Precontinente
III
Disegno originale in
"Il Mare" - De Agostini
Nel 1964, dopo pochi mesi dell'esperimento Sealb I, i Francesi avevano realizzato il
progetto Precontinente III.
Precontinente III era costituita da una sfera di 5,5 metri di diametro e disponeva di due
aperture circolari, chiuse da portelli doppi. Con la superficie era collegata
solo dal cavo telefonico e dal cavo dell'energia elettrica; per il resto era
autosuffciente.
La sfera poggiava su una struttura rettangolare (completa di
bombole di gas compresso, di cassoni pieni d'acqua per la zavorra, di quattro
piedi regolabili in funzione del fondo su cui poggiavano) ed era divisa
orizzontalmente in due parti da un pavimento metallico: la parte superiore era
adibita a laboratorio e luogo di soggiorno, la parte inferiore era completa di 6
cuccette in una cabina e da una camera umida per l'uscita in acqua.
La respirazione avveniva in miscela di elio ed ossigeno in circuito chiuso e la
depurazione era affidata ad un generatore di freddo diviso in tre zone: su un
piano veniva liquefatto il vapore acqueo, in un
secondo piano si solidificava l'anidride carbonica e in un terzo livello veniva
eliminato eventualmente l'Azoto tramite liquefazione a - 190° C ; invece, elio
ed ossigeno venivano riciclati.
L'equipaggio, formato da
André Latan (capogruppo ingegnere
chimico),
Philippe Cousteau (cineasta),
Jacciues Rollet (fisico),
Christia Bonnicini, izaymond Coll, Yves Ome (specialisti in lavori subacquei), restò nel Precontinente III per 21 giorni a 100 m di profondità.
Il 12 ottobre 1965
la sfera fu riportata a 1m di profondità e il 17 ottobre furono riaperti i portelli.
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