Libero adattamento di una favola del Tirreno Meridionale

 

Colapesce

 

 

Questa è una favola e come tutte le favole comincia con "C'era una volta"...
E dunque c'era una volta (e forse c'è ancora) sul mare Tirreno, un ragazzo chiamato Nicola, che tutti chiamavano Cola.
Cola, figlio del mare, trascorreva la sua vita nuotando tra le onde del nostro mare, spingendosi lontano, sempre più lontano, incurante dei richiami di sua madre disperata.
Finché un giorno, la povera donna, indignata oltre misura contro suo figlio, non gli gridò contro:
- Ebbé, Cola, giacché tanto te piace de sta dinto lu mare, che tu possa addiventare nu' pesce!
Detto fatto, qualcuno, lassù, ascoltò la sua voce, tanto che a Cola spuntarono squame, e membrane tra le dita delle mani e dei piedi e ben presto ebbe le branchie e fu ColaPesce!

Ora Cola nuotava nel mare tra Napoli e Messina, esplorando i fondali, giocando con le onde, parlando ai delfini (eh che volete, è una favola e nelle favole sì sa, può capitare di incontrare delfini nel Mare Tirreno!).
Ben presto si sparse la voce che un essere metà uomo e metà pesce compariva di tanto in tanto lungo le coste del Regno (di Napoli e Sicilia) allora il re, curioso di vedere un tale fenomeno, incaricò i pescatori di trovare ColaPesce e dirgli:
"Cola, oh, Cola, il re desidera vederti!".
E così fu che un giorno, mentre nuotava attorno a Messina, Cola si sentì interloquire da un pescatore:
- Cola, ehi ColaPesce, viè qua!
- Son qua, pescatore!
- Cola, oh Cola, il re desidera parlarti!
- Nessuno disobbedisce al re - disse Cola - Neppur io che son pesce

- Maestà, m'avete chiamato! Son venuto, ai vostri comandi!
- E così eccoti, ColaPesce, suddito del re!! Ti andrebbe, neh Cola, di esplorare i fondali per me? Son roso dalla curiosità di sapere su cosa si regge Messina!"
- Son qui per servirvi, Maestà!
E Cola partì, e ritornò dopo due giorni e raccontò di grotte marine, e fondali verdi smeraldo e di tre colonne che reggevano la terra di Sicilia, di cui una spezzata!"
- Meraviglioso Cola, meraviglioso! - disse il re  - E sotto Napoli, Cola? Cosa c'è sotto Napoli, nostra bella capitale!

E Cola partì, e questa volta stette lontano tre giorni, perché Napoli, essendo la Capitale, stava lontana, e sebbene Cola fosse un buon nuotatore e veloce come un delfino, tanto ci impiegò per andare e tornare!
E raccontò al Re dei fondali del Golfo, del Vulcano che sprofonda nel mare e di due fonti, una d'acqua calda e una d'acqua dolce che si sprigionano dalle pendici del monte di fuoco!
- O Cola, m'inganni, io questo non lo credo!

E Cola partì e stette lontano tre giorni ancora e riportò al re due giare d'acqua del Golfo e una conteneva l'acqua di fonte calda e l'altra l'acqua di fonte dolce!
- Meraviglioso, ColaPesce, meraviglioso! E ora dimmi, cosa c'è più in fondo? Cosa c'è sul fondo!
- Perdonate, Maestà, più a fondo nemmeno ColaPesce può andare!
- Cosa dici, Cola? osi disobbedire alla volontà del re??
-
Lungi da me, scontentarvi, Sire, ma gli abbissi marini son troppo distanti perfino per Cola!

Allora il re prese la sua corona d'oro tempestata di gemme (tutti i re ne hanno una!) e la gettò in mare, nel punto più profondo dello Stretto, sotto Punta Faro.
- Che avete fatto, Maestà?? La vostra corona, il simbolo del vostro stato!
- Tu me la riporterai, Cola Pesce e non oserai tornare senza!
- Sire, Cola Pesce non può rifiutarsi di riportare a voi la vostra corona, anche se sa che questo gli costerà molto caro! Solo vi chiedo un sacchetto di lenticchie e se tra tre giorni, le vedrete salire e io non ci sarò, disperate di vedermi mai più!

E Cola partì col suo sacchetto di lenticchie alla ricerca del tesoro del suo Re.
E dopo tre giorni, dei pescatori, ritornando all'alba da una pesca notturna, videro galleggiare, al largo di Punta Faro delle piccole lenticchie scure... il sacchetto di Cola, ma ColaPesce non c'era.
E di lui oramai non resta che una piccola figura incisa nel marmo sul frontone di un antico palazzo nella Città Vecchia!

 

Chiara Vitagliano
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