COLAPESCE

È una strada parallela a via Garibaldi.
È difficile dire chi fosse Cola Pesce ma, nella tradizione messinese, molti sono gli scrittori che a lui si riferiscono come il Maurolico che, nel Sicanarum Rerum Compendium del 1562, definisce Cola natator incredibilis, o Caio Domenico Gallo che nei suoi Annali ci dice che l’eroe era “tenuto in molto pregio a Messina per la rara maniera del suo vivere”.
Controsoffitto del Teatro Vittorio EmanueleNel 1840 Felice Bisazza descrive il leggendario uomo come “uno dei più famosi sottomarini siciliani”. Le fonti annoverano Cola, diminutivo di Nicola, tra i pescatori e nuotatori più abili di Messina, ma la sua nascita sarebbe legata alla città di Catania. Cola stava sempre in barca o a nuotare, specialmente nella zona di Faro, e per questo si meritò l’appellativo di Pesce. Egli si spingeva nelle profondità marittime e quando riemergeva ne raccontava le meraviglie. La forza incredibile lo rese talmente celebre che Federico II volle recarsi di persona a conoscerlo, per metterlo alla prova. Gettando in mare una coppa d’oro, gli chiese di riportargliela dal fondale.
Cola non solo riuscì nell’intento, ma preoccupato, riferì che la Sicilia era poggiata su uno scoglio e sorretta da tre colonne: una intatta, una lesa e una, completamente spezzata, che sorreggeva proprio la zona sottostante Messina. Fu così che Cola, da eroe corrotto dalla fama, per riscattarsi, decise di sostituire la colonna rotta, con il suo corpo, evitando che l’amata città andasse a fondo.
Cola scelse per sempre il mare, diventando uno dei simboli della volontà di rinascita dei messinesi, ma anche dell’umana debolezza, quando, si dice che, involontariamente, provocò il grave terremoto che, nel 1908, colpì Messina. Egli, infatti, stanco di sorreggere la città sulla stessa spalla, decise di cambiare lato, provocandone il disastro.

 

a cura di Cinzia Scordo

 

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