Il mito
“Di un certo Colas, uno
di qui, che si dice sia vissuto per parecchi giorni in
mare senza venire a terra; donde il suo nomignolo di
pesce” Brydone, Viaggio di Sicilia e a
Malta.
Così per lo stretto navigavamo
gemendo. Da una parte era Scilla, dall’altra la divina
Cariddi paurosamante ingoiava l’acqua salsa del mare; ma
quando la vomitava, come su grande fuoco caldaia, tutta
rigorgogliava sconvolta: dall’alto la schiuma correva
giù, sulle cime d’entrambi gli scogli”
Odissea,
XII
I fenomeni naturali dei gorghi
vorticosi dello Stretto e la grandiosità del suo
paesaggio ispirarono una ricca mitologia legata al mare.
In questa area così particolare trovarono ambientazione
miti greci che nei secoli diventarono siciliani.
Molti miti sono connessi a Nettuno (Poseidone),
dio del mare, venerato in città in diversi templi a lui
dedicati, che oggi si può ammirare in una poderosa
statua del Montorsoli che lo raffigura con il tridente
in mano e il braccio teso a calmare i flutti marini, tra
gli omerici mostri di Scilla e
Cariddi. Figlio di Nettuno era Glauco,
giovane della Beozia, che si innamorò della bellissima
Scilla. Questo amore fu stroncato da Circe
(famosa e perfida maga dell’Odissea) la quale, per
gelosia, trasformò la ninfa in un latrante e
terrificante mostro marino, destinato per sempre a far
strage dei naviganti che attraversavano lo Stretto e
passavano vicino alla sua caverna. Cariddi,
anch’essa figlia di Nettuno e della Terra, poiché aveva
fatto strage dei buoi di Ercole che attraversava
lo Stretto, fu trasformata da Zeus in mostro famelico
che avrebbe eternamente inghiottito e rigettato per tre
volte al giorno i flutti, travolgendo i naviganti di
passaggio. Questi miti furono raccontati da Omero,
ripresi da Ovidio e Virgilio e da i più importanti
scrittori dell’antichità. Alla città sono legate
altre figure elleniche come quella di Orione,
mitico fondatore della città, figlio di Nettuno, gigante
reso cieco per errore dalla dea Artemide, chiamata ad
una sfida con Apollo e posto in cielo tra le stelle con
il suo cane Sirio. Oggi Orione si può ammirare nella
splendida fontana a lui dedicata, realizzata dal
Montorsoli, posta in Piazza Duomo. Moltissime le
leggende di Messina, per lo più legate al mare,
come ”Ruggero e la fata Morgana”, Mata e Grifone”,
”Lisabetta da Messina”.
La più importante di tutte è la
famosissima leggenda (citata anche da Goethe, Schiller,
Benedetto Croce) di Colapesce, prodigioso
nuotatore capace di prodezze subacqee, messo alla prova
da Federico II di Svevia e scomparso tra le correnti
dello Stretto dove, si dice, che ancora oggi regga
eroicamente uno dei tre pilastri su cui poggia la
Sicilia. |