I miti e le
leggende di Sicilia
La
Sicilia, una delle isole più importanti del Mar Mediterraneo,
è forse la terra che più delle altre offre uno dei migliori
scenari culturali e folcloristici in grado di provocare nel
visitatore grande suggestione ed emozione. Culla di
passate e varie dominazioni come quella dei remoti Fenici,
Greci e Bizantini e dei “più vicini” Normanni, Spagnoli ed
Austriaci. Crocevia
di miti, leggende e tradizioni sacre e profane millenarie
dalle radici che affondano nelle tradizioni greche, nella
religione e nelle più profane credenze popolari.
Queste
sono solo alcune definizioni di tale isola che offre un’alta
concentrazione artistica ed umana dai significati e contenuti
elevati e profondi che contribuiscono ad aumentarne il fascino
e la magnificenza.
Contribuiscono ad aumentarne l’importanza e
l’imponenza, inoltre, la sua storia millenaria, il fatto
d’essere la patria di filosofi, santi, artisti, scienziati e
poeti, le sue tradizioni ed i suoi valori.
Se a tutto
questo si unisce la maestosità delle sue caratteristiche
ambientali, la bellezza del suo mare e delle sue montagne, lo
splendore dei suoi monumenti, la bontà della sua cucina e la
cordialità e forte senso dell’ospitalità dei suoi abitanti, si
evince che la Sicilia offre uno scenario complessivo davvero
unico nel suo genere.
......
La
storia di Colapesce
Cola o
Nicola è di Messina ed è figlio di un pescatore di Punta Faro.
Cola ha la grande passione per il mare. Amante anche dei
pesci, ributta in mare tutti quelli che il padre pesca in modo
da permettere loro di vivere. Maledetto dalla madre esasperata
dal suo comportamento, Cola si trasforma in pesce.
Il ragazzo,
che cambia il suo nome in Colapesce, vive sempre di più in
mare e le rare volte che ritorna in terra racconta le
meraviglie che vede. Diventa un bravo informatore per i
marinai che gli chiedono notizie per evitare le burrasche ed
anche un buon corriere visto che riesce a nuotare molto bene.
Fu nominato palombaro dal capitano di Messina.
La sua fama
aumenta di giorno in giorno ed anche il Re di Sicilia Federico II° lo vuole conoscere e sperimentarne le capacità. Al loro
incontro, il Re getta una coppa d’oro in mare e chiede al
ragazzo di riportargliela.
Al ritorno Colapesce gli racconta
il paesaggio marino che ha visto ed il Re gli regala la coppa.
Il Re decide di buttare in mare la sua corona ed il ragazzo
impiega due giorni e due notti per trovarla.
Al suo ritorno
egli racconta al Re d’aver visto che la Sicilia poggia su tre
colonne, una solidissima, la seconda danneggiata e la terza
scricchiolante a causa di un fuoco magico che non si spegneva.
La curiosità del Re aumenta ancora e decide di buttare in
acqua un anello per poi chiedere al ragazzo di riportarglielo.
Colapesce è titubante, ma decide ugualmente di buttarsi in
acqua dicendo alle persone che avessero visto risalire a galla
delle lenticchie e l’anello, lui non sarebbe più risalito.
Dopo diversi giorni le lenticchie e l’anello che bruciava
risalirono a galla ma non il ragazzo, ed il Re capì che il
fuoco magico esisteva davvero e che Colapesce era rimasto in
fondo al mare per sostenere la colonna corrosa.
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Scivoletto
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