PULCINELLA 99:
voglia di utopia

la locandina di Giuseppe Antonello Leone
 

Scritto e diretto da Bruno Leone
Canzoni di Salvatore Gatto
Movimenti di scena di Paola Carbone
Con Bruno Leone, Salvatore Gatto e Paola Carbone

 
Sono dieci anni che penso ad uno spettacolo sulla rivoluzione napoletana del ‘99, da quando realizzai Pulcinella e la Rivoluzione Francese all’Istituto Francese di Napoli nel maggio del 1989.
Ho studiato gli argomenti fino a familiarizzare con i protagonisti, e proprio questa familiarità mi aveva indotto a rinunziare. Sentivo la Storia come una triste storia su cui non era il caso fare spettacolo: il fallimento misero della voglia di realizzare grandi ideali, l’incomprensione del popolo, lo squallore dell’oppressore, il tradimento dell’alleato. Quel gruppo di rivoluzionari ingenui, aristocratici, votati al capestro, mi faceva una grande pena, e quel popolo lazzarone votato agli eccessi mi faceva orrore, per non parlare del re, di Nelson e dei francesi...

Con chi poteva identificarsi il mio Pulcinella?
Poi è venuta la risposta, enigmatica, misteriosa, sorprendente: l’uomo del nostro tempo, figlio di tante rivoluzioni fallite, che ha tanta voglia di vivere e non ha più le idee chiare su come sarà il futuro, su come realizzare finalmente un mondo nuovo in cui l’uomo possa essere felice, quell’idea di utopia che si nasconde dietro la storia di tutti i tempi e la sostiene nel bene e nel male. E così è nato Pulcinella ‘99: voglia di utopia.

Appare in scena l’autore, mezzo Pulcinella indeciso, desideroso di fare la rivoluzione e creare un mondo nuovo, ma senza sapere come e cosa, e poi c’è la storia del 1799 raccontata dai burattini. Il Re Pulcinella ha paura della ghigliottina e pensa solo a scappare e a divertirsi, il Rivoluzionario Pulcinella esterna le sue idee con ingenuo entusiasmo, il Popolo Pulcinella vuole difendere il re, ma poi convinto dal miracolo del Pulcinella San Gennaro abbraccia l’idea rivoluzionaria. Intanto arriva il Pulcinella Sanfedista che con decisione controrivoluzionaria taglia teste con estrema facilità. Pulcinella per sopravvivere tradisce e giunge così ai nostri giorni, finalmente in una Repubblica, realizzazione concreta dei sogni del passato, ma non è contento e vuole ancora fare una rivoluzione, ma non sa come e cosa volere e chiede di nuovo aiuto a San Gennaro, ma poi deluso si rivolge a Virgilio, antico mago protettore dei napoletani, e Virgilio gli racconta la storia fantastica di Colapesce come metafora della ricerca di un mondo utopico.
Pulcinella cerca e trova Colapesce, e con lui visita il mondo dell’utopia come in un sogno meraviglioso che t’illumina le domande e ti dà le risposte che perderai al risveglio, lasciandoti però la certezza che esse esistono. E così termina lo spettacolo con i grandi quesiti dell’utopia e dei modi che l’uomo dovrà affrontare per la sua realizzazione.

 

Bruno Leone - foto di Gianni Biccari  Bruno Leone - foto di Gianni Biccari  Bruno Leone e Salvatore Gatto - foto di Gianni Biccari  Paola Carbone, Bruno Leone e Salvatore Gatto - foto di Gianni Biccari

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