I
o, se fossi Palermo

di Rossana


Cingerei il pontile
che ai fenici offristi
in rude saggezza.
Mi ubriacherei
al nostalgico bizantino
che volle estirparti
a chi non ti ebbe mai.
Eludendo le lacrime
borbotterei ancora favole
pettinando quella Francia tenue
a cui levasti
il fetore di un barbarico
Souvenir.

E tra i vespri,
dove un fruscio acre
si espande ancora,
dalle colonne spezzate
di un improbabile Colapisci,
incanterei nuove corti
in una risata salmastra
confidando
nuovamente
l’eterno amore.
 

 

Parole in Fuga
 

 

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