La leggenda di
Colapesce
[...]
La noche de San Xuan
en la poesia y en la literatura asturianas
La noche de San Xuan es la noche más
mágica del año, pero esta visión no responde a una concepción
moderna de la misma.
A pesar de algunas variaciones y del paso del
tiempo, esta sensación un tanto fantástica y sobrenatural de la
víspera de San Xuan, que aún hoy nos embarga cuando bailamos
alrededor de la hoguera, tiene una larga tradición literaria.
Las
fuentes escritas, y concretamente la literatura y la poesía,
constituyen un testimonio magnífico. En ellas, la noche de San Xuan
no es siempre la protagonista, pero es un recurrente telón de fondo
para todo tipo de escenas costumbristas y, además, es el escenario
de un significativo número de leyendas, cuentos e historias
fantásticas, que, no por casualidad, centran el suceso extraño en
esa noche.
Benito Jerónimo Feijoo, “Examen philosophico de un
peregrino suceso en estos tiempos. Discurso VIII”, Teatro crítico
universal, t. 6, 1765, 314-363:
Feijoo cuenta la leyenda del hombrepez
de Liérganes a través del testimonio del Marqués de Valbuena.
Cuenta
esta tradición que un chico de este pueblo de Cantabria, fue enviado
por su madre viuda a Bilbao a “aprender el oficio de Carpintero” y
desapareció en el año 1674, “haviendo ido a bañarse la víspera de
San Xuan con otros mozos á la Ria de dicha Villa, observaron estos
se fue nadando por ella abaxo, dexando la ropa con la de los
compañeros; y creyendo volvería, le estuvieron esperando, hasta que
la tardanza les hizo creer se havia ahogado (…)”.
Pero no. El chico
apareció años más tarde en Cádiz, “nadando sobre las aguas, y
sumergiéndose en ellas á su voluntad”.
Los pescadores que lo vieron,
intrigados, trataron y consiguieron finalmente “pescarle”. El
hombre-pez había perdido completamente la razón y, siendo capaz de
pronunciar solamente la palabra “Liérganes”, su lugar de origen, fue
devuelto a su madre gracias a un monje franciscano, llamado Juan
Rosende
LA NOTTE DI SAN
XUAN
NELLA POESIA E NELLA LETTERATURA ASTURIANA
La notte di San Xuan è la notte più magica dell'anno, ma questa
visione non risponde alla concezione moderna di
essa.
Nonostante alcune variazioni e il passare del tempo,
questa sensazione alquanto fantastica e soprannaturale della vigilia
di San Xuan, che ci sopraffà ancora oggi
quando si balla attorno al falò, ha una lunga tradizione letteraria.
Le fonti scritte, e specificatamente la
letteratura e la poesia, ne costituiscono una magnifica
testimonianza. In esse, la notte di S.
Xuan non è sempre la protagonista, ma è uno sfondo ricorrente
per tutti i tipi di scene, costumi e,
inoltre, è l'ambientazione di un numero significativo di leggende,
racconti e storie fantastici, che, non a
caso, focalizzano lo strano evento su quella notte.
Benito Jerónimo Feijoo, “Esame filosofico di un pellegrino che
avviene in questi tempi.
Discorso VIII”, Teatro Critico Universale, t. 6, 1765, 314-363:
Feijoo racconta la leggenda dell'uomo pesce di Liérganes attraverso
la testimonianza del marchese di Valbuena.
Questa tradizione
racconta che un ragazzo,
originario di questa cittadina della
Cantabria, venne mandato dalla madre vedova a Bilbao per “imparare
il mestiere di Falegname” e scomparve
nell’anno 1674, “essendo andato a fare il bagno alla vigilia di San
Xuan con altri giovani alla
spiaggia di detta città, li
osservarono nuotare in essa, lasciando i suoi
vestiti con quelli dei compagni; e
credendo che sarebbe tornato, lo aspettarono finché il ritardo non
li costrinse a credere che fosse annegato
(…)”.
Ma no!
Il ragazzo apparve anni dopo a Cadice, “nuotando sopra
le acque e immergersi in esse
a suo piacimento”. I pescatori che l'hanno visto, si sono
incuriositi, hanno provato e alla fine sono
riusciti a “catturarlo”.
L'uomo-pesce aveva completamente le capacità
cognitive ed essendo in grado di
pronunciare solo la parola “Liérganes”, suo luogo d'origine, fu
restituito a sua madre
grazie ad un monaco francescano, di nome Juan Rosende
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