Intanto direte a Rainulfo che se egli fu destinato a comandar la Sicilia da
Federico, a questi Carlo la diede durante la sua vita e non altro. Che io, qual
Generale ed Inviato di Carlo ho il diritto, il sommo dritto di conoscere la
verità, preservare la Sicilia da' tradimenti, e difendere anche col mio sangue
il sacro dritto agli onesti cittadini
ROSALIA:
- Viva l'Eroe
della gloria.
NICCOLÒ,
con enfasi somma:
- Meco gridate
tutti viva l'uomo dell'onore. (in mezzo alla stupefazione de' soldati, l'atterrimento
di Guiscardo parte glorioso Bartolameo di Capua abbracciato a Niccolò e
festeggiato da Rosalia e suoi figli: mentre si bassa la tenda)
FINE DELL'ATTO SECONDO.
ATTO TERZO
Magnifica sala
a pian terreno ove si tengono le pubbliche adunanze: mercé degli archi si vedrà
il Cielo alquanto nubiloso, foriere di una prossima tempesta
SCENA I
Rainulfo e Guiscardo in caloroso dialogo
RAINULFO, agitato al sommo:
- Che narri
mai.
GUISCARDO:
- Verità troppo
funeste
RAINULFO:
- Niccolò?..
GUISCARDO:
- È in
Messina. A lui solo erano pur troppo noti tutti gli acquedotti: per uno che
forse sporgea nella sua casa qui di notte ne giunse. Vel rapportai: mi
ordinaste…
RAINULFO, fuori senno:
- Che mora…
GUISCARDO:
- Morremo
tutti, se per una vostra imprudenza da Bartolomeo di Capua si giunge a penetrare
le nostre trame
RAINULFO, fremendo:
- E che
pretende?...
GUISCARDO:
- Già ve 'l
dissi: che si rivegga la sua causa in faccia a' soldati, al popolo tutto...
RAINULFO:
- E Bartolomeo
ardisce...
GUISCARDO:
- Bando al
furore; la sola prudenza, la politica può salvarci...
RAINULFO:
- Ben rammenti
che non tutti i giudici furono del mio parere nel condannarlo...
GUISCARDO: - Che anzi i più deboli vi
secondarono pel timore che loro incuteste...
RAINULFO, interrompndosi a vicenda con
sollecitudine:
- Ora in una
pubblica discussione…
GUISCARDO:
- Potrebbero
disdirsi…
RAINULFO:
- È cosi render
noto che la sola vendetta mi spinse a condannare... Guiscardo, non ho altri
amici veri che te...
GUISCARDO, guardando con
atterrimento verso dentro:
- Il mio
destino è fortemente collegato al vostro… ma vedete là…
RAINULFO, con terrore e rabbia:
- Già si raduna
il popolo...
GUISCARDO:
- Che rivide
con sommo giubilo Niccolò Pesce allorquando Bartolomeo di Capua lo tradusse in
sua casa… ora qui si raduna per…
RAINULFO:
- Coraggio
Guiscardo…
GUISCARDO:
- Il caso
disperato me ne infonde abbastanza.
RAINULFO:
- A momenti qui
si presenterà Ildovaldo qual Messaggio de' Veneziani...
GUISCARDO:
- L'alternativa
che ei proporrà o di cedersi Messina, o dandosi l'assalto i vinti saran passati
a fil di spada senza riguardo alcuno di età, o sesso...
RAINULFO:
- Dovrà per
necessità sparger terrore in un popolo già avvilito dalla fame: nella
confusione, che io medesimo cercherò suscitare con il desolante quadro di una
inevitabile ruina, cerca tu di ghermire Niccolò, e da tuoi fidi farlo
massacrare, qualunque ne sia il modo, onde non si palesino le nostre trame.
La moglie ed i figli... chiusi nel sotterraneo contiguo. al mio palazzo…
GUISCARDO:
- Ed in tale
emergenza anche l'amore per Rosalia…
RAINULFO:
- È il primo
mantice che soffia la vendetta al mio cuore… Rivedere il marito al suo fianco,
le mie speranze deluse, il mio amor proprio schernito...
GUISCARDO:
- A fronte del
comune pericolo…
RAINULFO:
- Pur che
m'abbia una compiuta di Rosalia...
SCENA
II
Voci di giubilo da dentro detti costernati.
VOCI l:
-
Viva, viva Niccolò Pesce.
VOCI II:
- Viva, il
nostro liberatore.
VOCI III:
- Viva
Bartolomeo di Capua che lo difende
RAINULFO, fremendo:
- lo fremo.
GUISCARDO:
- Lo conducono
quasi in trionfo…
RAINULFO, furente:
- E non è
quella Rosalia sua moglie?…
GUISCARDO, con rabbia ed enfasi:
- Il nostro
decoro; le nostre vite, e non l’amore vi sian di norma in tai perigliosi
momenti…
RAINULFO, agitato al sommo:
- In cui mi fa
d'uopo di tutta la tua amicizia invia qui tosto una quantità de' soldati a noi
ligi per esperienza; Quindi prometti, indaga, esegui quanto io ti dissi, e la
mia sorte sarà collegata alla tua.
GUISCARDO:
- Se resteremo
in vita (parte in fretta)
RAINULFO:
- Eccoli!...
mio cuore alla prova...
