Tra favola e realtà La Leggenda di Colapesce
(volta affrescata del Teatro Vittorio Emanuele II)
Colapesce è un nuotatore molto esperto "da recar meraviglia ai posteri"
Lasciata fin da bambino "la compagnia degli uomini", visse in mare tra giardini di corallo, conobbe le ninfe e seguì le sirene che lo sedussero con il loro canto e fu "tenuto in molto pregio in Messina per la rara maniera del suo vivere" e, per questo motivo, i messinesi lo chiamarono Cola Pesce. Avvenne allora che il re Federico II, avendo ricevuto notizie delle strabilianti imprese di Cola, lo volle mettere alla prova promettendogli grandi doni e la mano della principessa sua figlia qualora avesse superato tre difficili prove. Il re Federico, dal Palazzo Reale, gettò una prima volta, nel tratto di mare sottostante, un vaso d'oro e incitò Cola Pesce a ripescarlo. Il valoroso pescatore, dopo essersi tuffato nelle profondità del mare riaffiorò con grande abilità, riportando al re il vaso d'oro lanciato una prima e una seconda volta. Al terzo tentativo, che era quello decisivo (gli avrebbe,
infatti, consentito di avere in premio la mano della principessa...), Cola
Pesce rimase in fondo al mare e non riapparve più in superficie. In realtà
egli non era morto ma successe che, giunto in fondo al mare, egli si
accorgesse che una delle tre colonne, quella settentrionale della Sicilia,
la colonna Pelòro fosse incrinata e che stava per spezzarsi con la
conseguenza che la sua Messina potesse sprofondare da un momento
all'altro. Fu così che decise di rimanere in fondo al mare, rinunciando
alla ricchezza e all'amore, per sostenere sulle sue spalle la colonna di
Capo Pelòro. |