Anfratti
Mia
Aretusa,
il penetrante bagliore
che ha congiunto il nostro sguardo mi ha rivelato forti emozioni marine,
subito amiche.
Affondando
nel desiderio di stringerti tra le mani, nei tuoi occhi ho
riconosciuto il colore generato dagli abissi, dai quali risale
portando rumori di battaglie vinte contro mostri
marini e malinconici sospiri pronti a rivivere, e ho
assaporato il naufragio nell'acqua chiusa tra gli anfratti e le
tenue luci che assalgono i timori profondi del mare.
Nei
tuoi occhi perduti ho parlato col ritmo del tempo, che si dilata negli
spazi vuoti delle ripide discese e che sconfina, quasi immobile, nel
lentissimo fluire delle correnti marine e ho
trovato lo stesso pulsare delle ombre sotto gli scogli e radenti al fondo, in cui ripari e
agguati si avvicendano e sconfitte e ribellioni si lasciano cadere.
Dolce
Aretusa,
mentre annego felice nell'infinito dei tuoi occhi, in cui senza resistere è
precipitata la mia anima scura, scopro, infine, un dolce rifugio di
alghe scosso dal mare e, dentro te, le mie solitudini catturate e
prigioniere del cuore.
Cola
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