SCENA III
Bartolomeo di Capua precedendo il popolo che altamente festeggia Niccolò Pesce.
Questi vien circondato da Rosalia, Geldrude e Giulio;
Rainulfo nasconde per quanto la sua rabbia gelosa mettendosi in sussiego.
POPOLO: - Viva
Niccolò Pesce.
BARTOLOMEO , con dignità:
- Chetatevi:
siete innanzi a Rainulfo, a colui che decorosamente fa le veci di Federico.
ROSALIA, con enfasi:
- Oh se qui
fosse Federico non si vedrebbero tante…
BARTOLOMEO:
- Di tacere
v'imposi
RAINULFO:
- Signore:
altamente ti rispetto, e pel tuo rango, e per l'oggetto che qui ti condusse.
Sorpreso quindi rimango conoscendoti ingannato onde prender le difese di un
prescritto…
NICCOLÒ,
fremente di furore vorrebbe parlare ma gli vien chiusa la bocca da Rosalia con
tenerezza:
- lo pro…
RAlNULFO, con più forza:
-
Si, prosçritto su cui pende la scure della giustizia: che se questa venne
delusa qual tradimento, ora che nuovi delitti commise nuova ed esemplare morte
gli si conviene
BARTOLOMEO:
- Rainulfo,
tutti lasciano sudditi delle leggi, e niuno oltre a' scellerati, può a queste
impunemente rendersi ribelle. Tutelando io quest' uomo non mai surse nel mio
pensiero la colpevole idea di oppormi alla decisione di un augusto Consesso.
Conobbi Niccolò Pesce onorato da Federico di Aragona, rispettato da suoi
concittadini, pe' quali volenterosamente più volte sparse il suo sangue: lo
rividi in sua casa per essere assassinato, lo garantii; ma ora io stesso nelle
mani dell’immaculata giustizia il rimetto. Nuovi delitti gli si appongono?
Siano essi palesi, onde quei medesimi che finora esclamarono viva Niccolò Pesce,
gridano muoia colui che seppe tradire in sì vergognoso modo il suo Sovrano, la
sua patria, i suoi concittadini.
RAINULFO:
- Chi non
conosce lo sdegno di costui contro di Federico, dal perché seco condurlo nelle
Spagne nol volle qual condottiero dell’armata
NICCOLÒ,
con somma enfasi:
- Chi non
conosce quanto Federìco meco sdegnossi allorchè io mi opposi alla sua generosa
brama di volermi seco condurre, allegandogli la giusta opposizione di non
volere abbandonare più la mia famiglia, il mio paese?
RAINULFO:
- È un notorio
che appena partito Federico egli ne sparlava aspramente, ed in pubblico…
NICCOLÒ,
con sommo furore:
- Perchè avea
lasciato in sua vece…
RAINULFO, con più forza:
- Chi giunse a
penetrare il tuo infame complotto co' Veneziani; percui ora siamo ridotti al
punto estremo…
SCENA IV
Guiscardo
frettoloso alla testa di molti soldati
che si dispongono facendo una barriera a Rainulfo, e detti
GUISCARDO:
- Un
parlamentario Veneziano chiede una sollecita udienza.
RAINULFO:
- Sia subito
introdotto: ma bendato sino all'ingresso di quest'atrio, onde non conosca lo
stato delle nostre fortificazioni.
GUISCARDO, s' inchina e parte.
RAINULFO:
- Si allontani
Niccolò!...
BARTOLOMEO:
- Che rimanga,
Rainulfo, è mio parere. In faccia al messaggio Veneziano con più facilità si
può scoprir la sua trama.
RAINULFO:
- Egli da
politico sosterrà di non conoscerlo, onde la presa di Messina si debbe al di
loro valore non all’altrui tradimento.
BARTOLOMEO:
- E noi di lui
più politici raffinati conosceremo da' volti i trattati de' cuori.
NICCOLÒ:
- E sul mio
volto vi troverete mai sempre impressi la verità, l'onore...
RAINULFO:
- Ecco il
messaggio.
SCENA V
Ildovaldo preceduto da Guiscardo, e detti.
ILDOVALDO, dopo seduto:
- Comandante di
Messina; varii progetti vi si fecero da' Veneziani onde senza spargimento di
sangue fosse la Cittadella ceduta...
BARTOLOMEO:
- Qual dritti
vantate voi sulla Sicilia.
ILDOVALDO:
- Quei che ne
accorda il nostro valore
BARTOLOMEO:
- Il vostro
tradimento dir volete…
ILDOVALDO, crucciato;
- E chi ardisce
tacciar noi...
BARTOLOMEO, con fermezza:
- Rainulfo.
RAINULFO, sorpreso e sdegnato:
- Io…
BARTOLOMEO:
- Si, che
accusaste Niccolò Pesce qui presente di aver venduto il suo paese a'
Veneziani.
ILDOVALDO, con mistero feroce fissando Rainulfo:
-
Rainulfo osa dir tanto in mia presenza?
RAINULFO, palpitante: - lo dissi…
ILDOVALDO, coll'entusiasmo della verità:
- Sul mio
onore, sull'onore di buon soldato giuro che non mai Niccolò Pesce si è macchiato
di tale obbrobrioso delitto: ma vi fu bensì…
RAINULFO, con velocità e furore l'interrompe:
- Ma
quale è infine la vostra inchiesta?
