Scritto e diretto da Bruno Leone
Canzoni di Salvatore Gatto
Movimenti di scena di Paola Carbone
Con Bruno Leone, Salvatore Gatto e Paola Carbone
Sono dieci anni che penso ad
uno spettacolo sulla rivoluzione napoletana del ‘99, da quando realizzai Pulcinella e la Rivoluzione Francese
all’Istituto Francese di Napoli nel maggio del 1989.
Ho studiato gli argomenti
fino a familiarizzare con i protagonisti, e proprio questa familiarità mi aveva
indotto a rinunziare. Sentivo la Storia come una triste storia su cui non era il
caso fare spettacolo: il fallimento misero della voglia di realizzare grandi
ideali, l’incomprensione del popolo, lo squallore dell’oppressore, il tradimento
dell’alleato. Quel gruppo di rivoluzionari ingenui, aristocratici, votati al
capestro, mi faceva una grande pena, e quel popolo lazzarone votato agli eccessi
mi faceva orrore, per non parlare del re, di Nelson e dei francesi...
Con chi poteva identificarsi il mio Pulcinella?
Poi è venuta la risposta, enigmatica, misteriosa,
sorprendente: l’uomo del nostro tempo, figlio di tante rivoluzioni fallite, che
ha tanta voglia di vivere e non ha più le idee chiare su come sarà il futuro, su
come realizzare finalmente un mondo nuovo in cui l’uomo possa essere felice, quell’idea di utopia che si nasconde dietro la storia di tutti i tempi e la
sostiene nel bene e nel male. E così è nato Pulcinella ‘99: voglia di utopia.
Appare in scena l’autore, mezzo Pulcinella indeciso, desideroso di fare la rivoluzione e creare un mondo
nuovo, ma senza sapere come e cosa, e poi c’è la storia del 1799 raccontata dai
burattini. Il Re Pulcinella ha paura della
ghigliottina e pensa solo a scappare e a divertirsi, il Rivoluzionario Pulcinella esterna le
sue idee con ingenuo entusiasmo, il Popolo Pulcinella vuole difendere il
re, ma poi convinto dal miracolo del Pulcinella San Gennaro abbraccia
l’idea rivoluzionaria. Intanto arriva il Pulcinella Sanfedista che con
decisione controrivoluzionaria taglia teste con estrema facilità. Pulcinella per sopravvivere tradisce
e giunge così ai nostri giorni, finalmente in una Repubblica, realizzazione
concreta dei sogni del passato, ma non è contento e vuole ancora fare una
rivoluzione, ma non sa come e cosa volere e chiede di nuovo aiuto a San
Gennaro, ma poi deluso si rivolge a Virgilio, antico mago protettore dei
napoletani, e Virgilio gli racconta la storia fantastica di Colapesce come metafora della
ricerca di un mondo utopico.
Pulcinella cerca e trova Colapesce, e con lui visita il mondo dell’utopia come in un sogno meraviglioso
che t’illumina le domande e ti dà le risposte che perderai al risveglio,
lasciandoti però la certezza che esse esistono. E così termina lo spettacolo con
i grandi quesiti dell’utopia e dei modi che l’uomo dovrà affrontare per la sua
realizzazione.
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