Abriss
einer
Naturgeschichte de Meeres
Grund und Boden des Meeres
[...]
Von der eigentlichen Beschaffenheit des Bodens im Meere und seiner Materialien,
wissen vif nur wenig durch die Erfahrung, da
hier Untersuchungen nicht wohl möglich sind, und man sich fast allein auf die
Nachrichten der Taucher
verlassen mufs.
Aber auch hier, so wie aufdem festen Lande, scheint die Verschiedenheit der Erd-und
SteinArten grofs
zu seyn, und alle vom Meere bedeckte Theile, sowohl in Absicht suf die Mischung
als Abwechselung der Flächen, mit den Flächen des Landes überein zu kommen. So
gibt es Gegenden, die ein hoher Schlamm und Moder bedeckt, und diefs sind
vornehmlich solche Stellen, wo die Ströme die Erde, welche sie mitbringen,
absetzen; an anderen Orten liegen Sandarten von mannigfaltiger Beschaffenheit
und Farbe; noch an anderen findet man Schalengehäuse , Korallengewächse und
Steine.
Bey Marseille ist der Meeresgrund mit dem schönsten Marmor bedeckt, und auf den
Antillischen Inseln wird mit lauter Steinen gebaut, welche etliche Klafter tief
aus dem Meere hervor gehohlt werden. An manchen Stellen findet man den Boden mit
Grase bewachsen, als bey Malta u.a.O. und nach dem Kircher mit Blumen -
vermuthlich Korallen - geschmückt, als bey Carthagena u.s.w.
[...]
Fischnikel
Unter denjenigen,
welche uns von dem Meeres-grude
Nachrichten gegeben haben, ist Nicolaus Pescecola, nach den ·Erzählungen des
Kircher, der berühmteste. Wir wollen nicht ganz für die Wahrheit steheri, ob
Kircher gleich versichert, er habe diese Nachrichten aus dem Archive des Königs
von Sicilien entlehnt.
Es lebte nehinlich zu den Zeiten Friedrichs, en berühmter Taucher, welcher
Nicolaus hiefs, und wegen selner Geschicklichkeit su schwimanen, ünd, des Ausdauerns
unter dem Wasser insgemein Fischinikel genannt. Dieser Mann war von Jugend auf der See gewohnt, und ernährte sich vors
Austern und korallem, welche er an die Bewohner der Küste verkaufte.
Diese seine lange Bekanntschaft mit dem Meere machte endlich, dafs
es fast zu seinem eignen Elemente wurde. Er brachte oft mehrere tage lang im
Wasser zu, wo er keine andere Speise genofs, als Fische, die er fing und roh afs.
Oft schwamm er von Sicilien nach Calabrien über, wohin er Briefe überbrachte. Eben so fand man ihn oft
zwischen den Liparischen Inseln. Beyde Meeresgegenden sind als sehr gefährlich bekannant
Dieser so aufserordentliche Mann konnte nun dem Könige nicht lange verborgen
bleihen, und er befahl, ihn zu sich zu führen. Es kostete nicht wenig Mühe,
den 'Nicolaus aufzufinden, da er seine meiste Zeit in den Tiefen des Wassers
verlebte. Man fand ihn endilich un brachte ihn vor der Kônig. Dieser hatte schon
lange, über die Beschaffenheit der Scylla un Charybdis etwas gewissers zu
arfahren gewünscht, un trug ihm daher auf, den Grund des Wasserwirbels zu
untersuchen, und um ihn zu dieser Unternehmung desto mehr anzufeuern, liefs er
einen goldenen Becher hinein werfen.
Nicolaus stürzte sich in den Schlund, wo er augenblicklich verschwand. Ganzer Dreyviertelstunden sah
man nichts von ihct.
Endlich erschien er wieder, hïelt· den Becher triumphirend in die Hühe und brach
mit Gewalt die Wellen hindurch ans Ufer.
Die Nachrichten, welche er dem Monarchen über die Beschaffenheit des Wirbels gab, genügten
selbigem indessen nicht; und er forderte von ihm, dafs er sich noch cinmahl in
den Schlund hinabbegeben sollte.