ILDOVALDO:
- Quella che mi
fu dettata dal mio Generale in Capo.
BARTOLOMEO:
- Sia tosto
nota.
ILDOVALDO:
- O cedere
Messina per domani…
BARTOLOMEO, con somma fierezza:
- No: non si
cederà Messina…
ILDOVALDO:
- Ed
allora si darà tosto l'assalto: e senza eccezione di sesso i vinti saran passati
a fil di spada
BARTOLOMEO, con entusiasmo e furore:
- I cadaveri
passar potrete a fil di spada, ma fin quando sangue nelle vene ci scorrerà senza
eccezione di età e sesso, tutti credilo Messaggio, si tutti colle mani soltanto
vi faranno ostacolo e barriera ad una sognata vittoria: e in fin tel sappia che
a difesa del proprio onore la forza si centuplica contro de’ suoi scellerati
aggressori.
ILDOVALDO, si alza fissando
con furore Rainulfo:
- Le opre
decideranno dei detti. Ma in breve il traditore sarà scoperto e infamemente
punito (parte furente accompagnato da Guiscardo)
RAINULFO, con enfasi:
- Ecco in
qual modo è combinata la perfida trama tra Niccolò ed i Veneziani. Viene il
messaggio, ne intima la resa: d'altronde sul timore che Niccolò vinto dalla
debolezza palesato si fosse come autore e fautore insieme di sì alto tradimento,
senza attender mia risposta ne volta le spalle e parte Ildovaldo...
NICCOLÒ,
interrompendolo con somma vivacità:
- E come sai,
tu che si chiami Ildovaldo un messaggio che per la prima volta qui si presenta?
RAINULFO, confuso ed in furore:
- Arrogante,
traditore...
BARTOLOMEO:
-
Giustifìcazioni Rainulfo e non rampogne.
RAINULFO:
- Giustificarmi
innanzi ad un ribelle?...
BARTOLOMEO:
- Innanzi a
tutta Messina lo devi, in faccia ai tuoi guerrieri su' quali pende l'estremo
fato, per conoscere chi sia il reo che sacrificato essser debba qual traditore
in faccia all'inviato di Carlo...
RAINULFO, in sussiego:
- Cui in nome
di Federico mio Sovrano impongo di tacere, e rispettare in me quella suprema
autorità. concessami, e che nessuno potrà impugnare senza che un nuovo Real
rescritto a me la tolga: Niccolò è reo di morte…
NICCOLÒ,
che insofferente a tanti oltraggi si fa innanzi con franca risoluzione:
- Si,
perchè non feci noto a' Messinesi che essi erano traditi, ingannati da colui
che… Messinesi che io parli, che io vi palesi la mia innocenza, l'altrui
perfidia, e poi se fede prestar non volete alle voci della verità, dell'onore,
impugnate voi stessi i brandi, sacrificatemi, ed io muoio contento.
POPOLO:
- Si ascolti
Niccolò Pesce.
RAINULFO, indeciso da sé:
- lo fremo!
NICCOLÒ,
col massimo entusiasmo sempre crescendo:
- Grazie miei
buoni concittadini. Havvi chi negar mi possa che figlio di soldato a voi tutto
mi dedicai fin dalla mia giovinezza? Che disagi, perigli, la morte istessa non
mi fu di ostacolo onde farvi sicuri dalle incursioni de' Barbari, che per la
vostra tranquillità nella guerra tra Federico e Carlo esposi più volte e in
varii modi la vita, che infine per troppo amarvi rigettai le generose offerte
del buon Federico...
RAINULFO:
- Lo facesti
onde vender Messina a' Veneziani: le carte parlan chiaro...
NICCOLÒ:
- Dovrebbon
parlare i cuori…
RAINULFO, con sommo furore:
- Malvaggio ed
ardisci…
NlCOLÒ, con di entusiasmo:
- La verità
Messinesi, la verità... Egli penetrò aver io avuto notizie de' suoi meneggi con
i Veneziani, percui calunniandomi di alto tradimento fe’ condannarmi a morte...
RAINULFO:
- I delitti son
provati...
NICCOLÒ:
- Dalla tua
scelleragine
RAINULFO:
- Olà
rispetto...
NICCOLÒ:
- A
chi tradisce...
RAINULFO, mentre la tempesta infuria dà ordine che
sia trascinato altrove Niccolò:
- Che strascinato sia altrove, e domani…
NICCOLÒ,
con sommo entusiasmo:
- No domani, in
questo momento, mentre infuria la tempesta prometto di partire, igiungere a
Pentimele, e qui precipitosamente far venire l’armata di Carlo…
RAINULFO, con impeto:
- Non vi fate
sedurre da cotesto Ciurmatore, egli vuol gittarsi a nuoto onde rifuggirsi sulle
Galere venete, e domani entrare in Messina; ov'egli conoscendone tutte le più
recondite strade, alla testa de' nostri nemici pianterà lo stendardo del
tradimento su' vostri cadaveri.
NICCOLÒ,
che vedendo scoppiare un forte tuono esclama:
- Ed il tuono
che sì forte rumoreggia non cade a sterminare un tal empio...
