virgo86
- Dallo scaffale Fiabe
- Racconti del mistero
Da un racconto popolare di Sicilia, che Reinerart era solito
raccontare a Liliana.
(Racconto leggermente adattato -ndr)
La leggenda di
Cola Pesce
C'era tanto e
tanto tempo fa, nel regno di Trinacria,
l'antica Sicilia, un ragazzo di nome Cola,
che immensamente innamorato del mare, stava
quasi sempre in acqua per la disperazione della madre.
Un giorno la madre, impotente davanti alla
passione del figlio per il mare, invocò gli
dei affinché maledissero il figlio. E così fu! Cola
improvvisamente fu tramutato in un essere ibrido,
metà uomo e metà pesce.
La madre rabbrividi, disperandosi, per la sua
invettiva. Cola invece fu felice.
Dicevano che spesso veniva intravisto guidare le barche dei
pescatori nelle tempeste, nuotare felice al
tramonto e al plenilunio.
Un giorno la regina facendo il bagno nelle acque di Messina perse
l'anello, regalo del re,
e disperata pianse.
Il re fece chiamare Cola affinché cercasse l'anello.
Aiutato dai pesci e dalle meduse azzurre,
l'ibrida creatura lo trovò, riportando
il sorriso sul volto della sovrana.
Ma il re, la cui malvagità era nota,
intimò a Cola di scendere negli abissi del mare dello Stretto di
Messina, dove si crede che non vi si tocchi
il fondo.
Nonostante le sue proteste Cola scese
negli abissi e risalendo disse al re che
nello stretto non c'era fondo.
Il re insoddisfatto da quanto Cola asseriva,
costrinse il ragazzo ad immergersi di
nuovo alla ricerca del fondo, pena la sua
vita.
Cola, che aveva il mare nel sangue, la
salsedine negli occhi, i microrganismi marini nel cuore, si immerse
di nuovo nonostante fosse confuso e disperato.
Giunto sul fondo, subito notò che una
delle colonne sulle quali poggia la Sicilia era infranta e minacciava
di fare sprofondare l'isola nel mare.
Riferita la notizia al re, questi non convinto
obbligò Cola a ridiscendere sul fondo per trovare una prova a quanto
asserito.
A malincuore si rituffò, ma non non risalì
più in superficie.
Si dice che, sostituendosi alla
colonna distrutta, sia
rimasto a reggere la sua terra e che
viva ancora nel tempo per
assolvere a questo compito con dedizione.
Tra le agavi, gli aranci e le atmosfere incantate dello Stretto, i
messinesi tengono immortale il ricordo di Cola e del suo nobile
sacrificio.
domenica 8 giugno 2008
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