Il 3 di giugno si celebra a Messina la festa
dedicata alla Madonna della Lettera, patrona da sempre della
città, con la solenne
processione del simulacro della Vergine, che tiene in mano la Sacra Lettera,
e con la "varetta",
che contiene le sue reliquie all'interno di una pigna in cristallo di rocca.
I messinesi hanno eretto una colonna votiva (alta 60 metri) con statua, in bronzo
dorato, della Vergine all'ingresso del porto sul maschio del forte S. Salvatore (1546).
La statua fu inaugurata il 2 agosto 1934 e Papa Pio XI da Roma telecomandò
l'accensione delle luci che illuminarono la stele, l'iscrizione e l'aureola della Madonna.
Lungo il muraglio del forte è scritta frase:
«VOS ET IPSAM CIVITATEM BENEDICIMUS».
Questa frase, secondo la tradizione, fa parte della lettera scritta dalla Madonna agli
ambasciatori messinesi, che si erano recati in Palestina nell'anno 42,
accompagnati dall'apostolo Paolo che in quel periodo si trovava a Messina
per predicare la fede in Cristo, per comunicare la conversione al
cristianesimo della città.
Nella lettera, redatta in ebraico
e che sarebbe stata tradotta in latino da
Costantino Lascaris,
si leggeva:
«... avendo conosciuto la via della verità per mezzo della predicazione di
Paolo Apostolo, eletto per la qual cosa, benediciamo voi e l'istessa città
della quale noi vogliamo essere perpetua protettrice. Da Gerusalemme l'anno 42 di Nostro
figlio. Indizione Iª luna XXVII giorno dì giovedi a 3 giugno»
La lettera, nascosta dal
senato messinese per evitare la distruzione durante la persecuzione dei
cristiani, fu ritrovata nel 430 e i capelli della Madonna che la legavano
furono custoditi in una teca, chiamata "varetta".
Della lettera originale, però, si sono perse le tracce.
Intorno al 1626 i Cavalieri dell'Accademia della
Stella fecero realizzare agli argentieri di Messina una teca in
argento in cui custodire le reliquie della Madonna.
Nei primi anni del XX secolo sulla teca fu posta una statuina della
Vergine, che nel basamento della base erano raffigurata in basso-rielievo la
città di Messina, il suo stemma, un cherubino e una palma.
Nel 1977 alla varetta sono stati aggiunti
quattro anfore d'argento con alla base quattro formelle raffiguranti la
Madonna con la lettera, lo stemma di Messina, la nave con la delegazione che
andò in Palestina e la colonna della Madonnina del porto.
Devozione dei messinesi alla Madonna della Lettera era tale che, anche nelle
situazioni in cui si trovavano in rivolta contro il dominatore di
turno, passavano all'azione con il grido
"Viva Maria".
Fonti Maria Adele Di Leo -
Feste popolari di Sicilia -
Newton&Compton Editori