RAINULFO, sempreppiù vedendo crescer la tempesta:
- La
tempesta imperversa; ciascuno si renda alle proprie case, e quest' uomo…
NICCOLÒ,
mentrechè, la tempesta è giunta al suo colmo, rimprovera il Popolo, quindi
come, preso da un santo entusiamo prende Giulio d'accanto a Rosalia ed
innalzandolo lo presenta a Rainulfo e Bartolomeo di Capua:
- E quest'uomo
inorridito meno dalla tua raffinata calunnia che dalla vile oscitanza dei suoi
compatriotti: i quali pur troppo conoscendo la di lui innocenza serbano per
debolezza un vergognoso silenzio… Questo è mio figlio, è sangue mio che depongo
nelle vostre mani: egli è l’immagine del mio cuore puro, e senza delitti. Io lo
do in ostaggio del giuramento che innanzi a Dio pronunzio. Lasciatemi partire a
nuoto senza che alcuno mi segua; io prometto di ritornare fra sei ora con
l’armata ancorata a Pentimele. E se al termine di esse ciò non avvenga:
barbari! ucciderete mio figlio e così soddisferete la vostra sete di sangue.
ROSALIA, furente vorrebbe ma invano riprendere il
figlio:
- Egli è mio
figlio puranche…
NICCOLÒ,
rimproverandola:
- Ma noi tutti
siamo figli dell’onore
BARTOLOMEO:
- Vero eroe,
salva il tuo paese, ed io con la mia vita garantirò i tuoi diritti.
RAINULFO:
- Quale ardire
POPOLO:
- Che parta
Niccolò.
ROSALIA, abbracciandolo:
- La tempesta
minaccia
NICCOLÒ, avvicinandosi:
- Iddio
comanda agli elementi
ROSALIA, abbracciandolo con tutta la forza:
- Ma tua
moglie…
GELTRUDE, similmente lo abbraccia:
- I figli
tuoi...
GIULIO, gridando a mani giunte: - Papà mio…
NICCOLÒ,
allo scoppio di un forte tuono entusiasmato si svincola da tutti esclamando con
trasporto: - Voce tremenda io li ascolto: o salva la mia
o tutti morti. (precipitosamente e mentre son tutti costernati, si bassi la
tenda)
FINE
DELL' ATTO TERZO
ATTO QUARTO
Galleria, in
casa di Rainulfo - in fondo per mezzo delle arcate si esce ad un loggiato
dal
quale si vede la luna nel suo pieno che lutto l' orizzonte rischiara.
SCENA I
Rosolia nel massimo abbattimento assistita da Geltrude e Bartolomeo di Capua.
BARTOLOMEO, compiangendola:
- Rincuorati
madre, ottima moglie
ROSALIA, - desolata:
- Osate
d’infondermi coraggio?
BARTOLOMEO:
- Nella piena
delle sventure mostra il mortale esser ben persuaso che la vita è un complesso
di mali
ROSALIA, piange:
- Perché la
società è un complesso di scellerati
GELTRUDE, abbracciandola:
- Mamma mia
vorresti anche tu morire affogata nel pianto, come ho perduto il padre
affogato in quelle onde (indicando dalla banda del loggiato)
ROSALIA, piangendo con rabbia:
- Per un
fanatismo di falsa gloria…
BARTOLOMEO:
- Che ha
distinto tuo marito da quel complesso di scellerati, che pocanzi esecrasti.
ROSALIA, disperata:
- Ma chi, chi
ritornerà il padre a questi fìgli, il marito ad una tenera moglie, ed infine
chi potrà impedire alla immane barbarie di Rainulfo che battuta l'ora sesta e
non ritornato mio marito, mandi a morte mio figlio?... Mio figlio, Signore;
... comprendete ora il mio stato, e se anche voi non diveniste crudele
inculcatemi ora il coraggio se il cuore ve'l detta.
BARTOLOMEO, da sè, oppresso dal di lei dolore:
-
Sventurata!
ROSALIA,
vieppiù disperandosi, infine si batte il petto, ciò le dà motivo a rammentarsi
di di un oggetto che asconde percui conchiude con
fermezza:
- Perchè
mancommi la forza onde seguirlo nelle onde che gli avranno schiuso la tomba, per
non esser fra poco spettatrice di un …. (battendosi in petto) ma mio figlio
non morrà solo...
BARTOLOMEO:
- Credimi
amica, tutto è compensato sulla terra, sì la virtù che il vizio.
ROSALIA:
- Ma veggo
quest' ultimo sempre trionfare.
BARTOLOMEO:
- Ma spesse
fiale la folgore Divina lo abbatte in men che'l dico!!! Dopo mèzz'ora,
prodigiosamente la tempesta non è calmala? Non ha egli altre volte tragittato
il Faro nelle agitazioni delle onde? La luna nel suo pieno col suo brillare
nel mare non suscita la speranza nel tuo cuore di veder salvo ritornare e,
trionfare benanche su de' suoi nemici l’inimitabile tuo sposo? lo qui ti
condussi acciò tutta l'opera tua sia diretta a persuadere Rainulfo çhe scorse
le sei ore non cerchi, anzi dissuada il popolo di mandare a morte tuo figlio.
lo d'altronde farò lo stesso con i soldati, e tutti insieme, speriamo pure
Rosalia nella suprema Provvidenza, di condurre a buon fine questa difficile
impresa.
