De Veritate fidei Christianae
Liber Secundus
Qui est de Iesus Christo
[...]
Rpertus est tamen in tanta multitudine Noé, qui a rationibus vitaeque aliorum
instituto longissimê recederet, & numen purè ac sanétè coleret.
Hunc cum uxore & tribus filijs, ac totidem nuribus à clade illa Deus
servavit: unde postea humanum genus reparatum est, tanto brevi proventu, ut
quingentis annis post et amplae urbes sint frequentatae, & magni exercitus ad
bellum gerendum collecti. Sed hoc non de quingentis modò annis, verùm nec
deducentis fuerit mirandum, si quis ad comparationem revocet, quanta
possit ex uno coniugum pari breui tempore multitudo procreari. Ab uno intra
viginti annos, ut paucissimè dicam, viginti: à viginti post annos,
totidem, quadringenti: ab ijs deinceps ea turba, cuius iniri iam numerus non
possit & hæc ante annos sexaginta, quod facile est computatione colligere. Verùm
dubitarit alique, quemadmodum ex hac nostra regione culta et habitata ad
diversam seu adversam poti transierint homines per loca invia exusta perpetuis
coeli ac soli ardoribus.
Sed ea questio exvetere ignorantia nascitur. Ostensum est enim nostra
aetate, universam terram cum ipso Oceano adiri et penetrari posse, etiam sine
difficultate, nec obstare viam illam sub signifero & sole semper tritam
& accensam. Ac sunt etiam homines in mari, sicut in terra: quod pro
indubitato est habendum, vivere homines integros in mari sicuti Plinius tradit.
quorum unus captus est ante annos duodecim in Batania, quem viderunt plurimi: et
enim detentus est supra duos annos mutus, et incipiebat iam fari quod ad
ictus bis pestilentia in mare est remissus, gaudens, et exiliens.
Sed isti quoque exterrestribus sunt hominib progeniti. Nam sunt in
quibusdam locis maritimis homines maximo opere dediti natatui, cui exercitationi
assue faciuntpueros suos, ut hi diutissimem possint durare sub
aquis. Filij horum in aquis pene geniti, nati, educati, habitatione huusmodi non
aliter delectantur, quam pisces ita quemadmodum alij homines in arido, sic hi
vivunt in mari cuiusmodi esse in extremis illis insulis Oceani, loci
calidissimis, ex ijs quae realtionibus nostrorum hominum accepimus, coniecturare
licet.
Nicolaus piscis
Raphael Volterranus refert, fuisse in Apulia ad hin annos duecentos iuvenem
quemdam, assuetera ab infantia in mari agere. Itaque inter marinas belluas
diesversabatur et convivebat illaesus haud aliter quam si una esset ex eis
penetrabat maris intima et remotissima. revertebatur saepe ad littus et nautas
de futuris tempestatibus praemonebatat.
Nicolaus prius dicebatur, postea
Colapiscis, quasi Nicolaus
piscis.
Sed ad cursum redeamus historiae.
[...]
Io annis Lodovici Vivis Valentini
1568
Sulla verità della fede christiana
Libro Secondo
Chi è Gesù Cristo
[...]
Tuttavia, Noè si trovò con una si grande moltitudine, tanto che volle
allontanarsi dai costumi e dalla vita degli altri, per adorare Dio in modo puro
e sano.
Così Dio lo salvò da quel disastro, insieme a sua moglie e ai tre figli con
altrettante nuore: in questo modo fu salvato il genere umano, in tanto breve
tempo che cinquecento anni dopo si popolarono grandi città e si costituirono
eserciti idonei alla guerra. Non c'é da meravigliarsi se ciò è avvenuto in circa
cinquecento anni, specie se si vuole considerare quanta moltitudine di uomini
possono essere procreati da una solo coppia nello stesso periodo di tempo.
Da una coppia entro vent'anni, a dir poco, venti ne
nascono: vent'anni dopo i nati sono quattrocento: da questi si genera un gran
numero di individui solo in 60 anni, come ben si può calcolare. In verità alcuni
dubitavano come gli uomini potessero adattarsi da un territorio coltivato ed
abitato ad uno diverso o avverso per luoghi impervi e arsi dal perpetuo ardore
del cielo e del sole.
Ma questa domanda nasce dall'ignoranza. Perché è stato dimostrato nella nostra
epoca che tutta la terra e l'oceano stesso possono essere esplorati, anche senza
difficoltà, e che la strada, percorsa sotto lo stendardo e bruciata da sole, non
può essere ostacolata.
E ci sono uomini anche in mare, come in terra: cosa da dare per scontata,
che gli uomini vivano integri in mare, come riferisce Plinio. Uno dei quali fu
catturato dodici anni fa a Batania, che molti videro; fu detenuto e rimasto muto
per più di due anni, e già cominciava a rendersi senziente, quando la pestilenza
lo colpì due volte, di conseguenza fu rilasciato in mare esultante e fuggitivo.
Ma anche questi extraterrestri sono discendenti di esseri umani. Perché ci sono,
in certi località marittime, uomini più dediti al nuoto, al quale esercizio
addestrano i loro bambini, in modo che possano durare a lungo sott'acqua. I
figli di costoro sono quasi concepiti, nati ed allevati in acqua, non desiderano
altro che stare con i pesci, proprio come gli altri uomini stanno sulla
terraferma, così che vivono in mare some se fossero in quelle isole estreme
dell'Oceano, luoghi caldissimi è lecito immaginare, in base alle informazioni
ricevute dalla nostra gente.
Nicola pesce
Raphael Volterranus riferisce che vi fu in Puglia, duecento anni fa, un certo
giovane abituato a fin dall'infanzia a vivere in mare.
E così trascorse i suoi giorni tra gli animali marini e convisse indenne in
nessun altro modo diverso da loro, immergendosi, anche, nella parte più
profonda e più remota del mare. Tornava spesso a riva e avvertiva i marinai
delle tempeste in arrivo.
Nicolaus fu chiamato per la prima volta, poi
Colapiscis inteso come Nicolaus il pesce.
Ma torniamo al corso della storia.
[...]
Ioannis Lodovici Vivis Valentini
1568
www.colapisci.it
|