Colapesce
Se diventare adulti è una sfida
30 Giugno 2011, 12:36

Un pescatore che ama il mare e tutte le sue creature: nuota come un delfino e la gente lo chiama Colapesce. E’ il protagonista del primo racconto di “Messina, tra mito e realtà”. Si narra di un abile nuotatore che il re Federico II, passando dallo Stretto di Messina, decide di mettere alla prova gettando in mare oggetti che Colapesce deve recuperare. E li recupera. Finché la principessa getta un anello d’oro. Colapesce si tuffa, ma non riemerge più: sott’acqua ha visto che una delle colonne che reggono la Sicilia sta bruciando, allora decide di reggerla sulle spalle, restando per sempre negli abissi.

Questa è la leggenda. Che Giovanna Tedesco, la direttrice di Danzarte, ha trasformato in quello che in letteratura si chiama “racconto di formazione”: un ragazzo cresce e attraversa le varie fasi della vita, confrontandosi col mondo che lo ha accolto. Accanto alle ninfe, ai coralli, alle sirene, ci saranno videogiochi, discoteca e televisione.

Il racconto della leggenda di Colapesce è stato affidato in gran parte all’interpretazione delle allieve più piccole di Danzarte: Sirene, Ninfe, Perle, Coralli, hanno un’età compresa tra i sei e i nove anni. A prepararle allo spettacolo ci hanno pensato Giovanna Tedesco e la figlia, Gaia Gemelli.

“Lavorare con le più piccole è molto bello - racconta Gaia in una pausa dalle prove - è bello aiutarle a superare la timidezza, a imparare a parlare con il corpo, anche attraverso il gioco-danza. Lavoriamo a questo saggio già da molti mesi e anche le bambine si sono dimostrate molto tenaci”. Gaia, che affianca quotidianamente la madre nelle lezioni e nella preparazione degli spettacoli, ha conseguito nel 2010 la laurea specialistica, con indirizzo contemporaneo, all’Accademia Nazionale di Danza a Roma e da un anno tiene i corsi di danza educativa, propedeutica e avviamento (senza dimenticare il metodo Feldenkrais) nella scuola di Giovanna Tedesco.

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Gaia Gemelli, coreografa

“Ogni anno mia madre condivide con noi coreografi la sua idea per il saggio: ci confrontiamo e cominciamo a lavorare. Ogni coreografo ha il tema generale, da sviluppare poi secondo la propria sensibilità e il proprio metodo di lavoro. Ad ognuno di noi poi spetta la scelta dei costumi, delle musiche, e quest’anno è stato particolarmente stimolante perché abbiamo voluto affidarci a musicisti e compositori messinesi. Alcuni di loro li conosco personalmente, ed è stato interessante instaurare un confronto artistico, anche perché abbiamo collaborato con artisti in grado di comporre brani molto diversi fra loro, tutti originali e tutti musicalmente accattivanti”.
Gaia Gemelli ha curato anche alcune coreografie del racconto di Mata e Grifone, con le allieve più piccole di Danzarte. Per questa coreografia ha scelto le musiche di un artista che si chiama Giancarlo Parisi “musiche vivaci, divertenti, adatte alle bambine. E poi sono felice perché questa coreografia l’abbiamo montata io e mia madre, insieme”.

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le allieve più giovani in un momento delle prove

Nella storia di Colapesce, la ballerina solista è Martina Basile, che vestirà i panni di una giornalista e danzerà su una coreografia di modern, ideata dal coreografo Simone De Lorenzo.
“Il momento più impegnativo” ci racconta “è stato quando tutte noi abbiamo dovuto capire come rendere attuali delle storie così antiche. E’ necessario far comprendere al pubblico in modo semplice come la leggenda riesca ancora a parlare di vicende attuali. Per questo spettacolo ci è stato richiesto un grande sforzo di interpretazione, ma per noi che balliamo con Giovanna da sempre l’impegno non è una novità. La danza classica, che tutte noi balliamo fin da piccole, ci ha aiutate a gestire bene ogni tipo di sforzo. Ecco perché è alla base di tutto”.

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Martina Basile, la ‘giornalista’ solista nella leggenda di Colapesce

 

Caterina Mittiga
Itam Comunicazione

Foto di Arturo Russo

 

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