ROSALIA, furente:
- Eccolo…
l'infame che si avanza…
BARTOLOMEO:
- Prudenza
Rosalia… egli è in compagnia di alcuni uomini di mare. ... ritiriamoci:
verremo allorchè lo vedremo solo e più in calma. Prudenza, arte benanche ti
consiglio ad usare: si tratta di salvar il figlio.
ROSALIA, con fredda disperazione fa travedere un
feroce disegno che nutrisce:
- Si… la mia
memoria rimarrà a terrore degli empii (entra' con Bartolomeo).
SCENA II
Rainulfo in caloroso dialogo con due marinai
RAINULFO, a' Marinari:
- Voi dunque mi
assicurate aver veduto perire Niccolò nella tempesta, e che domani se ne rivedrà
il cadavere? Se ciò si avvera sarete da me generosamente ricompensati. Ma
silenzio su quanto vi domandai: partite (Marinari 'partono).
RAINULFO:
- Eccomi
adunque a metà vendicato: ma su di Rosalia ed i figli debbe compiersi l'intèra
mia vendetta e poi…. perchè Guiscardo così agitato e guardingo. Che avvenne?
SCENA III
Guiscardo agitato, e detto
GUISCARDO:
- Il mio cuore
non mi ha ingannato temendo.
RAINULFO:
- In qual
modo?...
GUISCARDO:
- Tutti mi
assicurano che Niccolò a traverso della tempesta abbia potuto, come altre volte,
già fece, giungere a Pentimele, ed allora…
RAINULFO:
- DeboJe! Non
vedesti uscire quei due Marinari da' miei appartamenti?
GUISCARDO:
- Li vidi…
RAINULFO:
- Essi son pur
coloro di cui tante pruove di fedeltà ne abbiamo. Che perciò mi giurarono sulla
loro vita aver veduto perire Niccolò fra onde...
GUISCARDO:
- E ciò onde
secondar le vostre brame e carpirvi del danaro…
RAINULFO:
- Ma procurarsi
la mia vendetta benanche se m' ingannassero.
GUISCARDO:
- Il mio cuore
però non v’inganna
RAINULFO:
- Perchè
imbecille…
GUISCARDO:
- Perchè non
cieco di amore…
RAINULFO, in sussiego:
- Guiscardo…
GUISCARDO:
- Collera
intempestiva nell’imminente sciagura
RAINULFO:
- Fantastico;
vedi nero nel maggior splendore del nostro trionfo
GUISCARDO, con enfasi:
- Qual trionfo
sognate: Uscite sul loggiato: mirate come tutti ansanti sul lido attendono, e
quasi loro sembran veder Niccolò precursore dell’armata che viene a liberarli.
RAINULFO:
- Le ali del
loro desio saranno ben tosto tarpate, allorché trascorsa l’ora sesta farò
pubblicamente trucidare il figlio di Niccolò, quindi facendo conoscere il
tradimento ricevuto gl’indurrò a tal grado di temenza ch’essi medesimi dovranno
pregarmi di ceder Messina
GUISCARDO:
- Ed in
opposizione a tai efimeri progetti debbo avvertirvi che appena, cessata la
tempesta molta truppa Veneta ch'era al nostro blocco di terra si è con immensa
fretta imbarcata, e quindi molte, galere allontanate dal lido.
RAINULFO:
- Manovre
militari a noi ignote...
GUISCARDO:
- Ma che han
dovuto aver per oggetto il timore della venuta dèll'armata di Carlo. E non
potca Ruggiero dell' Oria dirigersi 'con questa verso Messina non avendo più
notizia di Bartolomeo di Capua, ed avendo bensì nuova del blocco de'
Veneziani; che sebbene faceste incarcerare il corriere ne ha potuto d'altronde
giunger la fama?
RAINULFO, beffandolo:
- Ma quanti
quanti accidenti e combinazioni sai tu immaginare con tal vergognoso timore.
Godiamo di un bene presente e si lasci agl'ignoranti il pensi ere di un
malaugurato futuro.
GUISCARDO:
- E mentre che
con tanta lieta fiducia ragionate il popol tutto contro voi mormora e minaccia…
RAINULFO:
- Fian chiuse
perciò al momento le due porte ferrate di questo palazzo.
GUISCARDO:
- Debole scampo
se volessero contro voi attentare. Son sì basse le finestre ed i loggiati, che
con picciole scale vi si può in un subito dalla strada montare.
RAINULFO:
- Tosto chiuse
le porte cento arcieri vi si mettano innanzi: Quindi tu per la scalinata
sotterranea che da questo palazzo mena alle carceri, ov' è il figlio di
Rosalia, lo prendi e quindi tu stesso lo conduci.
GUISCARDO:
- Pensate a
Rosalia…
RAINULFO:
- Nel momento
più bello della mia vita. Ella è fuori con Bartolomeo di Capua qui venuti, ad
implorar grazia pel figlio… quanto altro tempo corre per l'ora sesta?
GUISCARDO:
- Circa un
quarto d'ora.
RAINULFO:
- E tanta sarà
la distanza che correrà per rendermi appieno felice.
GUISCARDO:
- Ma...
RAINULFO:
- Nessuna
osservazione: esegui quanto li dissi, e stabilisci nel tuo cuore la massima che
i vili e i timorosi saranno sempre poveri e negletti.
GUISCARDO:
- Ma vivranno
più degli altri (parte).