Nicolaus ichnte
dieses Begehren, der Gefahr wegen Anfangs ab, his er sich endilich durch den
Gewinn eines zweyten Bechers, dem ein Beutel mit Gelde beygefügt war, anreitzen
liefs, einen zweyten Versuch zu wagen.
Er sprang wieder in den Strudel, aus dem er aber nie wieder zum Vorschein gekommen ist.
Athonaf Kircheri Mundus subterraneus in XII libras digestus Tom. I pag 79 e seg.
Friedric Wilhelm Otto
1792
Uno schema della storia naturale del mare
Il Fondo del mare
[...]
Sappiamo molto poco per esperienza circa l'effettiva natura del fondo
marino e dei suoi materiali, poiché qui non sono possibili indagini e ci si deve
basare quasi esclusivamente sui rapporti dei palombari
Ma qui, come sulla terraferma, la varietà dei terreni e delle pietre sembra essere grande, e tutte le parti ricoperte dal
mare, sia per la mescolanza che per l'alternanza delle superfici, concordano con le superfici della terra.
Così ci sono regioni che sono coperte di fango alto e marciume, e questi sono principalmente luoghi dove i torrenti depositano la terra che
portano con sé; in altri luoghi ci sono sabbie di varia tessitura e colore; su altri ancora si trovano conchiglie, escrescenze di corallo e pietre.
Il fondo del mare vicino a Marsiglia è coperto del più bel marmo, e nelle Antille sono costruiti con nient'altro che pietre,
che sono scavate a diverse braccia di profondità dal mare. In alcuni punti si trova il terreno ricoperto di erba, come a Malta u.a.O. e secondo Kircher
decorato con fiori - presumibilmente coralli - come a Cartagena ecc.
[...]
Tra coloro che ci hanno dato notizie dei fondali marini, Nicola
Pescecola, secondo Kircher, è il più famoso.
Non vogliamo sostenere interamente la verità, anche se Kircher ci assicura di
aver preso in prestito queste informazioni dagli archivi del re di Sicilia.
Visse al tempo di Federico, un famoso tuffatore, il cui nome era Nicola, era un
nuotatore e, per la sua abilità e resistenza sott'acqua, era comunemente
chiamato Pescenicola.
Quest'uomo era abituato al mare fin dalla sua giovinezza e si sosteneva con
ostriche e con corallo, che vendeva agli abitanti della costa. Grazie a questa sua lunga conoscenza, ha fatto del mare quasi il suo
elemento. Trascorreva spesso diversi giorni in acqua, non consumando altro cibo che il pesce, che pescava e mangiava crudo.
Spesso nuotava dalla Sicilia alla Calabria, dove consegnava delle lettere. Allo stesso modo è stato spesso ritrovato tra le Isole Eolie. Entrambe le zone di
mare sono note per essere molto pericolose.
Quest'uomo straordinario non poteva rimanere a lungo nascosto al re, quindi questi ordinò che gli fosse portato. Non ci è voluto poco per trovare
Nicola, poiché trascorreva la maggior parte del suo tempo nelle profondità dell'acqua.
Alla fine lo trovarono e lo portarono davanti al re. Costui, da tempo desiderava saperne di più sulla natura di Scilla e Cariddi, e quindi lo incaricò di
indagare sul fondo del vortice. Per incoraggiarlo a farglielo fare, gettò una coppa d'oro.
Nicola si gettò nei flutti, dove subito scomparve.
Per tre quarti d'ora non se ne vide nulla. Alla fine riapparve, tenendo trionfalmente tra le mani la coppa, e irruppe con veemenza tra le onde fino a riva.
Tuttavia, le informazioni che diede sulla natura del vortice non bastarono al monarca, il quale gli chiese di scendere ancora una volta nelle profondità.
Nicola in un primo momento e a causa del pericolo a cui sarebbe andato incontro, fece resistenza ad esaudire il desiderio del re, ma poi si lasciò convincere,
a seguito della promessa di appropriarsi di una seconda coppa accompagnata da un sacco di soldi, per rischiare un secondo tentativo.
Saltò di nuovo nel vortice, ma non ne uscì più.
A. Kircheri Mundus subterraneus in XII libras
Friedric Wilhelm Otto
1792
www.colapisci.it
|