Sealab III

Nel 1969 la Marina americana cominciò l'esperimento del Sealab III.
La struttura del Sealab III, in fase di realizzazione subì alcune modifiche sia per dare risposta ai vari enti che subentrarono nell'impresa, sia per l'incidente dell'Apollo XIII.
Una modifica fu la costruzione di una capsula-ascensore pressurizzata (PTC - Personnel Transfer Capsule) che doveva portare  giù gli acquanauti e poi in superficie, dove in una camera di decompressione multistadio (DDC - Deck Decompression Chamber) potevano portare a termine la desaturazione. Alla consegna del  DDC, però, si constatò che la sua struttura era fragile alle basse temperature..
Un'altra modifica riguardò l'immissione della miscela respiratoria, dopo l'incidente dell'Apollo.
Secondo i piani iniziale Sealab III dovera essere posto a 130 metri di profondità, ma gli interessi della Marina Militare e di altri stati maggiori ebbero il sopravvento  e venne deciso che  l'esperimento avrebbe avuto luogo a 180 metri di profondità (isole di S. Clemente).
L'1 ottobre del 1968 il PTC venne immerso senza equipaggio per un collaudo. Riportato a galla venne trovato pieno d'acqua e tutte le strumentazioni vennero distrutte. Le infiltrazioni vennero addebitate alla scorretta chiusura dei boccaporti.
Il 15 febbraio 1969 il Sealab III  venne posto ad una profondità di 182 metri, ma si verificò una perdita dal laboratorio delle miscela respiratoria. Per impedire l'allagamento venne deciso di mantenere la pressione costante. 
Nel frattempo, nel DDC,q uattro uomini dell'equipaggio si stavano saturando a 20 atmosfere con la stessa miscela che doveva essere dentro il Sealab III.
Il giorno 16 gli acquanauti, con il PTC, ispezionarono il Sealab per cercare di frenare la perdita..
Il giorno dopo due acquanauti, Berry Cannon e il sottufficiale Robert Barth, uscirono dalla torretta e nuotarono verso il Sealab III. All'improvviso Cannon si liberò dell'autorespiratore, in preda a convulsioni. Barth dopo aver recuperato il compagno risalì in superficie, ma dopo 41 minuti Cannon era morto.
Poichè l'elio continuava a fuoruscire, il 18 il Sealab fu riportato in superficie e quindi in cantiere  per le riparazioni.
La morte di Cannon fu imputata al fatto che la miscela di gas prelevata dalla torretta dovesse essere troppo ricca di ossigeno e che l'iperossia generata fosse dipesa dai prelievi d'aria della torretta. Più tardi però si seppe che la cartuccia di depurazione di biossido di carbonio era vuota.
Fatto sta, dopo aver aperta un'inchiesta, la Marina Militare americana sospese l'esperimento.

 

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