RAINULFO:
- Per la prima
volta Guiscardo è in tal modo avvilito… Ecco Rosalia col Generale. .. sei pur
mia, donna orgogliosa.
SCENA IV
Bartolomeo di Capua e detto
BARTOLOMEO:
- Rainulfo…
RAINULFO:
- Generale
siete pago alla fine di far partir quel famoso eroe contro la mia volontà?
ROSALIA, compresa dalla rabbia e dal pianto:
-
Egli è morto…
RAINULFO, con ironia:
- No, non lo
immaginate neppure: egli troppo saggio onde salvar la sua vita dalla scure non
l'avrebbe certamente avventurata fra le onde; che anzi rifuggitosi sulle venete
Galere lo vedrete domattina guidar l'armata nemica ad esterminar que' medesimi
suoi concittadini di cui
vantossene il
difensore.
BARTOLOMEO:
- lo non potrò
mai credere...
RAINULFO:
- Creder non
dovevate che un uomo del volgo nutrisse e mettesse in opera quei sentimenti…
ROSALIA, con tutta la furia del dolore:
- Che un
ambizioso vendicativo non conosce? anzi manomette e conculca.
RAlNULFO, furente:
- Rosalia…
BARTOTOLOMEO:
- Com patitela,
è moglie e madré…
RAINULFO, con furore e sussiego:
- CosÌ e non
altrintenti, dirò a' Messinesi. Bartolomeo, di Capua, l’inviato di Carlo ha
protetto Niccolò, Pesce, che vi ha traditi, e che in breve verrà a calpestare
i vostri cadaveri: e di ciò non satollo ora ne, protegge e ne difende la mo
glie...
BARTOLOMEO, che più non potendo refrenare il suo
irascibile prorompe dicendo:
- Uomo
malvaggio! Altra misura tu non avrai che quella del tuo cuore? Se nobile fu la
mia culla di più nobili azioni gloriose ornai gli antichi stemmi di mia
famiglia. Egli è noto che tuo padre morì qual traditore su di un patibolo e tu
figlio non degenere seguirai la sua stessa sorte. Vile io non ti temo: vieni
meco al paragon delle armi, ed in faccia a tuoi guerrieri, al popol tutto
mostriamo chi di noi due è degno di cinger la spada dell' onore (parte furente)
ROSALIA:
- Uomo
impareggiabile!
RAINULFO, compiaciuto da sé:
- Cianciasti,
ma partisti infine sciocco entusiasta. Ora son con Rosalia.
ROSALIA, atterrita si dà coraggio e dice da sé:
-
Siam soli... Rosalia tuo marito finì: tuo figlio ed il tuo onore sono per
finire benanche (mettendosi la mano al petto)… farò precedermi nella tomba.
RAINULFO, con pacatezza d’amore:
- Rosalia…
ROSALIA, con terrore:
- Signore..
RAINULFO:
- Perchè tanto
fremito t'investe nel fissarmi lo sguardo.
ROSALIA:
- Perchè veggo
in voi la causa primiera ed unica di tutte le mie sventure.
RAINULFO:
- Eppure…
ROSALIA:
- Altre ne
preparate?
RAINULFO:
- Eppure dir
volli la causa tu ne fosti. Non potendo ora alcun di noi indietro far ritorno; uop'
è a tempo porre un argine onde maggiori sventure non ricadano su questa
infelice famiglia.
ROSALIA, con atterrimento:
- Ed in qual
modo Rainulfo?
RAINULFO:
- Ascoltami
tranquillamente, e conoscerai all'evidenza che io…
ROSALIA, con fremito di furore a stento trattenuto:
- Che tu sei Rainulfo? Sempreppiù me ne confermo.
RAINULFO:
- Il disinganno
è vicino. Tuo marito o da folle perdè la vita nel furor della tempesta o da
traditore si rifuggì sulle Venete Galere. In qualunque de' due casi, al
suonar dell'ora sesta, il popolo non vedendolo ritornare, a norma della sua
promessa…
ROSALIA, con furore:
- E da te
istigato, domanderà la morte di mio figlio? E tu uomo barbaro...
RAINULFO:
- Termina di
ascoltarmi...
ROSALIA:
- E che saprai
dirmi?
RAINULFO, con tenerzza:
- Ciocchè il
cuore mi detta.
ROSALIA:
- Che in vece
di un figlio due se ne inviino a morte? Altro che enormi delitti potrà dettarti
quel
cuore?
RAINULFO:
-
Compassionando in te il dolor di madre soffro senza offendermi de' tuoi insulti:
che anzi con generosità spero controcambiarli se mi darai ascolto.
ROSALIA:
- Parla
RAINULFO:
- Dammene il
tempo senza interrompermi.
ROSALIA, da sé:
- Non resisto.
RAINULFO:
- lo mi resterò
teco qui dentro finchè suoni l'ora sesta. Se allora il popolo giustamente
sdegnato chiede per esempio de' traditori la morte di tuo figlio, a me non
compete oppormici di fronte pel mio carattere, ma l’ ingannerò bensì nel
modo che ho già divisato.
ROSALIA, con sollecitudine:
- E, quale?
RAINULFO:
- Per una
sotterranea via che mena in questo mio palazzo ho inviato a prender tuo figlio
ROSALIA, passando con rapidità dal terrore alla
gioia:
- E lo
vedrò?...
