Rouquayrol
e Denayrouse
Nel 1865, i francesi Benoit Rouquayrol ed Auguste Denayrouse, un ingegnere
minerario e un tenente navale rispettivamente, brevettano un apparato per la respirazione subacquea.
Si
trattava di un serbatoio di acciaio orizzontale sistemato sulle spalle e di un
insieme di elementi per la respirazione. L'apparecchio respiratorio era già
conosciuto ed usato dai minatori per proteggersi dalla presenza del
grisou nelle gallerie e il loro brevetto, "Aerophore", ne era
una modifica.
Nel
1863,
Benoît Rouquayrol, mise a punto l'apparecchiatura collegando il cilindro
con due tubi: uno
per poter aspirare l'aria, l'altro per poter riceverla compressa dalla
superficie.
Per compensare
la differenza di pressione tra l'aria respirata e quella ambiente, concepì un sistema basato su una membrana che
interagiva con la semplice respirazione dei polmoni, facendo passare,
senza sforzi, la giusta quantità d'aria durante l'inspirazione e
fermandola durante l'espirazione.
L'adattamento
dell'apparecchiatura al mondo marino avvenne per opera dell'ufficiale Auguste
Denayrouse, che per garantire la camminata subacquea, attrezzò gli
scafandri con scarpe di piombo.
Questi scafandri erano poco idonei per i
movimenti verticali del palombaro, inoltre
Denayrouse intravide subito i limiti del
sistema d'alimentazione dalla superficie.
La capacità del cilindro era di 8 litri e, ad una pressione di 30
atmosfere, permetteva una permanenza di un quarto d'ora a 20 metri di
profondità.
Il palombaro poteva, però, sconnettere il tubo collegato con la
superficie e muoversi liberamente, per alcuni minuti, respirando con
l'aria racchiusa nel cilindro sulle spalle.
Denayrouse et Rouquayrol misero a punto anche un
sistema in grado di regolare l'erogazione dell'aria attraverso un
recipiente, chiamato "casserole" in cui una membrana,
sottoposta alla pressione dell'acqua, permetteva, attraverso una
valvola, il passaggio di una quantità d'aria proporzionale alla
profondità, in modo di equilibrare la pressione ambiente.
Nella "casserole",
quando la pressione interna era in equilibrio con quella esterna, la
membrana bloccava il flusso dell'aria, finché il palombaro, respirando,
non ne alterava l'equilibrio.
La depressione così creata all'interno
provocava una nuova immissione d'aria fresca nel cilindro.
L'espirazione avveniva attraverso uno scarico laterale a "becco
d'anatra".
Tutto il sistema è molto simile al brevetto che Jacques Cousteau
(chiamato susccessivamente Jacques-Yves) ed Émile Gagnan dépositarono
80 anni più tardi.
Questo
scafandro non ebbe molti proseliti in quanto non vi erano molti adepti
dell'esplorazione del fondo marino.
L'esplosione dell'attività
subacquea si ha nel XIX secolo in quanto è questo il periodo dei
grandi lavori sull'acqua e nell'acqua (ponti, porti, banchine, barriere,
ecc.
L'aerophore
è stato usato dalla marina militare francese per molti anni, ma non
ebbe grande successo. Solo Jules Verne nel suo romanzo 20000
Leghe Sotto Il Mare (1870), ne fa cenno.
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