Cola andava
alla festa
Cola, al tempo della sua vita terrena, nei giorni di
festa cercava, tra gente trasognata, le proprie origini; ma il suo lento vagare, cadenzato
dai canti, incontrava solo un profondo dolore esistenziale e in questo
trovava forti segni di riconoscimento, quasi come nei confronti dei pesci.
Egli, col passare del tempo e durante le rare uscite dal
mare, fu sempre più attratto dalla festa in onore
dell'Assunzione della Madonna del 15 d'agosto: la Vara.
In effetti, ad
essere attratti sono, ancora, in moltissimi, tanto che é considerata la festa più
popolare di Messina.
Vivere questa ricorrenza è un'esperienza unica, non tanto per la
spettacolarità della "machina", quanto per la
coralità di partecipazione della popolazione.
Fedeli, credenti e non credenti, turisti,
popolani e intellettuali, religiosi e miscredenti, onesti e poco onesti, tutti sono
drammaticamente travolti dai semplici fatti della processione, specie quando, alla
fine di una delle laceranti tirate della Vara, dal petto di un'intera popolazione esce
all'unisono un grido che squassa il cuore: "Viva Maria".
Era questo
"Viva Maria" che turbava 'Cola.
Fu
tanto turbato che, al fine di ricercare elementi di riconoscimento con la propria gente,
sentì il bisogno di scrivere
una lettera d'amore alla propria
città, rappresentandola nelle dinamiche emotive della processione della Vara.
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