RAINULFO:
- Fra momenti:
con lui e l'altra tua figlia vi farò ascondere in un luogo, ove a ciascuno
ignoto inutilmente il popolo potrà rinvenirlo. E mentre che io declamerò che
si trascini a morte il figlio di Niccolò Pesce, non ritrovandosi nelle carceri
sarà salvo dal loro furore, e tu con essi ascosa vi mostrerete allorquando le
attuali circostanze cambiate sarà tutto in calma.
ROSALIA, indecisa fra la gioia ed il timore:
- Rainulfo!
Il rimorso de' passati delitti ti ha forse spinto ad un'azione…
RAINULFO, con trasporto di tenerezza:
- Il cuore mi
vi ha spinto, il cuore.
ROSALIA, tremando da sé:
- Dal suo
volto trasparisce il perfido disegno…
RAINULFO:
- Rosalia…
perchè quel palpito.
ROSALlA, cerca ricomporsi fingendo di non intendere
le perfide mire Rainulfo:
-
Perché… perchè dal colmo de' mali per opra tua io passerei di repente a quella
del som mo bene...
RAINULFO, con più di
entusiasmo di amore:
- E tal sarà
allorquando in mezzo a tuoi figli io ti farò godere giorni veracemente felici.
ROSALIA, da sè con maggior timore:
- Ecco il
perfido che si palesa.
RAINULFO:
- Motivi
politici mi fecero rampognare Bartolomeo di Capua allegando che egli avea
cooperato a far partire tuo marito, e che questi qual traditore erasi sulle
Venete Galere rifuggito. Fosse pur vero, egli sarebbe vivo, ma infelicemente
de' suoi amici testè mi assicurarono averlo veduto perire preda delle onde.
ROSALIA, furente si mette per la disperazione le
mani fra capelli indi con freddo furore dice:
- Morì?... Sua
moglie vive ancora!
RAINULFO, con tenerezza:
- E la tua
sorte sarà ben differente...
ROSALIA, con mistero di terrore:
- Da quella
del marito?... si...
RAINULFO:
- Salvandoti
quel figlio ch' egli incautamente espose alla morte.
ROSALIA, fissandolo con terrore: - Lo salverai?
RAINULFO:
- Si: ma qual
sarà la tua ricompensa?
ROSALIA:
- Quella che
riceverai dalla prima buona azione che eseguisti nella vita. E giunto al tuo
letto di morte, che tu pur come tutti vi giungerai Rainulfo, dirai salvai il
figlio ad una madre che io resi infelice.
RAINULFO, con più di tenerezza:
- Ma spero che
questa madre…
ROSALIA, con enfasi somma:
- Sebbene da te
priva di sposo, in grazia che le salvi il figlio non reclamerà la Suprema
vendetta sul tuo capo.
RAINULFO, ferocemente ironico:
- Troppo scarsa
mercede tu rendi ad un uomo…
ROSALIA, con terrore:
- Che non
conosce quanto sia possente quella vindice destra…
RAINULFO, con maggior tenerezza:
- Altro non
veggo ora che la possanza di quegli occhi sfavillanti...
ROSALIA, col coraggio della fredda disperazione:
-
Rainulfo, altra fiata a ragionarmi in simil modo imprendesti: alle mie ripulse
perdesti mio marito… trema di una donna che non contratta con l'onore, e che
di tutto si sente capace per conservarlo illibato, e vendicarlo insieme.
RAINULFO, chiamando dentro:
- Guiscardo…
ROSALIA, furente:
- Chiama i tuoi
satelliti.
RAINULFO:
- Ora
vedrai...
SCENA V
Guiscardo conducendo Giulio e detti
GUISCARDO:
- Son quà...
ROSALIA, corre ad abbracciare il figlio:
- Figlio mio…
GIULIO, piangendo:
- Mamma mia, ed
è' vero che dovrò morire?
ROSALIA, piangendo da disperata abbraccia
fortemente il figlio...:
- Ma con te
morirà la madre.
RAINULFO, con terrore e spavento a Guiacarclo che
gli avrà parlato di soppiatto:
- Che dici
tu mai...
GUISCARDO, di soppiatto:
-
Quel che vidi io assieme ad altri.
RAINULFO, atterrito:
- La truppa di
terra si è tutta imbarcata?...
GUISCARDO:
- E le Galere
Venete si sono allontanate dal lida a remi sforzati.
RAINULFO, agitato al sommo:
- Ma
perchè?...
GUISCARDO:
- Chi mai può
comprenderlo.
ROSALIA, da sé sempreppiù stringendo il figlio fra
le braccia:
- Ora gli
infami stabiliscono il mio assassinio.
RAINULFO, con ispavento sempre crescendo e di
soppiatto a Guiscardo:
- Ma si vede
alcuno oggetto comparire da distante?
GUISCARDO, di soppiatto:
- Tutto il
popolo è sul lido; vedetelo voi medesimo; Bartolomeo di Capua assicura a tutti
del ritorno di Niccolò con l'armata.
RAINULFO, con furore concentrato:
- Quanto vi
vuole per l'ora sesta.
