In una reggia sopra le nuvole viveva Luna con il marito Sole e una figlia di nome Stella.
Era una famiglia
tranquilla ed apparentemente serena: il marito era molto impegnato ad illuminare il mondo
ed era ogni giorno in viaggio; la figlia e la madre vagavano nella notte ognuna per conto
proprio. Luna incontrava Sole qualche volta al mattino ed alla sera, ma nessuno dei due
aveva voglia di parlare, e quando uno parlava l'altro era distratto ed infastidito da
tutte quelle inutili parole. Un giorno Stella, rincasando, raccontò alla madre che presso lo Stretto fra Scilla e Cariddi si era intrattenuta con un tritone di nome Colapesce, a parlare del senso della vita e della morte. Luna giudicò tale conversazione interessante ed incoraggiò Stella a continuare. Venne il tempo in cui Luna, stanca di peregrinare attraverso l'intera volta celeste, si chiese se non fosse il caso di scegliere un percorso più breve. Era molto incerta sul da farsi perché le avevano detto che era rischioso lasciare la strada vecchia già nota per intraprendere una strada nuova che chissà quali ostacoli avrebbe presentato. Stella incoraggiava la madre al cambiamento sostenendo che nel tratto di mare fra Scilla e Cariddi c'era bisogno di un po' di luce per illuminare le notti buie e monotone, inoltre da quelle parti si aggirava Colapesce e non mancava neppure qualche simpatica sirena. Luna si lasciò convincere e da allora ancora perlustra quel tratto di mare. Scendendo una notte sul pelo dell'acqua Luna conobbe Colapesce, che ogni notte risaliva dal fondo marino a guardare le stelle ed a rimpiangere il tempo in cui ancora non era costretto a sorreggere con le sue possenti braccia la bella Trinacria per impedire che, a causa di una colonna traballante, l'intera isola affondasse in mare.
Quando
Luna apparve, candida e titubante, Colapesce si sorprese di quell'insolita presenza e con
un guizzo scomparve nelle profondità marine. Una notte, mentre Luna, ignara, lambiva la superficie marina, Colapesce emerse e le nuotò intorno, lei lo sfiorò appena con i suoi candidi raggi e subito si nascose dietro all'orizzonte in preda ad un indicibile turbamento.
Per
molte notti Luna non ritornò a lambire la superficie del mare ma Colapesce era entrato
prepotentemente nei suoi pensieri e non le concedeva pace; con tutte le forze lei cercò
di allontanare quell'ingombrante presenza che la distraeva dai suoi impegni e la faceva
soffrire.
A volte lui appariva esuberante e si esibiva davanti a Luna in tuffi, spruzzi e colpi di coda, lei lo guardava ammirata ed era felice, allora il suo volto si illuminava interamente. Quando Colapesce era cupo e corrucciato, ignorava la presenza di Luna, che diventava triste, nascondeva la faccia dietro ad un velo nero e si ritirava nella sua dimora celeste dove restava finché il tempo aveva lenito le pene. Nei momenti di solitudine Luna rifletteva sul suo destino: era molto combattuta fra le ragioni del cuore e quelle dell'intelletto. Avrebbe voluto immergersi nelle infide acque marine per raggiungere Colapesce ed andare a perdersi fra le sue braccia, ma sapeva che questo sarebbe stata la rovina sua ed altrui perché lei avrebbe perso la luce di Sole ed il mondo sarebbe rimasto senza la fiaccola notturna. Prevalsero le ragioni dell'intelletto ma il cuore oppose una tenace resistenza Luna cambiava continuamente umore e sembianza: passava dalla speranza di vedere Colapesce alla gioia di un incontro ravvicinato. Spesso provava la delusione di essere stata ignorata, allora si chiudeva nella sua reggia e per un po' nessuno la vedeva.
Colapesce
intuiva i turbamenti di Luna, ciò lo incuriosiva, lo inteneriva e lo faceva arrabbiare.
Lei gli appariva a volte così fragile ed indifesa che lui desiderava sostenerla e
proteggerla, allora le lanciava messaggi allusivi ma lei non li coglieva ed appariva
fredda e distante. Colapesce la scrutava per scoprire un' emozione, un moto dell'animo,
lei sempre mostrava il suo volto candido ed imperturbabile. Ma quando Luna tornava ad accarezzarlo con i suoi raggi, Colapesce si commuoveva, allora avrebbe voluto librarsi in aria e volare per raggiungerla, afferrarla e tenerla prigioniera fra le sue braccia. Ma lui era un tritone, il suo elemento era il mare, salire in cielo avrebbe portato alla rovina sua ed allo sprofondamento dell'amata Sicilia. E' passato molto tempo da allora: Luna è rimasta in cielo e Colapesce in mare; a volte si incontrano sul pelo dell'acqua, lei lo accarezza con i suoi raggi e lui si sente meno triste e stanco.
Luna |
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