Il primo record notificato ufficialmente è del 1949 e appartiene al
magiaro naturalizzato italiano Raimond Bucher, capitano
dell'Aeronautica Militare, che scese a 30 metri, nel Golfo di Napoli.
Nel 1951, i napoletani Ennio Falco e Alberto Novelli portano il primato a 35 metri
Nel 52 Bucher si riprende il record, scendendo a 39 metri.
Negli anni 60 i record di immersione in apnea si susseguono continuamente.
Il siciliano Enzo Maiorca, nel '61, supera i 50 metri, smentendo le convinzioni
di allora (compreso Cousteau) che a quelle profondità l'uomo sarebbe stato
schiacciato dalla pressione.
Seguì per alcuni anni l'alternanza dei record con il brasiliano Amerigo Santarelli
Nel '65 dopo Teteke Williams, Robert Croft, Jacques Mayol si candida come rivale di Maiorca, con
profondità viai via crescenti.
Mayol, adottando tecniche yoga, sfruttando un fisico più minuto si mostrava
molto acquatico e si alternò nei recod con Maiorca.
Dopo la decisione dell'organismo internazionale di non omologare più nessun record,
per proteggere la salute dei sommozzatori di assistenza, Maiol continuò ad
immergersi per scopi dichiarati scientifici
Maiorca non gradì molto questo escamotage e polemicamente ribadiva che se le
immersione da record in apnea avvenivano per scopi scientifici, non c'era
bisogna del tam tam dei media.
Nel XX secolo il record di immersione in apnea in assetto variabile, dopo i
150 m di Umberto Pelizzari, è di Loic Leferme con 152.
Nel XXI secolo, dopo il record di Francisco Pipin di 170 m, Hebert Nitsch ha
raggiunto i 223 m
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