Colapesce
Lago di
FAro
Una volta a Messina, cera una madre che aveva un figlio di nome Cola, che
se ne stava a bagno nel mare mattina e sera.
La povera madre non ne poteva più di
chiamarlo. Un giorno Cola la fece gridare tanto, che ella gli mandò una maledizione:
quella di diventare un pesce, e subito Cola diventò mezzo uomo e mezzo pesce.
Questa
notizia si seppe in tutta la città, e arrivò fino al re, che disse a tutti i marinai di
rintracciare Colapesce e di portarlo da lui, perché gli doveva parlare.
Un giorno un
marinaio vide Colapesce nuotare vicino alla sua barca, e gli disse di andare dal re.
Colapesce nuotò fino al castello.
Il re gli disse di tuffarsi nel mare per scoprire dove
era più fondo. Cola ubbidì.
Quando ritornò a galla, raccontò al re che sottacqua
aveva visto montagne, valli, caverne e pesci di tutte le specie, però aveva avuto paura
quando era arrivato a Faro, perché lì non era riuscito a trovare il fondo.
Allora il re
disse a Cola di tuffarsi nel mare e dirgli dove poggiava Messina. Cola stette
sottacqua un giorno, poi ritornò a galla e disse al re che Messina poggiava su tre
colonne: una sana, una scheggiata e una rotta.
Il re ordinò a Cola di rituffarsi per
dirgli quanto era profondo il mare presso Faro. Anche quella volta Cola ritornò a galla
senza dare al re la notizia che voleva. Questo allora, per convincere Cola a rituffarsi,
buttò in acqua la corona, ordinandogli di riprenderla.
Cola, che temeva di non farcela,
si fece consegnare un pugno di lenticchie dicendo che, se si fosse salvato, sarebbe
tornato su lui, altrimenti sarebbero venute a galla le lenticchie.
Cola scese in mare, e
dopo tanta attesa, vennero a galla le lenticchie.
Si aspetta ancora che torni Colapesce.
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