«Era inevitabile e direi fatale che nuotando sott'acqua in apnea, nell'ipotetica fissità dei fondali, io m'imbattessi, dopo Ferito a Morte , nella leggenda di Colapesce, che ne è una specie di lontano prototipo. Mito e fantasia del ragazzo mezzo uomo e mezzo pesce mi arrivano dalle azzurre profondità del mio Tirreno...». Questo brano di Raffaele La Capria è l'ultimo esempio del fascino letterario del «Peter-pan dei mari» – come lo definisce Palumbo – mito, leggenda e racconto che dalle rive dello Stretto si è proiettato nei secoli in tutto il Mediterraneo, divenendo simbolo dell'arcaico e sempre vivo rapporto tra uomo e il mondo marino, con tutto il suo carico di tradizione, suggestione e malinconia esistenziale che l'avvolge. Dell'universale valore del mito colaiano diffusosi fin dal Medioevo traccia un quadro approfondito e dai tratti inediti (anche per rare citazioni tra cui un «bestiario bizantino»), Sergio Palumbo nel suo saggio «Dalla mitologia alla favola popolare: l'ibrido uomo-pesce nello Stretto di Messina», pubblicato negli Atti del Meeting Internazionale di studi dedicato a «Mito, scienza e mare: animali fantastici, mostri e pesci del Mediterraneo» (1999), organizzato dal Dipartimento di Filologia e linguistica della Cattedra di Filologia classica dell'Università di Messina, a cura di Paola Radici Colace.
Sono
innumerevoli le versioni orali, letterarie, iconografiche e le
ambientazioni della favola che vede protagonista il giovane Cola esperto
dei mari che nelle diverse varianti diventa simbolo dell'abilità
natatoria e del sacrificio spontaneo.
Ma
è tra i fondali magici e inquieti dello Stretto di Messina che Colapesce
trova da sempre il suo luogo ideale. Tantissimi anche i contemporanei che hanno narrato delle gesta senza tempo di Cola, dal Lanza e il suo Almanacco per il popolo siciliano al Calvino delle Fiabe italiane e al Colapesce di Torrefaro di Dario Bellezza, passando dai conterranei Giuseppe Longo, Sciascia, Buttitta, alla studiosa Anita Seppilli fino agli artisti Bonfiglio, Migneco, Guccione, Sassu, Caruso, Togo. Un quadro ampio, che dà il segno dell'interesse crescente per questo personaggio, come sottolinea Palumbo, legato alla figura vicino al credo popolare di San Nicola di Bari o a un animale allegorico come il delfino.
Un
interesse testimoniato anche dal volume di
Giuseppe Cavarra La leggenda
di Colapesce, edito da Intilla, presentato ufficialmente in un
incontro al Palazzo dei Leoni organizzato dalla Fidapa (presenti l'autore,
Anna Maimone, Anastasio Majolino, Cosimo Cucinotta).
Di Giacomo
Sergio |