GUISCARDO:
- Sta per
battere …
SCENA VI
Geltrude frettolosa tira in disparte Rosalia mentre Rinulfo,
e Guisardo sono ingolfati in modo nel dialogo da non avvertirla
GELTRUDE, con somma gioia:
-
Mamma, come m’imponesti ho guardato sempre per la finestra… ed ho veduto a chi
far segni col fazzoletto, a chi abbracciarsi l'un l'altro, a chi...
ROSALIA, con gioia:
- Più
sottovoce.
SCENA VII
Si udrà dall' oriuolo da strada suonar l'ora sesta. Dal che sorgerà un
mormorio generale, che andrà sempre crescendo senza intendersene la ragione.
ROSALIA, diperandosi:
-
Oimè!
GIULIO, abbracciando fortemente la madre:
- Mamma, ora
mi uccideranno?
RAINULFO, che avendo finora dialogato di soppiatto
con Guiscardo, dice a voce alta:
- Guiscardo
udisti l'ora sesta… ascolta ora il mormorio del popolo fremente....
ROSALIA, agitata:
- Ma si ode
nominare mio marito.
RAINULFO:
- Che non
essendo ritornato all’ora prefissa, vogliono perciò la morte del figlio…
ROSALIA, fuori senno:
- Lasciate
dunque che io' medesima loro lo presenti: e vedremo se saranno tanto barbari
di strappare il figlio dalle braccia della madre ...
RAINULFO, ascoltando il tumulto che si avanza dice
con somma forza:
- Son io il
custode delle leggi e a me si spetta…
GUISCARDO, atterrito:
- Cresce ii
tumulto, suona la Generale.
RAINULFO, con impeto e di disperato a Guiscardo:
-
Riporta il fanciullo nelle carceri...
ROSALIA, disperata:
- Spietato,
eccomi a piedi tuoi.
RAINULFO:
- Tale diverrò
per, te donna pertinace.
SCENA VIII
In mezzo al tumulto crescente; si odono delle voci festive
VOCI:
- Viva
'Niccolò Pesce.
VOCI:
- Viva il
salvator di Messina
ROSALIA, fuor di sè per la gioia si dirige fuori
del loggiato dicendo:
- Dio
protettore dell'innocenza, ne salva...
RAINULFO, fuori senno nel furore ghermisce il
figlio a Rosalia indi ordina a Guiscardo di prender Geltrude:
- Guiscardo
prendi la figlia e mi siegui…
GUISCARDO, va per prendere ma titubante Geltrude:
- Vieni...
GELTRUDE, che fortemente si sarà avviticchiata
alla madre grida: - Mamma salvami...
ROSALIA, disperandosi non sa in qual modo
risolversi:
- Scellerato…
RAINULFO, conoscendo che Guiscardo non ha coraggio
di strappar Geltrude dalle braccia della madre, dà a lui
Giulio, ed egli corre per strappar Geltrude:
- Guiscardo
prendi Giulio in custodia, io le strapperò Geltrude.
ROSALIA, che mentre Rainulfo consegna Giulio tra le braccia di Guiscardo
cava uno stilo dal petto e esclamando:
- Amor di madre
assistitemi!
RAINULFO, dando Giulio a Guiscardo corre per istrappare Geltrude da
Rosalia:
- Ora vedremo…
ROSALIA, nell’avvicinarsi Rainulfo gli vibra in
petto un colpo di stilo dicendo:
- Vita, per
vita…
RAINULFO, trambasciando pel colpo:
- Moro… vendicatemi.. . (cade nelle braccia di Guiscardo)
GUISCARDO, onde prendere fra le braccia Rainulfo moribondo lascia Giulio
dicendo:
- Siam perduti!
GIULlO, correndo fra le braccia di Rosalia:
- Mamma.
SCENA IX
Bartolomeo di
Capua, Niccolò Pesce, soldati e popolo che appoggiale le scale
al Verone ed
alle finestre per là vengono precipitosamente:
mentre che sì
udranno campane a stormo, rulli di tamburi e voci di gioia,
e detti
VOCI:
- Viva Niccolò
Pesce.
VOCI:
- Viva il gran
Federico.
VOCI: - Morano i traditori
ROSALIA, correndo fra le braccia del marito:
- Sposo
NICCOLÒ: - Rosalia.
GELTRUDE:
- Papà mio.
GIULIO: - Volevano
uccidermi.
ROSALIA, con tutto l'entusiasmo della
circostanza:
- Ma in vece
quel ferro è stato vibrato dalla vindice mano della natura onde sterminare un
empio che stava per sacrificarci tutti.
BARTOLOMEO:
- Ecco
Rainulfo qual io predissi il tuo il nostro fine.
NICCOLÒ,
con sommo entusiasmo sempre crescendo:
- Per la
salvezza de' miei concittadini mi rispettarono gli elementi in furore.
Ruggiero deIl'Oria cui giunse nuova del blocco erasi di già per qui incaminato:
sopra agile legno: io solo a voga-insieme precedetti la flotta, l'armata
nemica salpa l'ancora e fugge: ed io mercè al Fattor dell'universo giungo a
tempo onde serbar Messina a Federico, la patria a miei concittadini, l'onore a
tremenda memoria degli scellerati.
VOCI:
- Viva
Niccolò Pesce
TUTTI: - Viva.
FINE
BARONE GIO. CARLO COSENZA
Napoli, dalla stamperia Francese, Strada S. Sebastiano,
n. 49
1826
www.colapisci.it
|